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Shabana Azmi, il progresso di un Paese non si misura col denaro

L'attrice indiana ospite al River to River di Firenze.
di Teresa Nannucci

In foto Shabana Azmi.
Shabana Azmi (Shabana Asmi) (74 anni) 18 settembre 1950, Nuova Delhi (India) - Vergine.

venerdì 22 novembre 2013 - Incontri

So that's exactly like Indians!": Shabana Azmi, attrice e attivista indiana, nota in Italia soprattutto per Fire e La città della gioia, commenta così il tipico ritardo italiano, in occasione della sua prima conferenza stampa fiorentina. L'attrice si trova infatti a Firenze in qualità di ospite d'onore del River to river Florence Indian Film Festival.

Lei è una donna molto impegnata nel sociale, sia come incaricata di Action Aid in India che contro la violenza delle donne o le spose bambine, problema riportato all'attenzione di tutti dagli ultimi fatti di cronaca. Come si rapporta con questa piaga sociale?
Sono nata in una famiglia di intellettuali, in cui i diritti delle donne sono sempre stati dati per scontati. A 19 anni ho scoperto che ciò che io davo per certo, non valeva per tutto il mondo. L'India vive diversi secoli in parallelo, davanti a donne a capo del governo ci sono uomini che ancora comandano le donne nelle famiglie, ma è vero che la violenza sulle donne è un problema di ordine globale. Ci deve essere tolleranza zero verso questi fatti: non sono i soldi a determinare il progresso di un Paese, bensì la crescita umana e qualsiasi forma d'arte può creare i presupposti per rendere possibile questo cambiamento. Essendo in una posizione molto privilegiata sento ancora più responsabilità per risolvere questo problema.

C'è un attore o un regista italiano con cui vorrebbe lavorare?
Non vi posso dire il nome, altrimenti rivelo la mia età! A parte gli scherzi mi sarebbe piaciuto lavorare con Marcello Mastroianni. Ho però lavorato con Roberto Benigni in Il figlio della Pantera Rosa.

La ricezione del cinema in Italia è molto diversa da quella indiana. Quali crede siano le differenze maggiori tra le due realtà?
Adesso il cinema indiano è diventato più sicuro di sé e ha smesso di scusarsi per l'abbondanza di musica e balli, ma film come Ladri di biciclette o la Nouvelle Vague hanno avuto ripercussioni in tutto il mondo, anche in registi come Satyajit Ray. Dobbiamo smettere di rigettare ciò che non capiamo e di separare nettamente le varie realtà: in un mondo sempre più globalizzato, dobbiamo interagire tra culture diverse.

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