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Rassegna stampa di Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona. Data di nascita 30 ottobre 1960 a Lanus (Argentina) ed è morto il 25 novembre 2020 all'età di 60 anni a Tigre (Argentina).

PRESSBOOK

Nato il 30 ottobre 1960 nei quartieri poveri di Buenos Aires, Diego Armando Maradona è una vera icona pop, oggi, al fianco di celebrità quali Marlon Brando, Elvis, Marilyn e Bob Marley. Con due differenze: prima di tutto, Diego Armando è una star vivente. Secondo, questa star è un calciatore. Tuttavia Maradona possiede l’aura di una star di Hollywood e il carisma dei grandi cantanti rock. Non ha avuto la carriera di un normale giocatore di calcio. Questo piccolo argentino dal piede d’oro e dalla mano di Dio, è stato eletto Giocatore del Secolo, nel 2000. Sportivo di grande talento, incantatore, elevato al rango di artista provocatorio. Un uomo nato povero, che grazie al suo genio, al suo duro lavoro e alla sua personalità originale, si fa strada fino alla vetta, sperimenta gloria e fortuna, poi la decadenza e il declino, sfiorando la morte, prima di ‘risorgere’. Diego Armando Maradona, atleta ribelle, esteta ammirato, ha vissuto varie vite. Eccone una. Diego è nato nel 1960 a Villa Fiorito, il grazioso nome di un ghetto nella periferia di Buenos Aires. La famiglia di Maradona, che ha altre quattro figlie, è estremamente povera. Sin dall’infanzia, il bambino si dimostra particolarmente portato per il calcio. All’età di 11 anni, entra a far parte della squadra degli Argentinos Juniors. Presto diventa il centro dell’attenzione, i media e il pubblico sono sorpresi da questo piccolo giocoliere capace di tenere il pallone sul piede per quel che sembra un’eternità. Durante un’intervista televisiva, rivela il suo progetto: Ho due sogni: giocare in un Mondiale di Calcio e … vincere con l’Argentina. Chi parla è un ragazzino di 12 anni. In tre anni diventerà un giocatore professionista. Gli Argentinos Juniors sono una squadra celebre per le clamorose sconfitte subite sul campo. Grazie a Maradona, che ne diviene il capitano, la squadra si trasforma in una delle più temute nei campionati. Diego segna un goal dopo l’altro, per un totale di 116 reti in 166 partite! Notato dal selezionatore sportivo nazionale, entra nella squadra argentina. Questo Mozart del football ha 16 anni, un’età straordinaria, che però può costituire un handicap: infatti nel 1978 viene rifiutato dai Mondiali di Calcio perché troppo giovane. Nel 1979, in veste di capitano degli Argentinos Juniors, guida la squadra alla vittoria della Coppa del Mondo Giovani. Diego viene incoronato Pallone d’Oro Argentino. La sua ascesa è stata una meteora, e diventa una leggenda del calcio nazionale nel 1981, quando guida la sua nuova squadra, i mitici Boca Juniors, alla vittoria del campionato argentino contro i campioni del River Plate. Diego è ormai un eroe. L’anno seguente perde l’occasione di vincere la Coppa del Mondo, quando viene espulso e l’Argentina eliminata. Il suo talento unico è ancora celebrato a livello internazionale e viene reclutato dal Fútbol Club Barcelona in cambio di una piccola fortuna. I suoi exploits sul campo sono ben noti (38 goal in 58 partite) così come quelli nei nightclub. Lascia la Spagna all’età di 23 anni, abbandonando il ruolo di ragazzo prodigio per assumere quello di genio e sregolatezza. Si unisce al Napoli, una modesta squadra italiana, i cui tifosi lo accolgono come una leggenda vivente. L’osmosi qui è perfetta: Maradona ha ancora un tocco unico con il calcio. Conduce la squadra verso numerose vittorie e al conseguimento di vari premi (Campioni d’Italia nel 1987 e 1990, Coppa Italia nel1987, Coppa UEFA nel 1989 e la Supercoppa Italiana nel 1990). Qui Maradona sviluppa anche le sue idee sociopolitiche, rifiutando il mondo dei ricchi per onorare le sue umili origini, diventando il protagonista delle riviste scandalistiche, che documentano i suoi bagordi e alludono ai suoi presunti legami con la camorra, l’organizzazione di stampo mafioso che controlla il napoletano. Senza dubbio, l’apice della sua carriera è il 1986, quando, all’età di 25 anni, Diego prende parte alla Coppa del Mondo, realizzando anche il suo secondo sogno: vincerla. Grazie al suo impareggiabile talento (nessun giocatore aveva mai dribblato come lui), e un trucco assai bizzarro, Maradona segna un goal con la mano contro l’Inghilterra. L’arbitro non se ne accorge, e il giocatore si giustificherà dicendo che deve essere stata la mano di Dio. Nel 1990, l’argentino sta per replicare il suo successo di quattro anni prima (la Coppa del Mondo), ma viene fermato dall’abile squadra tedesca. Da quel momento in poi, alla vigilia del suo 30° compleanno, la carriera di Diego Armando precipita. In seguito a un controllo effettuato dalla polizia italiana, il mondo intero scopre che il calciatore è un cocainomane. Fugge da Napoli per trasferirsi a Siviglia, quindi torna a Buenos Aires. Viene sospeso dal Mondiale del 1994 dopo un ennesimo test anti-doping. Maradona è caduto in disgrazia: gioca per altri tre anni, ma poi si ritira dal mondo del calcio. Ormai solo, lontano dal grande successo, Maradona combatte la noia con la droga. Nell’aprile del 2004, in seguito a un lieve attacco di cuore, viene ricoverato in ospedale. Si rimetterà in riga dopo aver sfiorato la morte? Non subito. Per Diego, questi anni sono abbastanza caotici: ricade costantemente nell’uso delle droga, subisce un intervento di chirurgia gastrica, entra ed esce continuamente dagli ospedali. Maradona trova rifugio presso l’amico Fidel Castro, e torna alla ribalta per condurre un popolare talk show, La Noche del 10. Dopo due viaggi a Cuba, continua a difendere i deboli, diventando un attivo sostenitore dell’antiglobalizzazione, e, durante le proteste anti Bush, appare in compagnia del presidente venezuelano Hugo Chavez, sfoggiando il suo tatuaggio del Che. Nel marzo del 2007, Maradona deve interrompere momentaneamente le sue attività per tornare in ospedale: la diagnosi ufficiale è abuso di alcool, sigari e cibo. La salute di Diego resta un fatto allarmante, e i suoi dottori gli riscontrano anche l’epatite. Tuttavia, nell’ultimo anno, i bollettini medici sembrano più inclini all’ottimismo. I suoi fan club non elogiano più solo il suo passato brillante, ma annunciano con regolarità anche i nuovi progetti della superstar. E’ difficile tenere il conto delle canzoni scritte e cantate per lodarlo, in diversi paesi. Gli vengono inoltre dedicati numerosi programmi televisivi. La gente di tutto il mondo non ha mai smesso di ammirarlo. La sua figlia maggiore lavora nel cinema e Maradona, che non ha più nulla da dimostrare a nessuno, è la star di un film di Emir Kusturica!

News

Un omaggio sincero alla figura mitica di Maradona. Disponibile su Infinity.
Regia di Asif Kapadia. Un film con Diego Armando Maradona.
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