Il libro dei sogni
Si tratta di una delle eredità più preziose che ci poteva lasciare Fellini, superbo autore de Le notti di Cabiria, 8 ½ e Amarcord dotato di una capacità visionaria unica e straordinaria. Il libro dei sogni è una sorta di diario che il maestro ha iniziato nel 1960 dove negli anni, fino al 1990, ha riprodotto - prevalentemente con l'ausilio di pennarelli, ma anche con tempere e colori pastello - i suoi sogni e i suoi incubi notturni, commentandoli con note a margine. "Siamo di fronte a un fatto del tutto eccezionale" ha dichiarato il direttore della Fondazione Fellini Vittorio Boarini alla conferenza stampa di presentazione di libro e mostra che si è tenuta ieri mattina a Roma. "Erano anni che si parlava di questo libro, un'opera segreta e misteriosa nonostante fossero già filtrate alcune anticipazioni. Solo alcuni amici intimi del regista lo avevano visto e alcuni avevano avuto in regalo dei disegni. Era stato un famoso psicanalista junghiano - Ernst Bernhard - a consigliargli di produrre e commentare questi sogni fantastici che oggi rappresentano una miniera di informazioni per capire meglio la sua opera". Non è stato semplice per la Fondazione riuscire a portare alla luce Il libro dei sogni. "Le clausole erano tali che abbiamo impiegato due anni per farlo uscire dal caveau della banca riminese dove era depositato" ha spiegato Boarini. "Ci siamo riusciti nel maggio 2006, poi c'è voluto un altro anno per studiarlo. L'idea era di mostrarlo non solo attraverso una pubblicazione che fosse fruibile a tutti (il libro uscirà per la Rizzoli in due versioni, entrambe contenenti tutta l'opera "onirica" di Fellini, e verrà tradotto in inglese, francese e tedesco, NdR) ma anche attraverso una mostra che potesse dare una rappresentazione spettacolare del libro".

La mostra "Fellini oniricon"
Verrà inaugurata il 17 ottobre alle ore 12 all'Auditorium Parco della Musica di Roma all'interno dello Spazio Risonanze ed esporrà oltre cento disegni tratti da Il libro dei sogni. Otto saranno le sezioni divise in un percorso che finirà con una raccolta di disegni originali staccati dallo stesso Fellini dal suo diario. Ci sarà uno spazio dedicato ai personaggi famosi - amici e colleghi che il regista si divertiva a ritrarre o spesso a "caricaturare" -, quello dedicato alle donne e alle loro curve generose, lo spazio alter ego e rivali - dove ci sarà una carrellata di immagini dell'attore feticcio del maestro, Marcello Mastroianni - e lo spazio dedicato alla sua filmografia, dove sarà evidente come fosse figlia di una sequenza di sogni e viceversa. Curatore di "Fellini oniricon", insieme a Vittorio Boarini, è il noto critico cinematografico Tullio Kezich, "l'unico al quale Fellini aveva permesso di scrivere la sua biografia", come ha sottolineato Vincenzo Mollica durante l'incontro. "Quando ho proposto l'idea della mostra a Goffredo Bettini (presidente della Fondazione Cinema per Roma, NdR), non ho fatto in tempo a finire che mi ha detto di sì. Ai tempi di Craxi lo chiamavano decisionismo" scherza Kezich. "All'ingresso della mostra scriverei Dimenticare Fellini" perché attraverso i suoi disegni ci si trova di fronte a una nuova esperienza visionaria, aggiungeremmo noi. "La Festa del Cinema di Roma dovrebbe essere un'occasione seria di crescita intellettuale e allo stesso tempo divertimento. La mostra che abbiamo allestito è importante per conoscere meglio Fellini, ma è anche vero che mai nella storia dell'arte si ha avuto una così acuta e divertente autoanalisi da parte di un artista della sua portata. Fellini era un maestro naturale che non pretese mai di insegnare niente. Lui si muoveva libero, partecipava all'opinione nel modo più spiritoso e diretto. Sono sicuro che uscirete migliori dalla mostra, o perlomeno migliorabili".