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Ella & John, la conciliazione della contradditorietà

La sceneggiatura e l'interpretazione dei due ineccepibili protagonisti riescono a collaborare nella sintesi degli opposti. Al cinema.
di Bianca Delpiano, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

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Donald Sutherland (Donald McNichol Sutherland) 17 luglio 1935, Saint John (Canada) - 20 Giugno 2024, Miami (Florida - USA). Interpreta John Spencer nel film di Paolo Virzì Ella & John - The Leisure Seeker.
lunedì 22 gennaio 2018 - Scrivere di Cinema

"Helen ha detto [...] che il tema principale di questo film è il mantenere la dignità. Ed era una cosa a cui non avevo pensato; ed è vero in maniera allarmante." Queste sono le parole di Donald Sutherland, che - in un'intervista all'Hollywood Reporter - definisce così il filo conduttore del film Ella & John - The Leisure Seeker (guarda la video recensione), trovandosi d'accordo con la Mirren, di cui interpreta il co-protagonista.
Se è la ricerca di dignità a voler dominare la scena, certo il casting è stato condotto coerentemente: nel suo primo film in lingua inglese, Virzì dirige due attori certamente superiori all'essere dignitosi; si tratta di due inappuntabili interpreti, che riescono a mantenere un'aria superiore, forte e quasi solenne, ispirando rispetto anche quando i loro personaggi mostrano in modo netto e inequivocabile i segni dell'età. La vecchiaia di John, specialmente, rischierebbe di scadere nel patetico, se la forza già presente in potenza nel personaggio - che decide di partire - non fosse pienamente supportata dallo spirito saldo di Donald Sutherland, la cui interpretazione riesce bene a conciliare due aspetti apparentemente opposti: il carattere forte del professor Spencer - quel professore che decide di portare con sé il fucile in ospizio - con le tendenze ai vagheggiamenti letterari e personali dello stesso, che imbarazza le cameriere di ogni locale parlando loro di Hemingway, incurante del disinteresse del suo involontario pubblico.

La mente di John è spesso definita "vuota", nel corso del film, sia dal personaggio di Helen Mirren che da John stesso; ma lo spettatore constata che le cose stanno diversamente.
Bianca Delpiano, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

Con un tratteggio ben riuscito, che si va formando con lo stratificarsi di diverse scene, la sceneggiatura di Virzì stesso, Amidon, Archibugi e Piccolo riesce a creare un buon quadro di ciò che popola una mente considerata vuota. Il primo cardine del pensiero a perdere presa sulla realtà, in chi soffre di Alzheimer, è quello del tempo: la buona varietà di interpretazioni che ci offre il film spazia dalla confusione temporale di John quando non riconosce la moglie ("Ella non sei tu, Ella è la mia ragazza, ha ventidue anni...") fino al completo estraniamento in una scena già avvenuta nel passato, che il protagonista replica, inconsciamente rivelando alla moglie segreti celati per decenni. Il secondo cardine che perde John è lo spazio, seconda intuizione pura kantiana, base fondamentale per avere a che fare col reale; trattandosi di un road movie, il continuo cambio di location è un espediente narrativo che ben si adatta a rendere manifesto il disorientamento del vecchio. Infine, anche l'ambito della parola viene danneggiato, e di questi danni riporta i segni il professore di lettere che è in John: nonostante sappia a memoria interi passaggi di Hemingway e Melville, se prova a leggere cose nuove finisce per smarrirsi a metà frase, dimenticandone l'inizio - questo confessa Sutherland, con sguardo stranamente cosciente, eppure mantenendo un aspetto a metà tra il perduto e lo stupito.


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