Ali G, Borat, Brüno: la triade di Sacha Baron Cohen
L'umorismo nonsense e irriverente di Sacha Baron Cohen passa dal piccolo al grande schermo nel 2002, quando il comico inglese si cala nei panni del suo personaggio più celebre, il rapper bianco che s'atteggia a nero e sparge una serie di "respect" e "bro" nelle sue sentenze. Nonostante il successo televisivo, al cinema Ali G non funziona, vuoi per una sceneggiatura lacunosa, vuoi per una comicità personalissima (di difficile intendimento) che sulla lunga distanza può annoiare. Quattro anni più tardi Baron Cohen ci riprova con Borat Sagdiyev, un sovversivo giornalista kazako che nel suo Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan mette in ridicolo la comunità benpensante a stelle e strisce e ottiene il favore del pubblico e (in parte) della stampa. Esauriti i due personaggi – impossibili da impiegare in sketch vista la popolarità raggiunta – l'attore tira fuori l'asso dalla manica e porta sul grande schermo Brüno, l'ambiguo giornalista di moda austriaco con un senso del fashion tutto suo.

Le difficoltà della produzione
Consapevole di doversi spingere molto più in là per raggiungere gli stessi risultati di Borat, la produzione non si è mai limitata nelle idee creative che spesso hanno avuto come conseguenza dei veri e propri scontri con le forze dell'ordine. Nelle diciannove settimane di lavoro non consecutive che si sono protratte per un anno intero, lo staff e Sacha Baron Cohen hanno vissuto pericolosamente andando incontro a minacce di morte, aggressioni da parte di folle inferocite con tanto di fucili caricati, inseguimenti e perquisizioni. Una vera avventura "on the road" a bordo di cinque veicoli attraverso l'America, che in seguito si è spostata in Europa, Medio Oriente, Giordania e Israele, ed ha permesso alla produzione di filmare situazioni mai viste prima d'ora in un film.

Effetto shock
La caratteristica principale di tutti i personaggi di Sacha Baron Cohen è la scorrettezza. Tra i vari sketch, in Brüno viene messo in atto un esperimento sociale a dir poco scandaloso: utilizzare dei braccianti messicani come sedie per farvi sedere sopra gli intervistati di turno. Naturalmente la produzione non si aspettava che qualcuno si sedesse realmente sugli uomini e invece… La giudice di American Idol, Paula Abdul, non solo ha accettato di farsi intervistare da Brüno ma si è anche seduta sulla sedia umana che le veniva offerta, salvo poi scoprire, un anno più tardi, che si trattava di Sacha Baron Cohen e che lei era caduta nella sua perfida trappola. Sorridi, sei su Candid Camera.