Nato l'11 ottobre del 1942 e suocero della famosa e bellissima ex Miss Mondo e testimonial de l'Oreal Aishwarya Rai, Amitabh Bachchan è senza ombra di dubbio l'attore più importante e iconico del cinema indiano, non solo per il numero dei film - oltre centottanta - che ha interpretato, ma anche per la sua attività di produttore e il suo impegno civile e politico.
I non conoscitori del cinema Bollywood ricorderanno sicuramente quando il piccolo Jamal, protagonista di The Millionaire di Danny Boyle, in una delle prime scene del film fa di tutto per ottenere l'autografo di Amitabh Bachchan, che tra l'altro è da anni il presentatore della versione indiana di Chi vuol esser milionario?, programma televisivo attorno a cui verte la trama dell'interno film.
Figlio del celebre poeta hindi Harivansh Rai Bachchan, Amitabh esordisce nel cinema nel 1969 con Saat Hindustani (Seven Indians) di Abbas, grazie al quale ottiene il National Film Award come Miglior Esordiente.
Nel 1977 è la voce narrante del film capolavoro Shatranj Ke Khilari (The Chess Players) di Satyajit Ray ma la notorietà di attore arriva precedentemente con Anand (1971) di Hrishikesh Mukherjee a cui fanno seguito Saudagar (Trader) basato su un racconto di Mitra e Namak Haraam (Traitor), entrambi del 1973. In questi film Amitabh Bachchan è un antieroe melanconico che ricorda per alcuni aspetti i protagonisti dei film del neorealista Bimal Roy.
In Bombay to Goa (1972) di Mehmood è l'innamorato-protettore di una ragazza che fugge di casa, in Zanjeer (Shackles, 1973) di Prakash Mehra un ispettore di polizia, in Deewar (The Wall, 1975) di Yash Chopra e Sholay (Embers, 1975) di Ramesh Sippi un delinquente, in Don (1978) di Chandra Barot interpreta il doppio ruolo del malavitoso Don e il suo sosia Vijay.
Nella schiera di seduttori e cinici bellimbusti che popolano molti dei film indiani degli anni Settanta, Amitabh incarna il ruolo del giovane in lotta con il sistema e attanagliato dall'eterno conflitto tra la legge dello stato e quella della famiglia e del clan. La sua presenza carismatica e l'unicità della sua voce hanno fatto sì che Deewar e Sholay siano stai campioni di incassi al momento della loro uscita in sala e che siano ancora oggi tra i più celebri e rappresentativi film dell'intera industria di Bollywood.
Durante le riprese di Coolie (1983) di Manmohan Desai, Amitabh Bachchan si procura una grave ferita all'addome in una delle scene di combattimento: l'intero paese trattenne il fiato per mesi durante la sua permanenza in ospedale.
In seguito all'incidente, Amitabh decide di fare una pausa nella sua carriera di attore e si avvicina alla politica, supportando l'amico Rajiv Gandhi nelle elezioni al Congresso del 1984. Torna a recitare nel 1988 in Shahenshah (The Emperor) di Tinnu Anand.
Nel 1995 fonda la propria compagnia di produzione, la Amitabh Bachchan Corporation Ltd, una vera e propria azienda di merchandising e marketing dell'intrattenimento, non indenne nel corso degli anni da crisi finanziarie che si ripercuotono anche sulla carriera del divo.
Con il passare degli anni, Bachchan si rivela un attore poliedrico, capace interpretare con disinvoltura ruoli differenti, e lavora con i registi più noti e innovativi del momento.
Nel 2000 con Mohabbatein (Love stories) di Aditya Chopra, si aggiudica il Filmfare Best Supporting Actor Award.
Tra i film più interessanti degli ultimi anni ricordiamo Kabhi Kushi Kabhie Gham (Sometimes happy sometimes sad, 2001) di Karan Johar, l'appassionante record di incassi Black (2005) di Sanjay Leela Bhansali, Sarkar di Ram Gopal, Varma (2005), film tributo a Il Padrino nel quale recita a fianco del figlio Abhishek e Ekalavya (2007) di Vidhu Vinod Chopra.
All'impegno nel mondo del cinema, Amitabh Bachchan unisce anche quello sociale. Nell'aprile 2005 è stato nominato Ambasciatore UNICEF, concentrandosi soprattutto nella lotta contro la poliomelite.