Titolo originale | Wanmei shenhuo |
Anno | 2008 |
Genere | Docu-fiction |
Produzione | Cina, Hong Kong |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Emily Tang Xiaobai |
Attori | Yao Qianyu, Cheng Taishen . |
MYmonetro | 2,34 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Le strade di due donne si incrociano in un momento cruciale delle loro vite. Sono molto diverse e non si conoscono, ma il loro passato e il loro futuro potrebbero avere molto in comune.
CONSIGLIATO NÌ
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Li ha vent'anni e vive in uno sperduto paese del nordest della Cina, in attesa di un padre che non tornerà e in compagnia di una madre con la quale non c'è più dialogo possibile. Quando abbandona la fabbrica di gambe artificiali per andare a fare le pulizie in un albergo, incontra un uomo che le apre improvvisamente la possibilità del futuro. Li si trasferisce, perciò, a Shenzen, nella metropoli, e lì decide di restare, anche quando quella possibilità si richiude per sempre. A Shenzen, da Hong Kong, è arrivata anche Jenny: un abito alla moda, un divorzio sulle spalle, due bambine, un altro futuro che si è chiuso troppo presto e l'ha costretta a tornare al passato, al lavoro nei locali notturni, per mantenere almeno le condizioni del presente.
Su questi due binari femminili e paralleli scorre Perfect Life, della regista cinese Emily Tang, che ha trovato ad Hong Kong la libertà per raccontare l'altra faccia del suo paese: non quella che va spedita verso il progresso, bensì quella che rallenta fino a fare i conti con l'immobilità.
Pedinata senza tregua da una macchina da presa talmente vicina da fungere talvolta da specchio o da confidente, Li mette in scena, con il suo corpo ancora in sviluppo, l'attesa inquieta, mai ferma, di qualcosa che non arriverà mai se non sotto forma di illusione, e di cui Jenny incarna già il rimpianto, la sfioritura, nonostante il "fiore" degli anni. La regia si uniforma al narrato, procedendo in una sorta di trance e costruendo un'attesa perenne che è destinata a venir delusa nel peggiore dei modi, perché la vita non avrà la sua chance nemmeno sullo schermo, è stata solo un'illusione.
Faticoso, ansiogeno, soffocante come la vita di fabbrica che riporta criticamente in scena, rifiutando di darla per sorpassata (anche cinematograficamente parlando), Perfect Life non è forse un'opera del tutto riuscita, ma l'intenzione c'è ed è proprio quella di ricordare che non tutto riesce e, se sei una donna senza mezzi in un luogo che preferisce nasconderti nei seminterrati piuttosto che aiutarti ad emergere, può darsi facilmente che il film della tua vita non sia un bel vedere.
Era talmente «a sorpresa » che molti giornalisti non se ne sono accorti. Peccato. E pensare che gli ingredienti della notizia c’erano tutti. A tre giorni dalla fine delle Olimpiadi arriva alla Mostra un film cinese vietato in patria. Il direttore sinologo Marco Müller l’ha preso in extremis, gabbando gli alti papaveri del cinema di Pechino. Del resto, l’aveva preannunciato nelle interviste della vigilia. [...] Vai alla recensione »