Anno | 2011 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia, USA |
Durata | 134 minuti |
Regia di | Frederick Wiseman |
Attori | Daizy Blu, Philippe Decouflé, Philippe Katerine . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 31 ottobre 2011
Il Crazy Horse raccontato da Frederick Wiseman. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, Al Box Office Usa Crazy Horse ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 150 mila dollari e 14,4 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Frederick Wiseman ha ripreso per dieci settimane l'interno del Crazy Horse, il locale di nudo chic ideato da Alain Bernardin nel 1951. Ha seguito le prove e l'andata in scena del nuovo spettacolo intitolato "Desire" con le coreografie di Philippe Decouflé. Vengono mostrate le difficoltà che accompagnano la preparazione dello spettacolo e l'attività delle ballerine nel backstage.
Wiseman dichiara: "Ho realizzato questo film per varie ragioni. Pensavo che l'idea fosse divertente e volevo esplorare la differenza tra cabaret e danza. A un livello più astratto, ero molto interessato alle fantasie delle persone" . Siamo sicuramente di fronte a un maestro del documentario che sembra però essersi lasciato ammaliare dall'estetica dei corpi e della loro messa in scena quasi ritraendosi dinanzi a una spettacolarità raffinata che si fa ogni sera sogno erotico estetizzante per un pubblico eterogeneo disposto anche a farsi fotografare in posa con coppa di champagne in mano. Quella che Wiseman riesce ad offrire è la sensazione quasi astratta di uno spazio/tempo sospeso e totalmente al di fuori della realtà. Esclude cioè qualsiasi riferimento alla vita esterna. Le ragazze esistono solo in funzione del Crazy Horse. Di loro, delle loro vite non dobbiamo venire a conoscere nulla. Sono figure sinuose, piccoli seni, sederi espressivi che diventano tutt'uno con le luci che le avvolgono e le modificano trasformandole quasi in elementi scenografici semoventi. Wiseman ne è attratto al punto di mostrarci praticamente l'intero spettacolo con coreografie che attingono dai repertori più vasti (Momix compresi) e rivelandoci il senso del suo lavoro in apertura e chiusura del documentario. Ha puntato la sua macchina da presa non su persone (ecco spiegata l'assenza di qualsiasi riferimento alle loro vite) ma su ombre destinate a creare un'illusione che però non può permanere a lungo. Giusto lo spazio di una serata al Crazy Horse.
Maestro del documentario americano, e del documentario non schierato che nella molteplicità dei punti di vista vede un sicuro antidoto alla retorica, Wiseman documenta da più di 40 anni il difficile rapporto fra individui, minoranze e devianze da una parte e istituzioni pubbliche dall'altra. Interessatosi più recentemente agli universi estetici più vari (quali [...] Vai alla recensione »