Orfana di madre, abbandonata dal padre, Blanche venne tirata su dalla nonna che, sin dalla più tenera età, la fece lavorare in teatro; cosicché, quando nel 1909 debuttò in un film della Edison, la piccola Blanche non ebbe alcuna esitazione dinnanzi alla macchina da presa. Nello stesso anno venne scritturata dalla Biograph dove, rispetto alle «Griffith Girls» - Mary Pickford, Lillian Gish, Mae Marsh - Blanche rappresentava un tipo completamente diverso: mentre le prime erano bionde, fragili, bisognose di un eroe che venisse a difenderle o a salvarle da qualche insidia, lei dimostrava chiaramente di sapersi sbrogliare da sola, era un tipo determinato e coriaceo, un maschiaccio.
Uno dei primi film in cui Griffith fa uso del montaggio incrociato è The Lonedale Operator (1911), dove una telegrafista resiste a un assalto di banditi, mentre attende l'arrivo della polizia alla quale ha chiesto aiuto con il telegrafo. Nel ruolo della protagonista, Blanche disegna sul proprio volto l'ansia, la paura, la spasmodica attesa, tutta una gamma di emozioni. «That was the picture - scrisse la moglie di Griffith, Linda Arvidson, nelle sue memorie - in which he (Griffith) first recognized the potentiality of Sweet». Dopo essere apparsa in una miriade di film diretti da Griffith o dai suoi allievi come Christy Cabanne, James Kirkwood o Jack O' Brian - tra i quali vanno ricordati due vicende d'ambiente italiano, The Hero of Little Italy e The Coming of Angelo (entrambi del 1913), lo spettacolare The Massacre (1914) e il dramma psicologico The Avenging Conscience (1914), Blanche fu la protagonista del primo lungometraggio di Griffith, Judith of Bethulia (1914): e con questo film poteva considerarsi completamente «arrivata».
Fu la Famous Players a farsi avanti con un'offerta molto vantaggiosa che Blanche esitava ad accettare perché non voleva abbandonare Griffith e la Biograph. Ma proprio Griffith la spinse «a volare con le proprie ali». Alla neonata Paramount, fu Cecil B. DeMille a dirigere i primi film di Blanche, The Warrens of Virginia e The Captive (entrambi del 1915), ai quali ne seguirono numerosi altri, di vario genere, che dettero all'attrice l'occasione di dimostrare una versatilità ancora inespressa quando lavorava alla Biograph. Nel lasciare la Paramount all'inizio degli anni Venti, Blanche era ormai un'attrice affermata, eppure non capace di suscitare l'entusiasmo del pubblico: il suo ruolino di marcia contava decine e decine di film, tra i quali molto pochi potevano vantare un vero interesse. Fu nel 1923 che la Sweet dette la sua migliore interpretazione come protagonista del dramma di O'Neill, Anna Christie. Il film piacque a pubblico e critica e, anche recentemente riproposto, appare di gran lunga superiore a quello successivo di Clarence Brown, che è una scena teatrale filmata; la versione con Blanche, diretta da un ignoto John Griffith Wray, è molto più articolata, molto più cinematografica. Diretta dal marito, il regista Marshall Neilan, Blanche apparve ancora in Tess of the d'Urbervilles (1924) e The Sporting Venus (1925), girati in esterni in Gran Bretagna, e in qualche altro film, prima di ritirarsi dal cinema nel 1931 e passare al teatro, dove le sue fortune non hanno mai subito alti e bassi.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.