Il Venerabile W.

Film 2017 | Documentario, 100 min.

Regia di Barbet Schroeder. Un film Da vedere 2017 con Ashin Wirathu, U. Zanitar, Kyaw Zayar Htun, U. Kaylar Sa, Matthew Smith (III). Cast completo Titolo originale: Le Vénérable W.. Titolo internazionale: The Venerable W.. Genere Documentario, - Francia, Svizzera, 2017, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 21 marzo 2019 distribuito da Satine Film. - MYmonetro 3,20 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 aprile 2019

Il racconto di un'istituzione e di come sia dilagante un'islamofobia violenta e distruttiva anche in un paese al 90% buddista, religione basata su pace e tolleranza. In Italia al Box Office Il Venerabile W. ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 7,7 mila euro e 10 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,20/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,56
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO SÌ
Barbet Schroeder va in Birmania per chiudere la sua trilogia sul Male. Un'atroce storia di odio del nostro tempo, un documento doloroso e importante.
Recensione di Marianna Cappi
domenica 21 maggio 2017
Recensione di Marianna Cappi
domenica 21 maggio 2017

Il "Venerabile Wirathu" è un influente monaco buddista che, attraverso la pubblicazione dei suoi scritti e la diffusione dei suoi discorsi, per quanto "sacro" rappresentante della più pacifica delle fedi, ha fomentato l'odio dei suoi seguaci nei confronti dei musulmani, spingendoli alla lotta armata e convincendoli che la loro religione fosse minacciata di estinzione. Tutto questo in una paese, la Birmania, nel quale il 90% della popolazione è buddista e professa la necessità di amare tutti gli esseri e la certezza che dalla violenza non possa nascere che altra violenza.
Tutti gli esseri, specifica Wirathu, tranne i musulmani, che egli paragona ai pescigatti: creature che si riproducono rapidissimamente, possiedono una natura aggressiva e distruggono senza eccezione alcuna l'ecosistema in cui si trovano.

Il documentario di Barbet Schroeder sul monaco in questione è un documento doloroso, spaventoso e altrettanto importante, in questi tempi di notizie poco accurate, quando non falsificate. Raramente la parabola di un disegno di genocidio è stata registrata con tanta chiarezza e in tempi tanto rapidi (per quanto, è ovvio, le radici affondano nel passato e nel profondo), se non nei libri di storia, alla voce "nazismo".

Non si tratta di un facile paragone: nella predicazione di Wirathu si contano, come in una lista nera, i punti che non possono mancare nel manuale del perfetto razzista. Innanzitutto, la questione stessa della razza: restringendo a proprio uso e consumo l'interpretazione di quella che il Buddha chiama "razza umana" alla sola "razza buddista birmana", il folle monaco ha creato e gonfiato a dismisura la percezione del pericolo che graverebbe su di essa, identificandolo nel vicino di casa: il bengalese di religione islamica. Quindi ha allargato a dismisura il suo consenso, propagandando filmati di sua produzione (in migliai di dvd gratuiti), colossali bugie, e arrivando ad incidere niente meno che sulla legislazione del Paese, per imporre, per esempio, il controllo delle nascite ai musulmani.

Mettendo insieme il materiale filmato di propria mano con l'archivio sterminato di immagini oggi a disposizione (i video realizzati con l'iPhone dai protagonisti degli eventi, nel 2012), Barbet Schroeder (di)mostra quanto pronta e repentina possa scattare la scintilla dell'odio, su un terreno coltivato a dovere, anche se questo terreno si trova nella terra della pace e della preghiera per antonomasia. Il suo affresco non è completo, il ruolo dei militari e quello di Aung San Suu Kyi solo accennato, e la voce degli stessi Rohingyas, i musulmani trasformati in nemici e costretti ad abbandonare le loro case e le loro città, è tenuta in minima considerazione, ma il film ha la lucidità di far capire che Wirathu non è la causa ma il mezzo di amplificazione di un odio presente e sotterraneo, le cui ragioni superano di gran lunga la retorica religiosa.

Le immagini amatoriali delle brutalità scatenatesi sono spesso insostenibili, ma a provocare lo sconcerto e la riflessione sono anche i momenti in cui Schroeder sposta la camera dall'Asia all'Europa rilevando pericolose corrispondenze.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 1 aprile 2019
Piera Detassis
Ciak

«Con questo film volevo chiudere la mia trilogia sul Male» racconta a Ciak Barbet Schroeder, 77 anni, una faccia e un fisico bellissimi, come scolpiti in una roccia antica. «Da quando avevo vent'anni sono stato a lungo in Birmania, oggi Myanmar, e mi sono sempre interessato al Buddismo, una filosofia e una religione che tutti immaginiamo come quelle della pace e della continua trasformazione.

sabato 23 marzo 2019
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Terzo campione nella trilogia dei cattivi filmati da Barbet Schroeder. Primo, il dittatore ugandese Idi Amin Dada, che si attribuì il titolo "Re di Scozia" (da qui il film "L'ultimo re di Scozia", diretto da Kevin MacDonald con James McAvoy). Secondo, Jacques Vergès, il documentario era intitolato "L'avvocato del terrore". Nella sua carriera aveva difeso una terrorista algerina (che diventò sua moglie), [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 marzo 2019
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Terzo e ultimo documentario di un'ideale trilogia del male (con Idi Amin Dada e L'avvocato del terrore), va a toccare un nervo scoperto della religiosità planetaria, la fede quando si sposta nella propaganda e nell'azione dell'eliminazione dell'infedele. Con vasta documentazione dei conflitti in Birmania, entriamo nel dominio del fazioso monaco Wirathu detto, con deflagrante ossimoro "il nazi buddista", [...] Vai alla recensione »

giovedì 21 marzo 2019
Giulia Lucchini
La Rivista del Cinematografo

È una contraddizione in termini: un buddhista che predica l'odio. Un ossimoro vivente. Eppure non è fantasia, ma realtà, che certe volte (come purtroppo in questa storia) supera ogni immaginazione. È il caso del Venerabile Wirathu che in Birmania indossando il suo saio arancione ha iniziato ad incitare i suoi seguaci alla violenza, alla distruzione e all'islamofobia.

mercoledì 20 marzo 2019
Carlo Valeri
Sentieri Selvaggi

Una lettera iniziale, seguita da un punto. Nascondere un'identità per assumere proiezioni metaforiche e universali. Così il monaco buddista Wirathu diventa, semplicemente, W.: il venerabile, sottolinea con tragica ironia il titolo di questa diciottesima opera diretta dallo svizzero Barbet Schroeder. È un'operazione che il regista di More e de La vergine dei sicari - interessatosi allo studio e alla [...] Vai alla recensione »

martedì 19 marzo 2019
Fabrizio Tassi
Cineforum

A proposito di immagini potenti: che ne dite di un monaco buddhista, vestito d'arancione, seduto nella posizione dell'Illuminato, che incita i suoi fratelli monaci a odiare i musulmani? Che invita il suo popolo a difendere la "razza" birmana, a non fare acquisti nei negozi islamici, a resistere all'invasione degli stranieri? L'effetto è straniante. Per tutto ciò che il nostro immaginario (anche cinematograf [...] Vai alla recensione »

martedì 19 marzo 2019
Emanuele Sacchi
Film TV

Fin dagli anni 70 la minoranza musulmana in Myanmar è oggetto di persecuzioni. La principale causa di questi atti di violenza è la parola del popolare monaco buddhista Wirathu, che nei suoi sermoni incita all'odio contro l'Islam. Barbet Schroeder conclude in Birmania la sua "trilogia del terrore" - aperta con un ritratto del dittatore africano Idi Amin Dada e proseguita con quello dell'avvocato decisamente [...] Vai alla recensione »

domenica 17 febbraio 2019
Fabio Ferzetti
L'Espresso

L'anima nera della campagna islamofoba sfociata nel genocidio dei Rohingya è un monaco buddista birmano, cranio rasato, saio d'ordinanza, aria paciosa incrinata da lampi di perfidia nello sguardo e sorrisetti contratti. Sconosciuto in Occidente, anche se nel 2013 ebbe l'onore di una copertina di Time («The Face of Buddhist Terror»), in patria il venerabile Wirathu è un capopopolo, condannato a25 anni [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
lunedì 4 marzo 2019
 

In Birmania, il "Venerabile W." è un monaco buddista molto influente. L'incontro con questa prestigiosa autorità è una catapulta diretta al centro di un razzismo che è parte integrante della quotidianità.

NEWS
venerdì 22 febbraio 2019
 

In Birmania, il "Venerabile W." è un monaco buddista molto influente. L'incontro con questa prestigiosa autorità è una catapulta diretta al centro di un razzismo che è parte integrante della quotidianità.

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