Chiamami col tuo nome |
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Un film di Luca Guadagnino.
Con Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar.
continua»
Titolo originale Call me by your name.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- Italia, Francia, USA, Brasile 2017.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 25 gennaio 2018.
MYMONETRO
Chiamami col tuo nome
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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elio e oliverdi ROBERTEROICAFeedback: 9266 | altri commenti e recensioni di ROBERTEROICA |
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sabato 27 gennaio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
#CHIAMAMIcolTUOnome segna il grande ritorno della bicicletta. Inforcate da due giovanissimi nell’Italia del 1983, in una zona rurale dalle parti di Crema. Elio, figlio di un professore universitario, diciassette anni, una vita tutta da decidere; Oliver di anni ne ha ventiquattro e arriva in vacanza studio presso la famiglia altoborghese di Elio. Scopriranno di amarsi. Il regista Luca Guadagnino viene da due disastri assoluti come “Io sono l’amore” e “A bigger splash” e peggio certo non poteva fare. Qui si fa aiutare da una bella sceneggiatura di James Ivory (l’autore ormai novantenne di “Camera con vista” per intenderci) tratta da un romanzo di formazione. Ma non è che alla fine ci si strappi i capelli. Insomma la candidatura all’Oscar pare un tantino esagerata. Fronde che sibilano, paesaggi lacustri, le distese campestri, i boschi, la frutta da cogliere sui rami, una natura lussureggiante che accompagna il percorso di due ragazzi persi nel loro amore: l’ambizione di Guadagnino era quella di filmare la sensualità di una stagione della vita, in una sorta di panteismo totale tra umano e naturale. E a tratti ci riesce, eludendo la volgarità e girando con grande eleganza e precisione. Qualche lungaggine e il solito luogo comune di un ambiente isolato da ogni tipo di attualità, molto di comodo, ma molto meglio sfruttato su un tema simile da Bernardo Bertolucci per il suo “Io ballo da sola” (là era la campagna toscana, i colli, il vino, il solito spot, volendo). C’è aria di Bassani, di giardini dimenticati, di sere che non torneranno più, e alcuni passaggi (la gita notturna a bergamo, il discorso formidabile, nel conformismo politico sociale degli anni Ottanta) hanno davvero una forza autonoma che può stupire. E sono straordinari i due giovani protagonisti, Timothée Chamalet e soprattutto Armie Hammer nella parte di Elio. #filmdagustare
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