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Paranormal Activity: un successo paranormale

Oren Peli parla delle sue influenze e collaborazioni.
di Marianna Cappi

Il film d'horror che ha scalato il box office americano
Katie Featherston - Bilancia. Interpreta Katie nel film di Oren Peli Paranormal Activity.

venerdì 29 gennaio 2010 - Incontri

Il film d'horror che ha scalato il box office americano
Si sta facendo conoscere al mondo come "il regista che ha fatto passare due notti insonni a Steven Spielberg" ma la sua vicenda più che i tratti dell’incubo possiede quelli di un sogno. Oren Peli, israeliano emigrato negli Stati Uniti a 19 anni, ha girato un film in casa, Paranormal Activity, con la sua fidanzata e il suo miglior amico per troupe e 15mila dollari e ne ha giù guadagnati oltre 110 milioni sul solo mercato americano. Come ha fatto? Lo ha spiegato alla stampa insieme al produttore esecutivo del film, Steven Schneider, ora alle prese con il sequel del film, Paranormal Activity 2, e domani –sabato 30 gennaio- lo spiegherà a chi si recherà alla Nuct, presso il teatro 16 di Cinecittà, Roma (ore 11, ingresso libero, prenotazione ai numeri 06/7219303/555 o via mail a info@nuct.com).
La storia del film è quella di una coppia, Katie e Micah, trasferitasi da poco nella nuova casa di San Diego. I rumori notturni e l’inquietudine di Katie, convinta che la casa sia infestata, convincono Micah a piazzare in camera da letto una telecamera. Il film è il racconto di ciò che di spaventoso avviene nella stanza mentre i due dormono.


A dieci anni di distanza da The Blair Witch Project, che dal punto di vista produttivo usava una strategia simile, come si spiega il successo di questo film, quando il pubblico dovrebbe ormai essere più che smaliziato al riguardo?
Scheneider: Credo che il successo venga dal come è fatto il film, dalla sua esecuzione e, in particolare, dalle straordinarie performances che Oren ha saputo trarre dagli attori. Non abbiamo mai tentato di vendere il film spacciandolo per un documentario: non abbiamo mai negato che fosse reale ma nemmeno rivendicato la realtà del film. Quel che conta è che il pubblico ad un certo punto ci creda, lo trovi possibile e il naturalismo degli attori ha funzionato in questo senso.

Nella costruzione della tensione bastano le buone idee o con un budget più alto avrebbe fatto scelte narrative diverse?
Peli: Per questo progetto specifico un budget più alto non avrebbe portato qualcosa di più o di migliore. Per essere realistico questo film doveva essere girato con mezzi domestici, poveri. Girarlo in maniera più sofisticata ne avrebbe ridotto la portata di realtà e dunque la capacità di spaventare.

Perché ha scelto di esordire con un horror? Per una questione di budget? E…ha cambiato casa?
Peli: Non è che volessi fare un horror a tutti i costi e sia andato in cerca di una storia, al contrario: avevo quest’idea fissa di fare un film su cosa accade di notte quando si dorme e cosa accadrebbe se installassimo una videocamera per registrarlo e mi pareva un soggetto da horror molto più che da commedia o altro. Era anche una cosa che potevo girare a casa mia, con pochissimi mezzi, certo. La casa? È rimasta la stessa, solo più incasinata.

Il passato nell’ambiente dei videogiochi ha influenzato la sua regia?
Peli: Facevo il programmatore e ho lavorato, per esempio, alla versione per Pc di Mortal Kombat 3 ma ho esperienze anche di animazione e queste, soprattutto, mi hanno aiutato ad essere più sicuro, a controllare il sonoro e il montaggio del film.

Come è nata la collaborazione con Spielberg e perché lui ha richiesto la modifica del finale?
Peli: All’inizio, l’accordo con la DreamWorks era per un remake, che avrei diretto io stesso, ma poi abbiamo fatto una proiezione per il pubblico e per alcuni executives della DreamWorks ed è andata talmente bene che la preparazione del remake è stata bloccata e l’originale è stato mostrato a Spielberg. Lui lo ha amato molto e ha deciso di mandare in sala la versione originale ma trovava che il finale non fosse il migliore possibile. Allora abbiamo girato diversi finali a abbiamo fatto delle proiezioni-test, quello che è stato scelto è quello che ha scosso di più il pubblico. Naturalmente mi manca il mio finale, forse aveva più senso, ma spaventava meno, questo è appurato.

Può dirci qualcosa del suo prossimo progetto, "Area 51"? Crede negli alieni?
Peli: Mi dispiace, non posso dire niente. Lo scoprirete all’uscita del film.

Come ci si sente ad avere per le mani un film che è costato così poco e ha avuto un guadagno così strepitoso?
Scheneider: Sono molto eccitato e molto orgoglioso. È soprattutto una soddisfazione personale ma è di grande aiuto anche nel lavoro, convalida il mio gusto e mi rende più accessibili i progetti futuri.

Che uso ha fatto degli effetti speciali?
Peli: A parte gli ultimi minuti, gli unici ad esser stati rigirati, nel resto del film niente è stato creato ex novo in postproduzione, non ci sono interventi in CG, quello che si vede è quello che avviene davanti alla telecamera. Il mio, poi, è stato un lavoro di sottrazione, di cancellazione: ho tolto degli elementi della troupe, tolto alcuni oggetti, ma non ho aggiunto nulla.

In un certo senso, si tratta anche di un film psicologico, sulla distruzione della coppia. Condivide questa visione?
Peli: Di certo non è un horror tradizionale, non c’è dispendio di sangue o truculenza; lo definirei piuttosto un thriller psicologico o sovrannaturale. Volevo presentare due persone normali (non due divi hollywoodiani) che si amano ma subiscono un evento che distrugge il loro rapporto di coppia. Ho studiato la letteratura sui demoni e prendono di mira sempre una persona, che finisce per sentirsi sempre più isolata e alienata perché il resto della famiglia non le crede.

Le cose più spaventose avvengono fuori scena. Solo in ragione del basso budget?
Peli: No, il fatto è che, talvolta, sentire solamente ciò che avviene e non vederlo è molto più spaventoso perché aumenta le aspettative e spinge il pubblico a supplire con l’immaginazione.

Il film si basa su una delle paure primarie, la paura del buio…
Peli: Sì, è il concetto alla base del film. È una paura primordiale. Anche il guerriero più forte, mille e mille anni fa, rischiava di essere divorato da una tigre mentre abbassava la guardia per dormire. Oggi ci si sente al sicuro nelle proprie case ma il film fa leva proprio su questo: e se invece tu non fossi affatto al sicuro in casa tua e non fossi in grado di difenderti?

Come hai pensato l’entità di cui vediamo solo le impronte?
Peli: Volevo che non avesse una manifestazione unica, specifica. Il demone gioca per definizione a manifestarsi in modi differenti, vuole illudere i personaggi del film, far credere loro apposta determinate cose.

"Paranormal Activity 2" avrà un budget di molto superiore al primo? Chi lo girerà?
Scheneider: Il budget non è ancora stato deciso. Il regista sarà Kevin Greutert, quello di Saw VI, ma non vogliamo parlarne per il bene del film e di quella che sarà la sua promozione.

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