Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Sandro Dionisio |
Attori | Vinicio Marchioni, Granit Dervshllari, Kiswendsida Judicael Quango, Ogundian Oyetunde Goudedji, Prasath Appu Ruwani Perera. |
Distribuzione | Pablo |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 aprile 2015
Il racconto di un uomo s'intreccia con la storia di uomini alla ricerca della salvezza.
CONSIGLIATO SÌ
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Un "trovacadaveri" compie il suo lavoro sporco - raccattare i corpi senza vita degli immigrati clandestini trascinati dal mare sulle coste del sud d'Italia - raccontando alla sua ultima preda (che lui ha soprannominato Napoleone, mettendogli "il nome di una persona importante per dargli una vita migliore") la sua vita da cani, non molto dissimile da quella dei migranti stessi. È un Gennarino Carunchio senza alcuna consapevolezza sociale o politica, e il suo monologo - tratto dal testo teatrale Il trovacadaveri di Davide Morganti e ben interpretato da Vinicio Marchioni - fa da cornice al racconto della (non)accoglienza verso gli immigrati clandestini nel nostro Paese, corpi che "puzzano di non assistenza, di abbandono" e diventano ingombrante testimonianza di un'emergenza permanente affrontata in modo contraddittorio e conflittuale.
Sandro Dionisio, al secondo lungometraggio dopo La volpe a tre zampe, mescola qui teatro e immagini d'archivio, finzione cinematografica e testimonianze dirette degli immigrati e di alcuni degli italiani che li hanno accolti sullo slancio dell'umana decenza, prima ancora che delle convinzioni religiose o del buon senso.
L'obiettivo dichiarato dalle prime sequenze sembra essere quello di mettere a fuoco una situazione grottesca e paradossale e di narrare per parole e immagini l'irraccontabile, troppo spesso rimosso per orrore, paura e disgusto. Il risultato è un documento filmico che è insieme crudo e lirico, efferato e poetico, soprattutto nelle parole di un custode di cimitero che ricorda di aver "raccolto pezzo per pezzo" i cadaveri dei clandestini per ricomporli nelle bare e, a contrasto, del figlio di un professore di psichiatria e politico del Burkina Faso, che riesce ad elevare il senso dei viaggi della speranza compiuti dai suoi connazionali da istinto di mera sopravvivenza ad anelito di vita, libertà, recupero di un'identità perduta.
Il limite, dal punto di vista cinematografico, è quello di unire testimonianze troppo diverse, da parte di migranti a vari livelli di integrazione e cultura le cui esperienze confondono i piani di lettura, allontanandosi da quel "grado zero" così ben delineato dal trovacadaveri e dai clandestini di recente arrivo in Italia. Quello dell'immigrazione è un tema così vasto che occorre sceglierne un aspetto per rendere il frattale una parte per il tutto, invece che allargare l'obbiettivo, con un effetto "fuori fuoco".
UN CONSIGLIO A DIO disponibile in DVD o BluRay |
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