Titolo originale | An Ordinary Man |
Anno | 2017 |
Genere | Azione, Drammatico, Thriller |
Produzione | USA, Serbia, Montenegro |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Brad Silberling |
Attori | Ben Kingsley, Peter Serafinowicz, Hera Hilmar, Edmund Kingsley, Milorad Kapor Robert Blythe. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 20 marzo 2018
Un criminale vive isolato insieme alla sua cameriera. Tra i due nasce una relazione sentimentale che risponde a regole insolite.
CONSIGLIATO SÌ
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L'ultimo criminale di guerra nella ex Jugoslavia non ancora catturato viene nascosto e protetto da chi ancora gli è rimasto fedele. Gli viene anche messa a disposizione come cameriera la venticinquenne Tanja con la quale ha inizialmente un rapporto di diffidenza che finisce poi per mutare di segno.
Ne ha fatta di strada Brad Silberling dai tempi di Casper e gli va sicuramente riconosciuto il merito di non essersi mai fatto fagocitare da un genere o da una specifica tipologia di narrazione. In questa occasione volge lo sguardo verso i Balcani per occuparsi di una ferita che, dagli anni '90, fatica ancora a rimarginarsi a causa dei crimini e dei genocidi compiuti in un conflitto che portò a livelli inediti (se non durante il nazismo) la brutalità e l'efferatezza.
Risale al 20 luglio 2011 la notizia della cattura dell'ultimo criminale di guerra serbo Goran Hadzic, accusato di aver sterminato 264 persone ricoverate nell'ospedale di Vukovar. Silberling, autore anche della sceneggiatura, immagina che ce ne sia rimasto un altro in latitanza e decide di dargli le sembianze di Ben Kingsley.
Ecco allora che Gandhi si trasforma in un responsabile di pulizie etniche assolutamente credibile nella sua convinzione di meritare riconoscimenti invece che persecuzioni. Perché il Generale non ha alcuna percezione negativa, neppure a distanza di tempo, del male compiuto. Ritiene doveroso che almeno lo si protegga nascondendolo alla Suprema Corte per i crimini di guerra dell'Aja, anche se mal sopporta la presenza della giovane donna che gli è stata messa a fianco. Ha avuto modo di vedersela davanti nuda pochi minuti dopo averla conosciuta ma per lei non prova (o se la prova la reprime) un'attrazione sessuale. Ha solo capito fin da subito che quella domestica ha ben poca dimestichezza con le faccende di casa. Il loro è un rapporto in cui lui finirà per ritrovare quello con una figlia perduta. Silberling non ha alcuna intenzione di 'umanizzare' un criminale passando attraverso il suo privato. Semmai si propone di interrogarsi sulla possibilità o meno che un barlume di umanità sopravviva nell'intimo di chi si è macchiato delle colpe più estreme. In questo si avvicina all'Oliver Hirschbiegel di La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler che suscitò tante discussioni nel momento della sua uscita. Perché è troppo comodo individuare il 'mostro' a cui attribuire in toto la malvagità per far sentire a posto il resto degli appartenenti al consorzio umano. La realtà è molto più complessa e in questo drammatico pas de deux emerge progressivamente. Insieme a una ragione di Stato che fa osservare le sue regole non scritte ma inesorabilmente ciniche.
Il personaggio del generale è basato su Ratko Mladic, che è stato condannato all'ergastolo per crimini di guerra commessi in Bosnia. Nel film il generale si nasconde in un paese dei Balcani. Un seguito dei suoi uomini lo protegge in una città dove il suo volto è noto. Nella casa in cui si nasconde instaura con la domestica Tanja, una ragazza giovane, [...] Vai alla recensione »