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Voglio anch'io il mio Ikràn, per volare alto sui monti fluttuanti, per scendere in picchiata tra i boschi fulgenti di Pandora. Voglio assopirmi accanto all'albero delle anime, sposare una bellissima Navi tatuata e festeggiare la sagra del cielo che verrà insieme a tutto il popolo.
Per cane prenderemo un rinoceronte piumato, pronto a diventare terribile non appena gli invasori oseranno disturbarci, ascolteremo il canto della notte che scompare e ogni anno ripittureremo le ali al nostro bellissimo Ikran che nel frattempo avrà figliato.
Un mondo fantastico reso con coerenza narrativa e rispetto per l'infanzia attraverso un tripudio tecnolgico di rara intensità, dove le luci sono le padrone assolute dell'oscurità:
per prenderla con la filosofia si affermerebbe che l'uomo ha perso il proprio raggio violetto e che spetta al suo Avatar andarlo a ricercare su Pandora.
Ma la filosofia indietreggia al cospetto della fantasia, si irrora di foreste cangianti, emette piccole e infinite iridescenze pensanti, sbarca come una bufera nel regno delle lucciole, propaga la sua forza espressiva nei suoi eroi romantici, un picco di poesia per i fan dell'ancora fascinosa Sigourney Weaver, botanica e tabagista, razionale e idealista, un po grunge ma sempre molto soft.
Gli esseri umani sono poca cosa per appassionarsi, se come dice il comandante dei marines "voglio tornare per cena stasera"!
Sono molto più belli i Navi, con le loro altezze da vertigine, i corpi smaglianti d'energia e i guizzanti occhi gialli, dei fari abbaglianti nel folto dell'oscurità.
Se esiste un Dio ci spedisca tutti a Pandora! perche come disse Dante -fatti non foste a vivere come bruti ma per conoscer virtute e conoscenza-
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