Nella terza stagione di
The Good Fight Diane Lockhart chiede e si chiede se sia possibile non impazzire in una società pazza come quella americana. Sono domande, quelle poste dall'iconica protagonista interpretata da Christine Baranski, che hanno risposte paradossali, contrastanti, talvolta tendenti alla stramberia. Da far suo l'avvocatessa continua imperterrita a perorare le sue cause, a partire dalla crociata contro l'odiatissimo Donald Trump. Allo studio Reddick, Boseman & Kolstad ci sono altri punti all'ordine del giorno. Ad esempio, si viene a scoprire come uno dei co-fondatori abbia per anni molestato e abusato delle donne che lavoravano nei suoi uffici. Ciò scatenerà un terremoto di immani proporzioni scuotendo più di una certezza nei cuori e nelle teste di Adrian e Liz). Nel frattempo Maia, alla quale presta il volto Rose Leslie, capisce cosa sia realmente compromettente facendo la conoscenza di Roland Blum, un mefistofelico avvocato di Chicago interpretato da Michael Sheen. Lucca Quinn è chiamata invece a confrontarsi con le proprie aspirazioni professionali. Ora che è madre, con un bambino di cui deve prendersi cura, comprende che è assai difficile conciliare carriera e maternità, scoperchiando con ironia, consapevolezza e delicatezza problematiche che sono comuni nell'universo femminile.