La zona |
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Un film di Rodrigo Plà.
Con Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Carlos Bardem, Daniel Tovar, Alan Chávez.
continua»
Drammatico,
durata 97 min.
- Spagna, Messico 2007.
- Sacher
uscita venerdì 4 aprile 2008.
MYMONETRO
La zona ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Alejandro vive nella Zona, un quartiere ricco nel centro di Città del Messico. Nel giorno del suo compleanno tre ragazzi delle borgate si introducono per una rapina in una delle case della Zona.
![]() La coscienza di un adolescente contro i "muri" dei padri. Un dramma sulle regole morali e le nozioni di coesistenza |
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Marzia Gandolfi
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Un muro alto e impraticabile separa la Zona, un quartiere residenziale e abbiente di Città del Messico, da un mondo di baracche e di miseria. Un temporale e il crollo di un cartellone pubblicitario provocano una breccia in quel muro, dove si infilano tre adolescenti delle favelas in cerca di denaro e di fortuna. Ma il destino decide altrimenti e tragicamente. Due di loro muoiono abbattuti dai colpi della sorveglianza, soltanto Miguel trova rifugio nella cantina di una villa e nel (buon) cuore di Alejandro, un coetaneo più felice e fortunato. Mentre Miguel e Alejandro imparano a conoscersi, i residenti intraprendono una folle caccia all'uomo. Nella prima sequenza della Zona un adolescente percorre una strada residenziale a bordo di un Suv. La vernice brillante dell'auto riflette ville e giardini curati: un dentro perfetto e asettico che riproduce se stesso, mentre il suo fuori, caotico e disperato, "ruba" l'amore sopra un pullman rugginoso. ![]()
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Un pugno nello stomaco
sabato 5 aprile 2008
di breberto
Non sapevo niente di questo film, dei suoi trascorsi di premi festivalieri e non conosco il regista che credo sia alla sua prima opera. Sono andato a vederlo il secondo giorno di programmazione fidandomi su una recensione letta e non me ne sono pentito. E' un film di grande impatto morale, come se ne facevano una volta, segnatamente nel cinema americano. La tematica è quella propria di un film pamphlet, che cioè vuole denunciare una situazione e sostenere dei valori, ma non è semplicemente un film continua » |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Il mondo e i muri: "la zona" grigia.
mercoledì 9 aprile 2008
di Cice
Una riproduzione in scala ridotta delle paure nel mondo di oggi. Un microcosmo in cui l'alterita' e' vissuta come ostacolo, la tentazione di abbandonarsi ad istinti belluini vince sul ricorso alle vie legali, quest'ultime che anche se adite partono viziate in origine o conducono ad esiti fallimentari,il bisogno di un capro espiatorio e di sicurezza che annidano il dubbio anche sui vicini di casa... a me e' piaciuto davvero molto, soprattuto perche' non si riesce a capire dove stia il giusto, del continua » |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Cose dalle quali i muri non possono proteggere
venerdì 30 maggio 2008
di s.c.
La zona, opera prima di Rodrigo Plà che ha ricevuto plausi e riconoscimenti ai premi di mezzo mondo (da Venezia a Toronto), si apre con la macchina da presa che segue un Suv guidato da un ragazzino per le strade di un quartiere evidentemente benestante e dall'aspetto quasi idilliaco: una donna che corre, bambini in divisa scolastica che attraversano la strada, un vecchietto seduto in giardino che legge il giornale in compagnia del suo cane... Poi però nella sua panoramica l'occhio della cinepresa continua » |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() La miseria di una fortezza dorata
domenica 17 ottobre 2010
di mario_platonov
Un interessante film, quasi un piccolo saggio di geografia urbana: il contatto fisico tra la miseria di un quartiere periferico e le comodità (conservate con molta fatica) di un'area residenziale è reso con potenza attraverso il crollo accidentale di un muro. Il punto forte della pellicola è la capacità del regista di mescolare al meglio tutte le fazioni “in gioco”: polizia, abitanti del ghetto dorato, poveri, portano tutti dietro il marchio della paura, continua » |
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Prigionieri delle nostre stesse paure Dentro "La Zona", fuori il resto del mondo
di Roberta Ronconi Liberazione
Un piano sequenza con dolly ci presenta il contesto già dai titoli di testa. Bambini in divisa da collegio, prati verdi, aiuole curate, ville signorili, cani da guardia. Seguendo il volo di una farfalla, lo sguardo si alza e si sposta verso sinistra, fino ad incontrare un muro. Alto, ancora più alto, filo spinato, torretta, telecamera di sicurezza, quindi apparizione dell'esterno: un agglomerato urbano, immenso e accatastato come una favela, una colata di cemento graffiato dalla miseria. Dentro è "La zona", fuori il resto del mondo. » |
Ricchi, poveri e recinzioni
di Roberto Nepoti La Repubblica
Un tempo i dannati della Terra erano rinchiusi nei ghetti. Oggi capita l’opposto: sono i privilegiati a barricarsi in cittadelle fortificate (o in Suv da battaglia) per proteggersi dagli abitanti delle banlieue povere. La mutazione è raffigurata molto bene nella Zona, film messicano premiato a Venezia e Toronto. Città del Messico: durante un temporale tre ragazzi delle favelas penetrano della «zona» del titolo, quartiere residenziale protetto da mura e guardie private. Durante un tentativo di furto, uccidono una donna; due sono abbattuti dai residenti; il terzo fugge, ma non può uscire dall’area recintata. » |
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di Alessio Guzzano City
Il quartiere del titolo è una linda isola benestante nel mare delle favelas di Città del Messico. Murata, sbarrata, videosorvegliata, protetta da filo spinato, egoismo, guardie armate e leggi privilegiate. Agli abitanti non basta. Quando tre ragazzini si introducono nella casa sbagliata per un furto che degenera in omicidio, ne seccano due sul posto, buttano i cadaveri nell'immondizia (ci rimette la pelle anche un vigilante) e braccano il terzo per vendicarsi. Da fuori, un cocciuto commissario e una madre in pena tentano invano di aprire una breccia affinché la giustizia entri, ma dentro tutti conoscono le cifre dei numeri e de prezzi della polizia. » |
Topi di quartiere
di Luigi Paini Il Sole-24 Ore
La zona, del regista messicano Rodrigo Plá, è un film sulla paura. Anzi, addirittura sul terrore di perdere i propri privilegi, di doversi mischiare con gli altri, soprattutto se questi altri sono brutti, sporchi e cattivi. La zona è il nome di un quartiere residenziale tutto lindo e perbene, diviso dal resto del mondo da alte mura di cinta. Di qui tutto funziona, di là è l'inferno delle baracche, della violenza, della vita senza speranza. Naturale che chi abita di qui difenda con le unghie e con i denti i suoi privilegi, che arrivano fino ad avere la facoltà di amministrare una sorta di giustizia privata. » |
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