Pihalla

Miku è un adolescente ancora impacciato e timido, la sua è una famiglia del tutto particolare: un fratello apparentemente bullo e irresponsabile, una madre isterica, un padre affetto da narcolessia. Dopo il party, organizzato dal fratello maggiore Sebu, l'indomani i genitori di rientro in anticipo - come nelle migliori puntate di Dawson's Creek - scoprono la casa completamente distrutta e portano Miku a passare con loro qualche giorno nel cottage di campagna. Qui il ragazzo incontrerà Elias, bello e sfrontato e pienamente cosciente della sua sessualità che lo porterà a scoprire ciò che Miku faticava ad accettare.

Opera finlandese del regista Nils-Erik Ekblom in concorso al 33° Lovers Film Festival, Pihalla è il racconto dell'accettazione di sé, del coming-out non solo con le persone più care ma soprattutto con sé stessi.

È un film che, come molti, narra la formazione di un adolescente che entra in contatto con le relazioni. ll punto forte di quest'opera sono i personaggi, entrambi i ragazzi provengono da famiglie complicate e bizzarre, anche la situazione di Elias infatti non è delle migliori ma il regista e lo sceneggiatore Tom Norrgrann riescono a dare un tono grottesco e divertente anche a situazioni visibilmente complesse: la madre di Elias fuori controllo, la sorella perennemente drogata, il padre che li ha abbandonati.

Tutti sono fottuti come recita il titolo (Screwed in inglese) e tutti cercano di liberarsi di qualcosa: Miku delle sue paure, Elias dei problemi familiari e dal suo ego smisurato, la madre di Miku dai dubbi matrimoniali, il padre dalla narcolessia e via dicendo e forse solo il protagonista si rivelerà la figura più positiva da diventare quasi la soluzione.

La nascita della relazione tra i due ragazzi viene raccontato in maniera naive, dapprima sembrerebbe l'inizio di un amore adulto, passionale e profondo, ma il film cambia tono nella seconda parte, rivelando che forse il personaggio di Elias non è quello che sembra. Il merito di far sbocciare Miku non lo rende una persona migliore, anzi sarà proprio Miku a doverlo "salvare".

Pihalla è un classico racconto di formazione che, nonostante qualche momento ironico o più incisivo, purtroppo però non riesce a dare quel tocco in più in una filmografia così disparata sull'argomento. Coming of age e presa di coscienza sulla propria sessualità, il primo amore e la prima delusione, i dialoghi sopra le righe e i personaggi strambi, non bastano a fare di questo film un'opera da ricordare, seppure delicato e divertente, Pihalla ha dei momenti in cui si perde interesse e si arena con una sceneggiatura che sembra dilungarsi senza alcuna necessità.

Menzione particolare per la scena del coming out (non spoiler), quando il pianto della madre si trasforma in una sonora risata e si fa un leggero spazio alla commedia degli equivoci. 