Il tormentato David Cronenberg torna a dirigere Viggo Mortensen dopo A History of Violence in Eastern Promises. Scelta vincente, perché il film è uscito vincitore dalla 32^ edizione del Toronto International Film Festival, che si è appena concluso dopo dieci giorni di maratona cinematografica.
Eastern Promises, il nuovo film dell'autore de La mosca e Videodrome, è la storia di Anna Khitrova, un'ostetrica londinese interpretata da Naomi Watts, che vuole indagare su una prostituta quindicenne morta di parto. Inevitabilmente la donna si ritrova in un grosso giro di prostituzione gestito dalla mafia russa e sul quale sta indagando la polizia, e viene a contatto con il misterioso Nikolai Luzhin (Viggo Mortensen), autista di uno dei più famosi e pericolosi gangster. Nel cast anche Vincent Cassel.
Il Toronto City Award per il miglior film canadese è andato a Guy Maddin per My Winnipeg, una pellicola autobiografica girata in bianco e nero nella sua città, «un docu-fantasia (come lui stesso ama definirlo) altamente personale che si armonizza ai fatti e alla fiction».
Il City Prize è invece toccato al quebecchese Stephane Lafleur, autore di Continental. Un film sans fusil, già presentato all'ultimo Festival di Venezia, una rigorosa e inquietante pellicola corale che racconta la solitudine umana attraverso quattro diverse storie che si intersecano tra loro.
I giornalisti accreditati hanno invece premiato con il Deisel Discovery Award Cochochi, una coproduzione Messico-Regno Unito-Canada, firmata da Laura Amelia Guzman e Israel Cardenas e prodotta da Gael Garcia Bernal e Diego Luna. Una pellicola che racconta cultura e tradizioni messicane nella storia di due fratelli. Tra i vincitori, un altro film presentato all'ultimo Festival di Venezia, La zona del messicano Rodrigo Plá, premiato (dopo il Leone del Futuro veneziano) con il Fipresci Prize. Il film, vera rivelazione anche a Venezia, esplora provocatoriamente la realtà messicana, drammaticamente divisa tra ricchezza sfacciata e povertà assoluta.