L'uomo di Talbot

L'intelligenza, quale disgrazia. Perché porta a voler capire tutto della vita, di fatto a non capire nulla: ad essere un infelice, a volte ad impazzire. È quello che succede al paleontologo Benjamin (un bravissimo John Turturro): dopo aver fatto una scoperta di quelle pazzesche, che lo porterà dritto dritto al successo, si accorge di aver contratto una malattia fulminante, mortale. Una malattia peraltro del tutto inesistente, e del tutto allusiva: il suo cervello gonfierà a dismisura fino ad esplodere. Ed una malattia (anche qui simbolicamente) indotta dalla vita: il paleontologo ricerca i suoi massimi perché nel passato, con ostinazione. Ma arriveranno dall'aldilà i suoi genitori: gli spiegheranno un po' di cose, dopodichè Benjamin acquisterà la serenità. Mentre tutte le persone a lui care non si daranno pace, perché ossessionate dal bisogno di "capire" il perché del suo destino, lui prenderà con filosofia ogni istante della sua vita. Un modo di approcciare l'esistenza che richiede autoironia, disincanto. 