Titolo internazionale | The Ark of Disperata |
Anno | 2017 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Edoardo Winspeare |
Attori | Gustavo Caputo, Antonio Carluccio, Claudio Giangreco, Celeste Casciaro Davide Riso, Alessandra De Luca, Francesco Ferrante, Antonio Pennarella, Barbara De Matteis, Lamberto Probo, Anna Boccadamo, Tommasina Cacciatore, Marco Antonio Romano, Salvatore della Villa, Ippolito Chiarello, Fabrizio Saccomanno, Fabrizio Pugliese, Domenico Mazzotta, Giorgio Casciaro, Gianni de Blasi (II). |
Uscita | sabato 2 settembre 2017 |
Distribuzione | Altre Storie |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,20 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 aprile 2020
La storia di un'amicizia improbabile, quella fra un sindaco onesto ma depresso e due balordi con ambizioni criminali. In Italia al Box Office La vita in comune ha incassato 98,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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A Disperata, un piccolo paese del sud Italia dimenticato da Dio, il sindaco Filippo Pisanelli si sente terribilmente inadeguato al proprio compito. Solo l'amore per la poesia e la passione per le sue lezioni di letteratura ai detenuti gli fanno intravedere un po' di luce nella depressione generale. In carcere conosce Pati, un criminale di basso calibro del suo stesso paese. Il sogno di Pati e di suo fratello Angiolino era di diventare il boss del Capo di Leuca, ma l'incontro con l'arte cambia il loro modo di guardare al mondo.
Edoardo Winspeare prosegue il suo percorso di rilettura del nostro contraddittorio Paese osservando i luoghi e le persone del Salento, terra in cui vive e di cui conosce l'humus vitale e anche i problemi presenti e passati.
A differenza dell'erudito professore (uno dei personaggi del film) che trae da questa conoscenza noiosissimi anche se documentatissimi trattati, Winspeare trasfigura in commedia, con un retrogusto amaro, la quotidianità di un borgo che invece di chiamarsi Depressa (il vero nome del paese in cui è cresciuto) diventa qui Disperata. Si può dire che sia proprio Winspeare ad avere dato un impulso non secondario a quella riscoperta della Puglia come straordinario set cinematografico che ha fatto sì che la Film Commission regionale sia una delle più attive d'Italia. Gli spazi e gli scorci incantevoli ovviamente non gli mancano ma ciò che a lui più interessa è osservare, con la pazienza della lumachina che apre e chiude il film, quei microcosmi che specularmente riflettono dinamiche diffuse. Ecco allora un Consiglio comunale (che permette di dare al titolo una doppia significazione) che è formato da pochissimi consiglieri ma ospita diatribe che dovrebbero far sentire 'grandi politici' coloro che le alimentano. Mentre si assiste a dibattiti ripresi volutamente con sonorità che talvolta sovrappongono il parlato (un po', ci si permetta il paragone, alla Altman) ci si accorge che potrebbero risuonare altri accenti ed altri dialetti ma che le situazioni sarebbero simili.
Perché Winspeare non ha il timore di abbassarsi ad ascoltare i suoi personaggi facendoli, come si suol dire, parlare come mangiano, imprecazioni comprese. Ma sa cogliere in loro quel bisogno nascosto di una dimensione altra che può rimanere celato e inespresso per sempre oppure trovare un piccolo varco e trasformare l'esistente. Così come lo trova nel film la foca monaca che potrebbe limitarsi ad essere un'invenzione narrativa del regista e del suo co-sceneggiatore Alessandro Valenti (e andrebbe già bene così) ed invece si tratta di un evento preso dalla realtà. Il 13 giugno 2017 dopo circa trent'anni di assenza, una foca monaca è stata avvistata al largo di Tricase. Se un mammifero in via di estinzione come questo si è rifatto vivo nel mare dinanzi alla Puglia perché non dovrebbe essere possibile una telefonata di Papa Francesco? La documentazione anche su questa materia è ampia ed è stata raccolta nel libro "Gli abbracci di papa Francesco". Ecco allora che Angiolino può iniziare a vivere in modo diverso quello che era solo un simulacro di religiosità che gli faceva implorare l'intercessione papale per la riuscita di una rapina. Perché per Winspeare la toponomastica non si può cambiare (Disperata resterà tale) ma il cuore degli uomini sì.
Pati e Angiolino sono due fratelli che ormai hanno superato i quaranta. Irascibili e controversi, non si sono ancora rassegnati all'idea di "una vita in grande", pur non avendo mai lasciato Disperata: il piccolo comune salentino in cui sono cresciuti. Continuando a vivere di espedientini, tra rapine e piccoli furti, un colpo andato male e un cane ucciso incastreranno una volta per tutte Pati che finisce in carcere. Qui incontrerà Filippo Pisanelli, il malinconico sindaco del paese che nel tempo libero insegna ai detenuti l'arte e la poesia. Ne nascerà una bizzarra amicizia e una nuova visione del mondo che finalmente porterà una boccata d'aria fresca al clima stagnante che stava trascinando il paese alla deriva.
Sulla costa salentina, Edoardo Winspeare ha passato la sua giovinezza, respirando a pieni polmoni il senso d'isolamento e la pacatezza di un luogo che non conosce scadenze, in cui le giornate si concedono il lusso di passare lente e sempre uguali.
Con un registro marcato e tempi comici che sembrano fatti apposta per parlare "alla pancia", il nuovo lungometraggio del regista racconta uno spaccato di vita da cui emerge potente la genuina veracità dei protagonisti - attori non professionisti - ma inserita in un costrutto narrativo piuttosto banale e ritmicamente frammentario.
L'ingenuità con cui i grotteschi personaggi si mettono in relazione col mondo e con le proprie passioni risulta in ultima istanza un quadretto semplicistico di una comunità che, seppur interessante sulla carta, si riduce a un insieme di cliché macchiettistici perché "italioti": dalla giunta comunale spaccata a metà che si perde in beceri battibecchi, alla redenzione dell'ex rapinatore che grazie a una telefonata di Papa Francesco si voterà al bene incondizionato verso il prossimo.
Una bonaria ignoranza generalizzata rischia inoltre la gag da camerata, trascinando a fondo un film che aveva un forte potenziale di denuncia ma si perde col farsi parodia di se stesso. Senza essere troppo seriosi, il messaggio appare chiaro, il ricongiungimento con un pensiero alto, con la bellezza e l'armonia del creato, attraverso la scelta espressiva di un dialetto radicato e di un'umanità disperata. Un contenitore di sketch dozzinali che paventano una sorta di sguardo al di là della rappresentazione, sfociando, ahinoi, nell'esasperazione dei toni gigioneschi.
Il singolo che s'innalza a paradigma di un'etica universale, votata al rispetto reciproco, in ultima istanza, viene preso a pretesto per una narrazione piatta e senza soluzione di continuità. Uno spaccato di vita fragile, dalla forte ambizione simbolica, lascia che dall'apparente tono di scherno trapelino e prendano il sopravvento tutte quelle imperfezioni che in casi più fortunati il regista aveva saputo arginare grazie alle contraddizioni di un'umanità eclettica.
L'ennesimo ritorno ad una comprensione del mondo e della natura per isolare chi vorrebbe cementare piuttosto che salvaguardare, non convince, lasciando con un grande punto interrogativo tutti quelli che si aspettavano se non un'evoluzione formale qualcosa che non fosse già stato detto (meglio).
LA VITA IN COMUNE disponibile in DVD o BluRay |
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Dopo "In Grazia di Dio", ritorna felicemente sugli schermi dei cinema italiani Edoardo Winspeare con "La Vita in Comune", presente anche alla contemporanea Mostra del Cinema a Venezia, nella sezione Orizzonti. Ancora una volta il regista italo-austriaco racconta una storia ambientata nella sua terra d'origine, la Puglia, e qui, più precisamente, a Depressa (che [...] Vai alla recensione »
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Un film "pulito",ironico,profondo nella sua semplicità, divertente e commovente bello,bello,bello!
Un film "pulito",ironico,profondo nella sua semplicità, divertente e commovente bello,bello,bello!
Film fantastico! Da vedere assolutamente.Storia e scenografie mozzafiato.
Commedia melodrammatica molto bella, molto bravi, belle le musiche, paesaggi, attori veramente bravi; forse un po' lungo, e troppo dialetto stretto, i sottotitoli dopo una settimana lavorativa il sabato sera si fa fatica a leggerli.