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Survival Cinema, Hollywood punta all'estremo

Revenant come Gravity e Sopravvissuto - The Martian. L'inventiva riesce a sovvertire una situazione di morte sicura.
di Roy Menarini

Leonardo DiCaprio (Leonardo Wilhelm DiCaprio) (49 anni) 11 novembre 1974, Los Angeles (California - USA) - Scorpione. Interpreta Hugh Glass nel film di Alejandro G. Iñárritu Revenant - Redivivo.
mercoledì 20 gennaio 2016 - Focus

Quando uscì Into the Wild - Nelle terre selvagge di Sean Penn - il film più lucido e penetrante sul possibile rifiuto del mondo per come è - molti lo scambiarono per un facile elogio della fuga e del biologico/alternativo.
Peccato che quella di Christopher, il protagonista, fosse al fondo la scelta di chi possiede una grande motivazione ma non le capacità di sopravvivere alla wilderness: la carne cacciata marcisce, il cibo scarseggia, e l'orizzonte americano diventa infine la tomba del ragazzo. Tutto ciò non sarebbe mai accaduto allo Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) in Revenant - Redivivo, capace di sopravvivere in tutti i modi più incredibili, sfidando natura, animali, nemici e intemperie, e trovando soluzioni ingegnose in ogni momento in cui la propria esistenza viene messa in pericolo da agenti esterni (e a un certo punto, dall'"uomo chiamato cavallo" si passa all'"uomo vestito cavallo", come capirà chi ha visto o sta per vedere il film di Iñárritu).

un ulteriore gruppo di opere narra la hybris dell'uomo, che sfida la natura senza comprendere che l'estremo non è un reality show ma qualcosa di ben più insondabile
Roy Menarini

Ci troviamo di fronte a due spinte diverse, nella Hollywood contemporanea. Da una parte, l'homo technicus, cioè colui che grazie alla scienza appresa è in grado di cavarsela con creatività nei frangenti più pericolosi: è il caso di Revenant - Redivivo ma anche di Gravity e di Sopravvissuto - The Martian, tutti film nei quali l'inventiva del personaggio riesce a sovvertire una situazione di morte sicura. Dall'altra, invece, un ulteriore gruppo di opere narra la hybris dell'uomo, che sfida la natura senza comprendere che l'estremo non è un reality show ma qualcosa di ben più insondabile, come presto capiscono i personaggi di Everest, per esempio, o di Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick, per citarne due recenti e diverse tra loro.
Questi "survival movies" stanno moltiplicandosi, e sembrano graditi a un ampio pubblico per ragioni talvolta semplici da individuare (un mondo occidentale iper-tecnologico e protetto ma percepito come insicuro e minaccioso), altre volte meno evidenti (forse la sensazione di scarsa autenticità delle nostre vite dominate dai media digitali, che necessitano di esperienze forti, sia pure vicarie).


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