Il maestro russo premiato a Roma con l'RdC Award per Paradise
ROMA, 27 OTT - "Sono un regista libero, ma ho
dovuto combattere. Ogni cineasta dovrebbe fare film per se
stesso, senza pensare agli altri o al successo. Il difficile è
condividere le emozioni". Andrei Konchalovsky si racconta così
all'ANSA prima di presenziare alla proiezione di Paradise, film
che questa sera verrà premiato con l'RdC Award per il miglior
film straniero nell'ambito della 20a edizione del Tertio
Millennio Film Fest. "Mi interessa raccontare tutto, non
esistono storie noiose ma solo narratori noiosi. La cosa più
interessante è trovare lo sguardo più intenso che si può dare
alla realtà. Ma serve anche un buon udito, per riuscire ad
ascoltare il sussurro di Dio", spiega il regista russo, che,
dopo il Leone d'argento con Paradise a Venezia 73, è anche
candidato dalla Russia all'Oscar come miglior film straniero.
"Non è mai questione di attualità in un film, ma di emozione. La
politica non mi interessa, cerco di sollevare domande: il mio
non è un film sull'Olocausto, ma sul perché il male riesca a
sedurre".
(ANSA)