Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Hélier Cisterne |
Attori | Zinedine Benchenine, Chloé Lecerf, Emile Berling, Jean-Marc Barr, Brigitte Sy Marina Foïs, Kévin Azaïs, Ramzy Bedia, Isabelle Sadoyan, Corinne Masiero, Damien Gouy, Yoann Blanc, Yazid Benchenine, Sophie Cattani, Sava Lolov, Mohammed Nsiss, Saïd Lazaar (II), Jennifer Carrara, Jean-Claude Sodji, Nina Mbodji, Brian Bastian, Aurélie Marpeaux, Jérémy Annecchini, Guillaume Rothan, Jelle Schouten, Thiébaud Spatz, Daniel Kiehl, Mehdi Bouhassoune, Maxime Demba, Yoris Donnard, Simon Benattar-Bourgeay. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 2 febbraio 2017
Nella storia di un adolescente, un dramma sociale che aderisce come una pelle alla realtà e ne trattiene tutta l'energia vitale.
CONSIGLIATO SÌ
|
Chérife è un ragazzo turbolento e la madre decide di mandarlo a stare nella famiglia di sua sorella, sperando che il cambio d'ambiente lo tranquillizzi. Cambia anche scuola e dietro indicazione paterna viene messo in un istituto d'avviamento professionale all'edilizia. A sorpresa ill tranquillo e serafico cugino si rivela essere un writer, appartenente ad una crew che dipinge i muri di notte, e lo coinvolge nelle sue azioni a patto che non ne faccia parola con nessuno. Chérife però ha difficoltà a rispettare le regole.
Hélier Cisterne prende un'attività e ne fa grande allegoria della rabbia giovane. Chérife non tollera molto di quel che ha intorno a sè (la nuova famiglia, la scuola edilizia, i bulli, il padre...) ma come molti adolescenti non sa esprimere questo sentimento e subisce passivamente. È il mondo notturno dei Graffiti a cui lo inizia il cugino a rappresentare una valvola di sfogo, a diventare la ribellione anonima che non sa operare nella sua vita diurna.
Il represso, il desiderio, la voglia di una ragazza, tutto diventa ribellione generica contro un'autorità indefinita, perpetrata facendo "quello che non si può fare". Al contrario dei sodali infatti Chérife non ha la passione dei graffiti, non lo vediamo disegnare per sè, non sembra (fino a che non si misura) nemmeno in grado di disegnare bene, ma di certo è attirato dall'illegalità e dalle gesta in questo senso estreme di Vandal, writer bravo e spericolato che filma le proprie bravate con contorno di insulti alla polizia.
Svincolandosi subito dall'idea di ritrarre seriamente la sottocultura dei graffiti e palesemente più interessato allo strano rapporto che la vita del suo protagonista instaura con un writer che non conosce, Vandal sembra spesso sparare nel mucchio. Molto delle possibili idee di messa in scena sono sacrificate per seguire in maniera invisibile le peripezie di Chérife, vittima per eccellenza prima della società e poi delle proprie scelte, adolescente che "desidera desiderare" senza sapere bene cosa, represso senza il coraggio di ribellarsi nei canali giusti.
È quindi altissimo l'obiettivo di Hélier Cisterne: guardare la vita nel suo mistero, ammirare come i desideri pulsanti ma inespressi di cui lo stesso soggetto è inconsapevole agiscano per lui e ne condizionino le scelte. Vandal però non riesce ad arrivare a tanto e in più di un momento il vagare di Chérife tra una vessazione e l'altra sembra più pretestuoso che altro, più organizzato ad arte per renderlo vittima di un sistema che altro. Esattamente l'opposto di una purezza di sguardo svincolato dal giudizio.