Titolo originale | A Tramway in Jerusalem |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, Sociologico |
Produzione | Israele, Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Amos Gitai |
Attori | Noa Ahinoamam Nini, Mathieu Amalric, Hana Laslo, Yaël Abecassis, Pippo Delbono Yuval Scharf, Karen Mor, Lamis Ammar, Mustafa Masi, Liron Levo, Keren Mor, Maisa Abd Elhadi, Meital Dohan, Hilla Vidor, Rotem Abuhab, Rami Heuberger, Moshe Ferster, Luna Mansour, Elias Amalric, Yehuda Ashash, Tamar Bloch, Maya Nashashibi, Srulik Pniel, Tomer Russo, Ram Mizrhi Spinoza. |
MYmonetro | 2,96 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 settembre 2018
Il tram di Gerusalemme, luogo di conidvisione in cui si dimenticano le guerre e gli antagonismi.
CONSIGLIATO SÌ
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A Gerusalemme la linea tramviaria collega diversi quartieri, da est a ovest, e permette di registrare la presenza di persone di differenti estrazioni sociali. Si va dai quartieri palestinesi di Shuafat e Beit Hanina fino a Mount Herzl. Assistiamo a frammenti di vita, di conflitti, di riconciliazioni che propongono uno spaccato della società israeliana in cui si convive, per la breve durata di un percorso, con persone e pensieri talvolta simili ma spesso differenti.
Amos Gitai realizza quella che lui definisce una sit-com adottando un escamotage non nuovo che si fonda sull'alternanza di persone che condividono l'utilizzo dello stesso mezzo di trasporto.
Lo fa avendo a disposizione il gotha del cinema israeliano con l'aggiunta di cameo role di attori come Mathieu Amalric e Pippo Delbono e di una cantante come Noa. I microepisodi vengono scanditi da un orologio che ci indica il momento del giorno o della notte in cui accadono. Ne nasce una visione chiara ma non manichea della società israeliana che lascia a chi non è mai stato nel Paese o a Gerusalemme, l'impressione di una società vivace ed estremamente multiculturale in cui però si cerchi, da parte di chi oggi detiene il potere, di intimidire chi esplori vie positive di confronto.
Storie di relazioni amorose finite si intrecciano con incontri con personale di controllo che non vede di buon occhio che due ragazze (una ebrea, una palestinese) fraternizzino. Se un sacerdote cattolico può parlare ad alta voce di Gesù nell'indifferenza generale, un francese si ritrova a lodare le bellezze del territorio parlando a una coppia che invece esalta il valore dell'Esercito, della Marina e dell'Aviazione nazionali. Gitai li racconta sperando però in definitiva in una possibile convivenza anche tra posizioni opposte. Quasi che il tram della vita potesse trasformarsi in un viaggio in cui magari ci si affronta senza doversi necessariamente scontrare in modo cruento e su cui un ebreo di stretta osservanza impegnato a leggere passi della Bibbia senza distrazioni possa ascoltare senza inalberarsi l'invito di una donna a guardarsi intorno e a scoprire quanto è bello il creato.