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Stregati dalla luna

Viaggio nei film che hanno immaginato e "realizzato" lo sbarco sulla luna.
di Marzia Gandolfi

Le voyage dans la Lune

lunedì 20 luglio 2009 - News

Le voyage dans la Lune
Le statistiche ci dicono che poche persone si interessano oggi alle imprese spaziali e che circa i quattro quinti dell'umanità non sa o non crede che l'uomo sia sbarcato effettivamente sulla Luna. Lo spazio è rimasto terra di conquista per satelliti e sonde e ci siamo addirittura dimenticati lassù l'equipaggio della stazione orbitale russa. C'è però un quinto che è convinto che i primi viaggi alla Luna, l'allunaggio dell'Apollo 11 (20 luglio 1969) e la vicenda dell'Apollo 13 (17 aprile 1970), siano, a ragione, un capitolo di storia insostituibile per capire l'amore del Mondo e arrenderci a esso e alla crudele bellezza del creato. Se Jules Verne ("Dalla Terra alla Luna") e Herbert G. Wells ("I primi uomini sulla luna") sono considerati i progenitori della fantascienza letteraria, Georges Méliès, che alle loro opere si è ispirato per Voyage dans la Lune, viene considerato il padre di quella cinematografica. Le storie del cinema di fantascienza cominciano così tutte dal Viaggio nella luna del mago di Montreuil, il primo artista a mostrare le potenzialità del mezzo, la fascinazione della macchina cinematografica, il mondo possibile e visibile del film di fantascienza. Il cinema pionieristico di Méliès si "spinse" fino alla luna, "accecandola" con l'obice di Verne, estendendo la visibilità e l'accessibilità dello spazio e mutando per sempre l'atteggiamento dell'uomo di fronte allo spazio e al tempo. La forza di penetrazione del cinema nell'immaginario collettivo del Novecento è dipeso certamente dalla sua capacità di mostrare mondi possibili, paralleli, alternativi, ancora prima di acquistare uno statuto compiutamente narrativo. La luna antropofaga e la peculiare iconografia lunare elaborate da Méliès, a partire da La Lune à un mètre (1898), non mancarono perciò di suggestionare il cinema a venire, attraversando con efficacia i principali generi hollywoodiani (horror, commedia sentimentale, bellico e naturalmente fantascienza). Da Méliès il cinema non ha più smesso di immaginare lo sbarco sulla Luna prima e dopo il 1969, prima e dopo la febbre cosmica che condusse tre "mandriani", Neil Armstrong, Buzz Aldrin, allunati, e Michael Collins, rimasto in attesa nell'orbita lunare, a cavalcare "l'aquila" (il modulo lunare Eagle sbarcato). Lo spirito degli "space cowboys" che hanno sognato e poi realizzato nella più completa umiltà la missione Apollo 11, riposa davanti al fuoco ristoratore del bivacco e si riversa nella fascinazione di una produzione filmica che recupera il desiderio della conoscenza e dell'avventura. Quarant'anni dopo il primo sbarco dell'uomo sulla Luna, avvenuto il 20 luglio del 1969, il cinema proietta l'uomo verso l'alto, verso le stelle, il cielo immenso, il vuoto, la solitudine, il desiderio del ritorno e di ritornare là dove nessun altro cosmonauta ha più rimesso piede (dal 1972).

Prima dello sbarco sulla Luna
Coincidenza perfetta fra film di genere e cinema d'autore, 2001-Odissea nello spazio è considerato "il film tutto" della fantascienza, un'ultima tappa nel lungo viaggio dell'uomo attraverso la perdita del corpo e la reincarnazione nel fanciullo delle stelle. Girato un anno prima dell'allunaggio, il film di Stanley Kubrick è un'indagine filosofica che ha collezionato negli anni innumerevoli interpretazioni: epica (il viaggio), mitologica (il simbolo), sociologica (la razionalità messa in crisi dalle rivendicazioni sociali, sessuali e civili del '68). In 2001-Odissea nello spazio il regista americano accompagna l'umanità dai primordi fino al futuro della macchina: nel 2001 finzionale la Luna è colonizzata dagli uomini e un equipaggio di cosmonauti si imbarca sull'astronave Discovery, guidata dal cervello elettronico Hal 9000, e viaggia verso Giove, incuriosita da un misterioso monolite nero. Il viaggio nello spazio di Kubrick è una lotta contro il tempo, è, di fatto, una lotta contro la morte che ostacola la realizzazione dell'individuo. Per questa ragione lo spazio kubrickiano si apre e si estende, la conquista spaziale è la risposta all'angoscia della morte. Fare un film, andare sulla luna, significa allora lottare contro il tempo. Di altro "genere" letteralmente ma ugualmente (e farsescamente) impegnato ad esplorare l'immaginario pre-allunaggio, è pure la parodia di genere di Stefano Vanzina, in arte Steno. Spassosissima riconversione comica del cinema di fantascienza, Totò nella luna, datato 1958, anticipava e ridicolizzava lo sbarco lunare e tutta la produzione commerciale americana che rifletteva l'avanzamento tecnologico del paese (L'invasione degli ultracorpi, Gli invasori spaziali, Assalto alla terra). A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il Programma Pioneer aveva programmato una serie di missioni spaziali senza equipaggio destinate all'esplorazione della Luna e dei pianeti del sistema solare. Nel 1958 il sensazionale lancio del Pioneer 2, esploso prima di raggiungere l'orbita lunare, aveva tuttavia aperto la strada e la speranza a nuovi missili abili a violare la superficie terrestre fino a raggiungere la luna. Perché allora non familiarizzare comicamente con l'avventura cosmica americana e non lanciare nello spazio un fattorino con velleità da scrittore di fantascienza (Tognazzi) e un editore (Totò) ansioso di liberarsi con ogni mezzo del fidanzato della figlia? Finiti sulla Luna i nostri eroi daranno corpo e voce a una serie infinita di gag e stupidaggini interplanetarie, producendo una satira acuta delle grandi imprese della scienza internazionale. Tra sfondi dipinti e rocce di cartone, Totò e Tognazzi toccheranno a loro modo la superficie lunare e avvertiranno lo stupore della "forza di gravidanza".

Dopo lo sbarco
Immaginata e sognata, raggiunta e conquistata, la Luna non ha mai smesso di influenzare romanticamente (Stregata dalla luna) o maleficamente (Un lupo mannaro americano a Londra) il cinema. Rimandando al ciclo del licantropo degli anni Quaranta, John Landis trasforma, con l'aiuto dello spettacolare make up curato da Rick Baker, David Naughton in un lupo. Dentro la prima notte di luna piena e attraverso un'orchestrazione esibita dell'effetto speciale, il regista di Animal House e The Blues Brothers strazia la carne di uno studente americano per le strade londinesi. Era il 1981, Ronald Reagan succedeva a Jimmy Carter e lo Space Shuttle Columbia "uccideva" due tecnici durante un test a terra sull'orbiter, prima del lancio inaugurale. L'ultimo dei mostri classici creati dalla Universal, l'uomo lupo, affonda radici (e artigli) nella leggenda e nel folclore senza avere alle spalle fonti letterarie nobili come Dracula o Frankenstein. È un essere altro colpito dal Fato e condannato dalla Luna a una diversità intermittente che vorrebbe evitare e a cui non può porre rimedio. Se la luna porta alla luce le zone buie dell'individuo, la paura di sé e l'angoscia della sua esistenza, allo stesso modo è in grado di riaccendere i sentimenti di una vedova italo-americana splendendo piena su New York. Complice la luna, il film di Norman Jewison innamora Loretta e Ronny (Cher e Nicolas Cage) davanti al Metropolitan Opera House. Trasformata dal trucco, dai vestiti e dall'amore, il personaggio stregato di Cher cede la sua "gelida manina" all'amato in "una notte di luna" musicata da Puccini e scritta da Giacosa e Illica. Sulle note della " Bohème", la luna incombe rotonda e perfetta sullo skyline di Manhattan. È una luna cartoon e di cartone contro cui ululano i cani, di fronte a cui languisce Renata Tebaldi e sotto la quale si "trasforma" Loretta Castorini. Era la luna di una notte dei tardi anni Ottanta, un momento in cui tutto sembrava possibile, anche che George H. W. Bush perdesse le elezioni. Il

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