La vita di una donna viene stravolta quando le viene diagnosticato un tumore al cervello. Espandi ▽
La cinquantenne Anja è una regista teatrale norvegese e danni vive con Tomas, un produttore dal quale ha avuto tre figli, che si sono uniti agli tre nati da un precedente matrimonio dell'uomo: insieme formano una famiglia allargata numerosa e serena. La vigilia di Natale, tornata da una trasferta di lavoro, Anja si fa visitare per un fastidioso problema all'occhio e scopre così di avere un tumore al cervello. Nei giorni che porteranno all'inizio dell'anno nuovo, tra cene con i figli, regali e visite di parenti, Anja attraverserà con Tomas il calvario di consulti medici, esami e discussioni sul loro futuro che la avvicineranno all'inevitabile confronto con l'idea della morte.
La malattia al cinema è da sempre un tema scivoloso, a rischio di patetismo o di ricatto morale. Maria Sødahl riesce però a restare a debita distanza dai pericoli del genere, raccontando non il decorso del male, ma i pensieri, le paure, i conflitti interiori di chi sa di dover affrontare l'imponderabile.
L'abilità di Maria Sødahl sta nel costruire situazioni - una telefonata in macchina, una cena, un dialogo in una stanza d'ospedale - in cui le parole e le azioni degli interpreti, assecondate dalla macchina da presa, definiscono poco a poco conflitti e sentimenti.