Anno | 2016 |
Genere | Thriller |
Produzione | Australia |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Damien Power |
Attori | Aaron Pedersen, Harriet Dyer, Ian Meadows, Stephen Hunter, Maya Stange Tiarnie Coupland, Mitzi Ruhlmann, Aaron Glenane, Julian Garner, Tara Jade Borg, Michael Knott, Mark Gadaleta, Riley Parkes, Jackie Dettmer, Matthew Dettmer, Eden Taylor, Steve Little, Liam Parkes, Melissa Timbs, Dwayne Gaudron, Melissa Thompson, Airlie Dodds, Jackie Murray, Mike Duncan. |
Tag | Da vedere 2016 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,22 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 8 giugno 2017
Brulicante di terrore e tensione snervante, l'opera prima dello scrittore e regista Damien Power trae ispirazione dalle ambientazioni di Funny Games.
CONSIGLIATO SÌ
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Non c'è nemmeno bisogno di dire quanto il trait d'union di un infante perso nel bosco, tra le insidie della natura, un cane rabbioso e due spietati criminali, moltiplichi il senso di orrore rendendo il film a tratti difficile da sostenere. La cruenza degli atti è a volte coperta da ellissi, ma non sempre il pubblico riceve questa grazia. In particolare un movimento di macchina sembra seguire i due uomini prossimi a sparare da lontano alle loro vittime, nascondendo lo scempio sui corpi, ma poi uno stacco ci riporta al primo piano del bersaglio dei colpi.
Si tratta di un passaggio emblematico nella regia di un film che alterna il rigore e la distanza di uno sguardo d'autore alla vicinanza scioccante di un horror, come se Power non volesse rientrare in nessuna delle due convenzioni. In realtà Killing Ground funziona meglio quando è crudelmente distaccato, per esempio uno dei momenti più impressionanti è una lunga inquadratura in cui Sam cammina senza rendersi conto che alle sue spalle gattona il bimbo smarrito.
Il film ha poi l'intelligenza di dare particolare risalto a due personaggi, Sam e Chook, la prima che si rivela la più tenace nel difendersi, ma senza mai trasformarsi in una supereroina in stile You're Next, e il secondo che pare affetto da un qualche ritardo mentale e dunque è impossibile non provare per lui, almeno nella prima parte del film, un po' di empatia nonostante la mostruosità di cui poi si rivela capace.
Killing Ground è quindi esemplare di un cinema della crudeltà vicino al gusto austriaco di Haneke, Seidl o della coppia Severin Fiala e Veronika Franz di Goodnight Mommy, ma non ha lo slancio surreale né il rigore di questi ultimi e neppure la sfacciata e derisoria postmodernità di Haneke. Power abbraccia invece completamente la crudezza della situazione, dove il principale elemento simbolico è l'infante, che è però anche quello che genera più tensione e porta alla luce la miseria umana dei protagonisti.