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Le film le plus grand et le plus tragic

ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto un momento della marcia di Parigi.

domenica 18 gennaio 2015 - Focus

Nessuno, come i francesi, sa fare la Storia. Cos'è la grande marcia repubblicana di Parigi dell'11 gennaio 2015 se non Storia, grande, grandissima. Quel fronte di quaranta capi di stato con dietro due milioni di popolo è un'immagine che si è attestata nella memoria, nel sentimento e nella cultura di tutti coloro che si interessano al mondo. Per fatti di quella portata, la memoria immediata scova fotogrammi dei tedeschi, e non solo, che staccano pezzi del muro di Berlino, in quel 9 novembre del 1989, o di quel ragazzo, il rivoltoso sconosciuto, che affrontò il carro armato in piazza Tienanmen, era il 5 giugno dello stesso 1989. E ancora, rimanendo nell'era recente, la statua abbattuta di Saddam, il 9 aprile del 2003. E naturalmente quelle immagini infernali delle torri di New York l'11 settembre del 2001. Tutti film in diretta. Abbiamo assistito all'oceano di francesi in cammino: altro che Esodo, altro che Mar rosso. Il grande schermo di Ridley Scott, (Dei e re) nelle sale in questi giorni, con le sue scene di finta massa, di finto tutto, viene relegato a spettacolino fasullo. E' documentato che in quel 14 luglio del 1789, il giorno della Bastiglia che cambiò (davvero) il mondo, nelle vie di Parigi c'era in giro meno gente. Amano, i francesi, rilucidare, riproporre la leggenda, in nome di un lemma e di un concetto che hanno inventato loro e non trascurano di ricordarcelo: libertà. Chiamasi grandeur. E: inchinarsi prego. I 40 davanti, i 2 milioni a seguire e naturalmente, due giorni prima, l'action terribile, in diretta, degli assassinii e della "punizione"dei terroristi-martiri: le film le plus grand et le plus tragic della nostra epoca. I terroristi Chérif e Said Kouachi e Amedy Coulibaly: francesi che si sono convertiti all'Islam violento. E' un argomento che conosco da tempo.

Eroe
Nel 2008 ho pubblicato il romanzo L'eroe, con Baldini Castoldi. E' la storia di Franco Ferrari, un sociologo milanese, laureato in medicina, accademico e scrittore, molto noto. Conosce l'Islam ed è consapevole della debolezza occidentale rispetto a quella mistica e a quella cultura. Decide, dopo dolorosa presa di coscienza, di indossare una cintura esplosiva e farsi saltare in una moschea. Si organizza, ma quando è il momento di attivare il meccanismo, nella moschea, sente un lamento, è di un fedele che sta per avere un infarto. Allora prevale il medico e il cristiano. Rinuncia al suo progetto immane per salvare la vita all'islamico. Franco diventa dunque il modello opposto della sua prima intenzione. All'integrazione non crede "... io non mi integro neppure coi miei parenti..." ma diventa il simbolo del rispetto delle differenze e di un normale rapporto di vita. Allora lessi il corano, per affrontare un argomento come quello.
A un congresso il sociologo incontra Medhi Samour, sceicco saudita petroliere potentissimo, una laurea a Oxford, fra le molte. In un dialogo con l'italiano porta concetti... pesanti. "... Professor Ferrari, lei coglie nella cultura occidentale la voragine che si è aperta. Lei ha voglia di valori, di fede e di applicazione. E sa che da voi non la troverà più. Troppe insicurezze, tutto piatto, tutto falsamente acquisito. L'Islam attrae il cristianesimo. Liberale, capitalista, individualista: sono concetti stanchi, vuoti, portatori di debolezza e di sconcerto. Tocca alla nostra civiltà affascinarvi, con la forza della tradizione e della devozione. Molti di voi si stanno convincendo che credere in qualcosa sia meglio che credere in niente. Dunque, perché non credere nella religione musulmana?" "...Voi ci lasciate in pace... secondo lei, e noi dovremmo fare altrettanto. Un musulmano entra in una vostra scuola e toglie il crocefisso dalla parete. Da noi un cristiano sarebbe lapidato. Succede perché noi abbiamo la certezza di Dio. Voi vi stupite della difficoltà di convertire un musulmano. Il concetto "infedele" per noi è qualcosa di molto serio." "... il nostro profeta ha usato il vostro. E' un fatto... di anagrafe. Quando lui è arrivato, Cristo era già nel passato. Noi abbiamo ottimizzato e vi abbiamo sorpassato. E poi il nostro profeta aveva un vantaggio, non da poco, era un guerriero, portava la spada e la usava. E ha detto, se è il caso, usatela. ... da quell'11 settembre avete paura, vi è caduta la certezza che l'Occidente sia superiore all'Islam. State attentissimi a non manifestarlo e a dichiararlo. Perché se lo dichiaraste dovreste scontrarvi con noi e nell'intimo sapete che in un corpo a corpo spirituale e morale, e anche fisico a questo punto, perdereste." Tutto questo 6 anni fa. Mi ero portato avanti...

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