Neppure Canet sa come andrà a finire
di Emiliano Morreale La Repubblica
Mathys, un bambino di 7 anni, scompare dal campeggio dove l'aveva portato la madre. L'ex marito cerca di capirci qualcosa: sospetta, indaga analizzando alcuni filmati di famiglia e si mette sulle sue tracce. Nel frattempo, tra lui e la donna sono tornate le antiche tensioni, e siamo venuti a sapere qualcosa del lavoro di lui, pericoloso e misterioso. Presentato all'ultima Festa del cinema di Roma, Mio figlio è un thriller costruito addosso a Guillaume Canet, col quale aveva già lavorato in altri due film (da noi era uscito Joyeux Noel). La cosa più curiosa dell'operazione sono le modalità di realizzazione: una settimana di riprese, con l'attore all'oscuro degli sviluppi della vicenda come il personaggio. Ma sullo schermo di tutto questo traspare poco: la storia, già vista molte volte, è raccontata in maniera lineare e un po' prevedibile. Da notare al massimo l'uso dei paesaggi innevati del Vercors.
Da La Repubblica, 27 settembre 2018
di Emiliano Morreale, 27 settembre 2018
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