Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, USA |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Lola Bessis, Ruben Amar |
Attori | Dustin Guy Defa, Lola Bessis, Brooke Bloom, Anne Consigny, Olivia Costello Makeda Declet, Paul Manza, Joy Seligsohn, Carl Titolo, Janice Hall, Richard Buonagurio, Tony Mann, Alec Betterley, Colin Summers, Jacob Rose, Hamilton Morris (II), Calvin LeCompte, Jocelyn Spaar, Chris Duffy, Eileen Kearney, James Rana, Myriam Ajar, Bruno Valayer, Admiral Grey, Reyes, Chill Phill, Candace Lee Camacho, Jennifer 'Liberty' Diaz, Brian McCarthy, Regina McIlvain, Allen Szeto, Wendy Tonken, Tom Martone, Fay Leshner, Irina Varina, Andrei Bowden Schwartz, Ruy Buchholz, Louise Denyer, Jane Grey, Nicolas Winocur, Elisa Castro, Solveig Haugen, Hadi Ghandour, Vanessa Williams (III), Ryan Balas, Dee Herlihy, Phil Shaw, Paulina V. Ahlstrom, George Smith (VII), Christina Hepburn. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 maggio 2014
Tra surrealismo, personaggi insoliti, arte e trucchi magici, un viaggio onirico dall'infanzia all'età adulta.
CONSIGLIATO NÌ
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Leeward è un musicista che lavora con strumenti costruiti da sè e suoni a bassa fedeltà, ha una moglie e una figlia piccole, tutti e tre faticano a tirare a campare anche per colpa della reticenza di Leeward ad accettare lavori commerciali come jingle pubblicitari. Quando nella sua vita arriva Lilas, videoartista francese senza un posto in cui dormire anch'essa alla ricerca di qualcosa di più dalla propria vita, sembra che i due possano beneficiare l'uno dall'altro.
L'esordio nel lungometraggio di questa coppia d'autori arriva dopo un canonico percorso di circa 7 anni di cortometraggi scritti, prodotti e girati autonomamente, quasi sempre in coppia. Il risultato è un lungo molto fluido, dalla narrazione scorrevole che percorre autostrade abituali per il cinema indipendente americano (personaggi 30-40enni, abbondanza di dialogo, contesto artistoide e sentimenti semplici) ma non trova mai uno scarto impressionante.
La storia del triangolo tra una coppia di artisti in crisi economica e una videomaker francese appena arrivata in città mette in contrasto la voglia di essere con le necessità del sopravvivere, l'inadeguatezza alla vita in comune con i desideri adolescenziali di libertà sentimentale. Sono in pratica le acque nelle quali rimesta gran parte del cinema italiano e che, quando le vediamo scorrere nelle scene di un film straniero, ci paiono decisamente più opache e torbide. Swim little fish swim infatti desidera essere adorabile, piccolo e tenero anche quando ci sarebbe bisogno di cattiveria e qualche asperità, cerca un equilibrio tra la condanna e l'assoluzione dei personaggi ma trova solo un'ambiguità irrisolta.
Anche la recitazione, solitamente una delle carte più importanti nei mazzi di questi film, si attesta su un livello medio che non rende giustizia a quel che, alle volte, le scene riescono a dire. Gran parte del cinema europeo d'autore (non la migliore, ma quella di livello medio) affronta temi e storie simili con un piglio decisamente più dinamico, con più forza, coraggio e spavalderia nel delineare destini e parabole paradigmatiche per i propri personaggi.