Ne Il sorpasso, Vittorio Gassman, prototipo dell'uomo del popolo, cialtrone e ignorante, chiede a Jean-Louis Trintignant: "L'hai visto L'eclisse?". Una spia che accende, a una lettura posteriore - e contemporanea - del film, una domanda: a quell'epoca era la normalità confrontarsi con film di tale spessore? La risposta potrebbe essere un "nì", perché se da una parte esistevano molti altri prodotti "di serie B", gli autori come Antonioni o Fellini erano veri e propri divi, anche più dei loro attori. I loro film diventavano fenomeni culturali di massa, cosicché anche un personaggio rozzo come il Bruno Cortona di Gassman poteva permettersi di affermare, solennemente, "bel regista Antonioni". 

Se riflettessimo invece sul fenomeno culturale contemporaneo per eccellenza all'interno del mondo cinematografico, il pensiero cadrebbe quasi inevitabilmente sull'universo dei cinecomics, distante anni luce, per ovvi motivi, dal cinema autoriale degli anni '60.

L'ultimo dei cinecomics usciti in sala è proprio l'Hellboy (guarda la video recensione) firmato da Neil Marshall, che per certi versi è il compendio perfetto di diverse caratteristiche del cinema d'intrattenimento, simbolo della nuova generazione. Il grande pubblico, infatti, desidera perlopiù la velocità dell'azione, il rapido susseguirsi di eventi che tenga alta l'asticella dell'attenzione, e sempre più mette da parte un valore più intrinsecamente riflessivo del cinema, che sembra trascurato, ultimamente, anche dalle grandi case di produzione.

Questo avviene perché in un contesto in cui tutto è velocizzato, anche l'ambito artistico sembra in obbligo di conformarsi a determinati crismi, prostrandosi più al mercato che all'estro creativo: ecco che quindi vengono prodotte decine di cinecomics e che il genere della biopic, in molti casi garante di cospicui incassi, è in fase di notevole crescita.

Questo ultimo Hellboy riassume in sé, quindi, un'idea di cinema, che esplode negli occhi dello spettatore sotto forma di sangue e inaudita violenza, fisica e verbale, in un aggrovigliato intreccio ad alta tensione, con continue conferme e smentite, inversioni e stravolgimenti.

Ma non solo: Hellboy riporta al cinema una fetta di pubblico nostalgica, del fumetto di Mike Mignola come della fortunata coppia di film sul "ragazzo infernale" firmata da Guillermo Del Toro. Il passato si riconfigura come elemento di riunione, proprio come è successo con un altro caposaldo del cinema d'intrattenimento contemporaneo, Ready Player One (guarda la video recensione), in cui addirittura Spielberg sfida lo spettatore a trovare tutti gli easter eggs, appartenenti perlopiù agli anni '80, che ha seminato nel film.

In entrambi i film, tuttavia, si respira l'aria di un cinema che sta progressivamente imboccando un'altra strada, solcata su esigenze che sempre più si allontanano da quelle di un passato che si avverte ormai come remoto.