Mark Wahlberg (Mark Robert Michael Wahlberg) è un attore statunitense, produttore, produttore esecutivo, è nato il 5 giugno 1971 a Dorchester, Massachusetts (USA). Mark Wahlberg ha oggi 52 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.
Puoi pensare che Mark Wahlberg sia straordinario nella sua parte non principale accanto a Leo DiCaprio e Matt Damon in The Departed di Martin Scorsese. Puoi ricordare quanto fosse patetico e sfrontato nel suo personaggio di porno-attore in Boogie Nights di Paul Anderson.. Puoi aver fretta di vedere in Italia l'elegante Entourage, serie televisiva brillante da lui stesso ideata e ispirata alle sue avventure e disavventure di giovane divo emergente circondato d'amici a Hollywood. Ma il momento perfetto di Mark Wahlberg, che adesso ha 35 anni, è rappresentato dalla campagna pubblicitaria di Calvin Klein per la biancheria maschile: non era mai stato bello come in mutande, con addominali magnificamente sagomati in piena esposizione.
Altro vantaggio, nella storia di Mark Wahlberg: ha avuto un'adolescenza tanto tumultuosa da non poter essere cancellata né falsata. A 14 anni lascia la scuola, a 15 entra a far parte d'una brutta gang giovanile, a 16 finisce 50 giorni in prigione per rissa. Cresciuto nelle periferie di Boston, ultimo di nove fratelli in una famiglia proletaria, uso ad arrangiarsi: piccoli furti, truffe, spaccio e uso di droga. Il fratello Donnie che lavora in una rap band lo prende con sé, lui si trasforma da teppistello in Marky Mark: gran successo nel 1991 con Good Vibration; gran numero in palcoscenico, dove durante i concerti si cala i calzoni. Grande amicizia con George Clooney («S'è innamorato di me, ma io sto peggio perché sono pazzo di lui», è lo scherzo di quel momento). L'amico lo vuole in Three Kings, lo consiglia a Tim Burton per Il pianeta delle scimmie. The Italian Job non è granché, ma gli consente di comprare una villa a Beverly Hills e di andarci a vivere con la madre. Da una modella ha una bambina, Ella Rae, amatissima.
Da ragazzo della notte va diventando più convenzionale. Gli piacciono il golf (gioca con Jack Nicholson), le lunghe serate di alcol e chiacchiere (con DiCaprio e Clooney), il lavoro (Entourage, The Italian Job 2). La sua bravura dipende dai registi: quando è ben diretto è un attore eccellente, altrimenti resta un attore immaturo e bellissimo, con addominali ammirevoli.
Da Lo Specchio, 2 dicembre 2006
Da ragazzino è stato anche in prigione, ma ora sembra rinato e il regista del «Sesto senso» lo ha voluto come protagonista di «E venne il giorno». Dove un mite insegnante americano, padre di famiglia, è alle prese con un incubo planetario: quello della natura che si vendica dell'uomo.
Come tutti gli ex maledetti convertiti alla fede (la sua via di Damasco fu la prigione dove finì a 16 anni), Mark Wahlberg ecce de, almeno in pubblico, in buone maniere. Soffiarsi il naso mentre i colleghi parlano potrebbe disturbare. Così, con passo felpato, l'ex rapper che spopolò nei primi anni 90 nel hip hop con il nome di Marky Mark, decide di appartarsi dietro al cartellone pubblicitario di E venne il giorno, il thriller di M. Night Shyamalan di cui è protagonista (nelle sale dal 12 giugno). Del bad boy di un tempo rimangono in superficie i racconti di una vita spericolata, che il protagonista di The Departed rievoca con lo stesso apatico automatismo che si ha quando si sgrana il rosario.
«L'ultima volta che venni in Italia fu dieci anni fa, per Three Kings, e non mi sono comportato molto bene... Oggi ho 37 anni, sono un padre di famiglia, ho due figli piccoli (una di cinque e l'altro di due anni, avuti dalla compagna, la modella Rhea Durham), e tutto è molto diverso». Inusuale per Wahlberg è anche il ruolo nel film di Shyamalan dove interpreta un uomo medio alle prese con un evento più grande di lui: è un insegnante di liceo che, nel tentativo di sopravvivere a una catastrofe ambientale, cerca di recuperare il rapporto in crisi con'la moglie (interpretata da Zooey Deschanel, che ha lo stesso sguardo liquido e attonito di BryceDallas Howard, protagonista sia di Lady in the Water sia di The Village).
Un uomo tranquillo, molto diverso per esempio dal poliziotto di The Departed di Martin Scorsese, che gli è valso una candidatura all'Oscar.
Con Scorsese, il vulcanico Wahlberg ha in mente un nuovo progetto televisivo, come produttore, ruolo già collaudato con Hbo per cui è produttore esecutivo della siteom Entourage e di In Treatment interpretato da Gabriel Byrne. «Sono riuscito a convincere Scorsese a realizzare per Hbo una serie tv ambientata negli anni 20 ad Atlantic City. Una storia di criminalità e corruzione, che spero sia pronta per la prossima primavera».
La paura, come al solito sottile, impalpabile ma ferocemente presente, tipica dei film di Shyamaian, corre, questa volta, sul filo dell'aria che respiriamo, in pieno giorno, nelle città affollate come nelle campagne assolate e desolate. Una misteriosa tossina, sprigionata dalle piante, induce a inspiegabili suicidi di massa, azzerando il primordiale istinto di sopravvivenza dell'uomo. Improvvisamente il tempo si ferma: chi cammina s'immobilizza e comincia a procedere all'indietro; chi va in macchina frena. E, quando il flusso temporale riparte, l'unico istinto vitale che rimane è quello che conduce verso la morte, che arriva trasportata dal vento, dalle nuvole bianche che si muovono in un cielo smaltato come quello delle favole. «Dopo aver montato il film, ho guardato con i miei figli L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel» racconta Shyamalan, 38 anni ad agosto. «Una pellicola che, come quelle di Kurosawa, Kubrick e Hitchcock, mi ha molto influenzato dal punto di vista visivo. Non tanto per l'aspetto degli alieni, ma per come tratta la realtà, in modo ambivalente. Mi sono accorto di aver usato le nuvole allo stesso modo».
L'apocalisse immaginata dal regista di II sesto senso, formidabile come sempre nel raccontare le ossessioni della contemporaneità (l'incubo post 11 settembre in The Village, l'angoscia per l'alterità e per il diverso in Signs) è ancora una volta figlia dello spirito del tempo. «Ogni mio film» spiega «nasce dalle paure che provo in quel preciso momento. Oggi, come negli anni 50 e 60, si respira un'ansia apocalittica nei confronti del futuro. Un tempo era la guerra fredda, la paura di una terza guerra mondiale à spaventarci. E film come L'invasione degli ultracorpi o La notte dei morti viventi nascono proprio da quel clima. Ora questa paura per il futuro è simbolizzata dalla natura che si ribella con i terremoti, con lo tsunami, con il global warming. Le calamità naturali ci fanno sentire vulnerabili e spaesati, come se di colpo fossimo dei semplici visitatori sulla Terra. La paura per il futuro ci ha fatto scegliere la via dell'individualismo. Poi, quando qualcosa d'incontrollabile accade , come nel film, e capisci che non te la puoi prendere con nessuno, né con i terroristi, né con il governo, allora ti rendi conto di essere solo al mondo, di avere solo te stesso. A quel punto devi sperare che tutto passi e di ritrovarti vivo».
L'incubo si fa ancora più inquietante quando, dalla città, i protagonisti fuggono verso la campagna, nelle praterie sperdute della Pennsylvania, le stesse dove è stato girato il film: tra appartamenti in vendita attraverso case modello tutte finte e fattorie in mezzo al nulla. Posti nei quali l'isolamento diventa alienazione e la paura per il vicino paranoia. La stessa che il vero proprietario della casa, quella in cui arrivano a un certo punto i protagonisti, ha mostrato nella realtà alla troupe del film. «Penso non avesse mai messo il naso fuori dal cortile. Era spaventato. Nel giro di due ore » racconta sorridendo Wahlberg «aveva piantato una croce in giardino. Pregava che ce ne andassimo.
Poi mi ha chiesto se avevamo intenzione di fare un film sul diavolo. Allora gli ho subito risposto: "Vado a messa ogni domenica. Se fosse una cosa del genere non parteciperei" e gli ho detto di avere fede. E a quel punto la moglie ci ha preparato i biscotti. Ma la lampada che avevano in salotto era ricoperta della pelliccia del gatto morto». «Questa paranoia dell'altro è tipicamente americana» racconta il regista nato nel sud dell'India, a Mahé «e in modo sottile agisce dentro di noi, anche se non ce ne accorgiamo. Io vivo, ad esempio, in un posto molto tranquillo dove l'ultimo furto d'auto è avvenuto nel 1984. Ma mia moglie, che pure è una persona intelligente e colta, avendo due figli, è comunque spaventata. Così, anche noi abbiamo recintato il nostro giardino. Pensare che, quando ero piccolo, l'unica cosa che i miei genitori mi dicevano era di tornare a casa per l'ora di cena».
Da Il Venerdì di Repubblica, 6 giugno 2008
È apparso recentemente in E venne il giorno (The Happening), un thriller diretto da M. Night Shyamalan e uscito per la Twentieth Century Fox. Quest’anno lo abbiamo visto ne I padroni della notte (We Own The Night), in cui era al fianco di Joaquin Phoenix e Robert Duvall e di cui è stato anche produttore. Wahlberg ha lavorato con il regista Martin Scorsese in The departed - Il bene e il male (The Departed), grazie al quale ha ricevuto delle candidature agli Academy Award e ai Golden Globe. Inoltre, ha partecipato al thriller di Antoine Fuqua Shooter, alla pellicola sul football americano Imbattibile (Invincible) con Greg Kinnear e a Four Brothers di John Singleton.
In futuro, lo vedremo in The Lovely Bones, un film diretto da Peter Jackson e basato sull’acclamato romanzo Amabili resti.
Wahlberg ha anche potuto interpretare personaggi molto diversi per realizzatori visionari come David O. Russell, Tim Burton e Paul Thomas Anderson. La sua notevole carriera è iniziata con Mezzo professore tra i marines (Renaissance Man) di Penny Marshall e Ritorno dal nulla (The Basketball Diaries), a cui ha fatto seguito la parte al fianco di Reese Witherspoon in Paura (Fear).
L’interpretazione che lo ha fatto conoscere è avvenuta in Boogie Nights - l'altra Hollywood (Boogie Nights), che lo ha reso uno dei talenti più richiesti da Hollywood. In seguito, è stato protagonista di Three Kings, La tempesta perfetta (The Perfect Storm) con George Clooney e The Italian Job assieme a Charlize Theron.
Inoltre, Wahlberg è il produttore esecutivo della serie della HBO Entourage, grazie alla quale ha ricevuto tre candidature ai Golden Globe e che recentemente ha ottenuto sette candidature agli Emmy.
Molto impegnato nella beneficenza, nel 2001 ha fondato la Mark Wahlberg Youth Foundation, che si occupa dei giovani provenienti da quartieri meno fortunati.