Titolo originale | Godless |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Bulgaria |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Ralitza Petrova |
Attori | Irena Ivanova, Alexandr Triffonov, Ventzislav Konstantinov, Ivan Nalbantov Dimitar Petkov, Svezhen Mladenov, Onur Yildiz (II). |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 aprile 2019
Un'infermiera ruba le carte d'identità ai pazienti che soffrono di demenza senile e le rivende al mercato nero. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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In una cittadina bulgara sperduta, Gana si occupa di anziani affetti da demenza senile e allo stesso tempo gestisce un traffico di carte d'identità. Sua madre, con la quale parla a malapena, è disoccupata e anche il rapporto con il fidanzato è in crisi: l'attrazione sessuale ormai spenta, la loro intimità si è ridotta alla condivisione della dipendenza dalla morfina. Per Gana nulla sembra avere conseguenze, nemmeno l'uccisione accidentale di un paziente che minacciava di smascherare i suoi piccoli traffici. Le cose cominciano a cambiare quando sente il canto di Yoan, un nuovo paziente. La crescente empatia nei suoi confronti sembra risvegliare la sua coscienza, ma quando lui viene arrestato per frode la ragazza capisce che «fare la cosa giusta» ha un prezzo.
Realismo sociale e captazione documentaristica sul filo del thriller fanno di Godless un quadro di corruzione generalizzata e decadenza morale della Bulgaria postcomunista in cancrena.
Pardo d'Oro per Miglior Film e Migliore Interpretazione Femminile (Irena Ivanova), il primo lungometraggio della regista bulgara Ralitza Petrova è un viaggio infernale di violenza e squallore negli abissi dell'animo umano e un cammino sacrificale di risalita verso la redenzione personale. In questo fosco ritratto sociale, Petrova contempla le illusioni perdute del comunismo e l'abbandono a un'anarchia etica.
Attraverso lo sguardo insensibile, cinico, glaciale di Gana, attraversiamo strade innevate, palazzi fatiscenti, appartamenti squallidi. Tutto sembra pervaso dalla stessa anestesia etica dipinta sul volto dell'infermiera, raggelato in un'unica espressione di vuoto. Tra interni claustrofobici ed esterni freddi coperti dalla neve, la telecamera della regista scruta attraverso finestre e campi lunghi questo mondo senza speranze da cui prende le distanze. Niente scompone Gana in questo universo senza più alcun riferimento. Un omicidio rimane senza conseguenze, gli spari di notte non sono più di un incidente dello "psicopatico della porta accanto", una bambina si ritrova ad assistere a un rapporto sessuale dei genitori attraverso la porta rimasta aperta dell'appartamento. Tutto si risolve con uno scambio di denaro e qualche pillola di morfina.