La battaglia di Solferino

Film 2013 | Commedia 94 min.

Regia di Justine Triet. Un film Da vedere 2013 con Laetitia Dosch, Vincent Macaigne, Arthur Harari, Virgil Vernier, Marc-Antoine Vaugeois. Cast completo Titolo originale: La bataille de Solférino. Titolo internazionale: Age of Panic. Genere Commedia - Francia, 2013, durata 94 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 novembre 2013

La Storia e le storie, il pubblico e il privato, la folla, le bambine, i risultati elettorali, tutto si mescola e si contamina. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar,

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Commedia intimamente epica di una giovane autrice francese capace di affabulare cronaca e storia.
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 29 novembre 2013
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 29 novembre 2013

Parigi, 6 maggio 2012. Laetitia è una giornalista televisiva con due bambine e un matrimonio fallito alle spalle. Il giorno delle elezioni presidenziali si reca in rue de Solférino, sede del partito socialista, per coprire la diretta. Affidate le bimbe a un babysitter inesperto e agitata per le pressioni dell'ex compagno, Laetitia predispone ogni cosa ma niente va come previsto. Vincent, il padre delle bambine, si presenta sottocasa esibendo una lettera del giudice ed esercitando il diritto di vedere le sue figlie nel giorno stabilito dalla legge. Ostinata a tenerlo lontano dalla sua vita, Laetitia lo ignora e chiede addirittura a un vicino di casa di impedirgli di avvicinarsi alle bambine. Inizia in questo modo una giornata caotica e una battaglia aspra, che vedrà François Hollande vincitore e gli ex amanti sconfitti. Arroccati nel loro risentimento e incapaci di superare i contrasti.
Alla maniera della celebre battaglia del titolo, La battaglia di Solferino si combatte in un solo giorno, è cruenta e si conclude con un armistizio, un accordo fra 'stati' belligeranti che sospende le ostilità a tempo (in)determinato. Opera prima e febbrile di Justine Triet, La Bataille de Solférino precipita due amanti diventati nemici nel giorno della vittoria politica di Hollande, oscillando tra pubblico e privato. Privato che apre e chiude il film sbilanciando il racconto dentro i muri angusti e soffocanti di una relazione impossibile. Le immagini e gli eventi del mondo esterno interrompono rumorosi e sensazionali il quotidiano di Laetitia e Vincent, che non usano mai l'immaginazione come rimprovera un collega giornalista dopo i festeggiamenti degenerati in Place de la Bastille. L'immaginazione come contrappunto alle furiose vicende del reale, di cui sono coprotagonisti e soprattutto corresponsabili. Ma d'altra parte, Laetitia e Vincent non sognano mai, perché non dormono mai, sfiniti di realtà e irragionevolezza.
Unica frattura nell'universo concentrazionario che hanno prodotto è l'emergenza famelica della cronaca, che entra ed esce dalla porta di casa, cogliendo il nesso inscindibile che mescola e unisce normalità e follia, quotidianità e catastrofe. La giovane autrice francese dimostra una grande capacità di affabulare cronaca e storia, di connettere interno ed esterno, di scandire la progressione drammaturgica dei fatti di piazza con le vicissitudini personali. E in virtù di questa scelta strutturale, che accumula immagini, rancore e disagio, la battaglia dei protagonisti si rivela a poco a poco come lucida disamina di una coppia e lettura 'politica' del loro quotidiano. Ne La Bataille de Solférino, girato nel 2012 nei luoghi e dentro l'atmosfera di rinnovamento che congedava Nicolas Sarkozy e riprendeva il sogno socialista di Mitterrand, un avvenimento collettivo finisce per chiarire il senso di un conflitto privato, concentrandosi su gesti, sguardi, grida e parole piene di acrimonia. Le scene domestiche si alternano a quelle en plein air, dove la folla esultante riunita in rue de Solférino inghiotte Laetitia e Vincent in una spirale infernale e ansiogena, che li smarrisce e li fa minuscoli sul piano sociale e dentro il rituale mediatico della politica-spettacolo. Irrazionali, bellicosi e 'bipolari', i protagonisti incarnano l'assenza di senso causata da un mondo (politico) che ha perso l'orizzonte. Il modo estenuante in cui Laetitia e Vincent si odiano ha a che fare con la caduta del politico e quando il contrasto non è ordinato politicamente si produce una violenza barbara, che distrugge senza necessità e senza ragione le piazze e i focolari.
La commedia intimamente epica della Triet cerca e trova la pratica politica in Arthur, l'amico quasi avvocato di Vincent, che prova a tradurre in dialettica del conflitto la loro instancabile aggressività. Vincent Macaigne, spirito della strada del nuovo cinema francese, e Laetitia Dosch mantengono i loro nomi e li prestano a personaggi disfunzionali dentro un film non riconciliato, che lascia l'ultima parola alla realtà. Intorno, addosso e didentro c'è un Paese come loro: isterico e spaccato in due.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 30 novembre 2013
Alex2044

Visto al TFF . Una battaglia vinta . Un film ben fatto . Gli attori sono tutti credibili ma come al solito Vincent Macaigne li sorpassa di una spanna . Le scene di massa originali sono una piccola chicca . Film generazionale ma che può piacere anche ai vecchietti come me .Quando si parla di commedie i francesi sono proprio bravi .

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