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Mike Colter è Luke Cage, superstar di Harlem

Nella seconda stagione Luke Cage non è più il fuggitivo costretto a nascondersi ma il vigilante osannato della sua comunità.
di Lorenza Negri

Luke Cage

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Mike Colter (47 anni) 26 agosto 1976, Columbia (South Carolina - USA) - Vergine. Interpreta Luke Cage nel film di Paul McGuigan, Andy Goddard, Marc Jobst, Clark Johnson, Salli Richardson-Whitfield, Phil Abraham, Magnus Martens, Sam Miller, Vincenzo Natali, Guillermo Navarro, Tom Shankland, Stephen Surjik, George Tillman Jr., Neema Barnette, Alex Garcia Lopez, St Luke Cage.
venerdì 22 giugno 2018 - Netflix

Quando Luke Cage debuttò su Netflix, la piattaforma digitale fu letteralmente presa d'assedio dagli abbonati che "mandarono in crash" il servizio. Il personaggio dell'imponente eroe con il cappuccio, che un esperimento ha reso indistruttibile, alla fine della prima stagione veniva eletto unanimemente dagli abitanti di Harlem il protettore benvoluto del quartiere newyorkese. Nella seconda stagione, su Netflix dal 22 giugno, Luke Cage non è più il fuggitivo costretto a nascondersi ma il vigilante osannato della sua comunità.
"Se per Luke Cage la vita fino a quel momento era stata all'insegna dell'anonimato, adesso si aggira per le strade di Harlem come una star" ha spiegato il suo interprete Mike Colter. Secondo l'interprete del supereroe Marvel, il terzo dopo Daredevil e Jessica Jones a guadagnarsi un adattamento seriale tutto suo targato Netflix: "Nell'era dei social, la gente segue le sue gesta tramite app e commenta i video delle sue prodezze in tempo reale. Quali sono le conseguenze che tutta questa popolarità può avere su di lui e come possa cambiarlo è uno degli argomenti principali dei nuovi episodi".

Che tipo di reazione ti aspettavi nei confronti di Luke Cage da parte del pubblico?
Francamente non lo so. Posso dire che quando stavamo realizzando la prima stagione e dovevamo girare sequenze per le strade di Harlem dovevamo praticamente pagare la gente per strada per mostrare un po' di entusiasmo al passaggio del personaggio, mentre quando abbiamo girato la seconda eravamo letteralmente sommersi dalle urla dei presenti che invocavano il nome di Luke Cage a ogni angolo della strada. Dovevamo pagarli per fare meno baccano! Questo per dire che le reazioni sono state molto meglio di quanto ci aspettassimo. Nessuna pressione quindi per la seconda stagione...


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In foto una scena della serie tv.
In foto una scena della serie tv.
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Qual è la cosa che spaventa di più Luke Cage a questo punto?
Luke è invincibile, è talmente forte che neanche lui sa bene quali siano i limiti dei suoi poteri, ma questo non lo rende un individuo che non ha paura di niente. Essere come lui vuol dire vivere un'esistenza potenzialmente solitaria, avendo sempre il timore di poter fare del male agli altri. Luke è una persona molto protettiva nei confronti di chi ama, e se all'inizio si è tenuto lontano dai guai, alla fine ha prevalso il suo senso di giustizia e il desiderio di aiutare le persone in pericolo del suo quartiere. Ma quando può finalmente godere i frutti dei suoi riconoscimenti, liberarsi dei fantasmi del passato e guardare al futuro, le cose si complicano di nuovo. Come può reagire un individuo da sempre nell'ombra che improvvisamente è amato e ammirato da tutti? Come questo può trasformarlo?

Quindi qual è l'obiettivo di Luke a questo punto?
Forse di poter dimostrare di valere ed essere utile alla sua comunità senza necessariamente essere un individuo con dei super poteri. Avere una famiglia, qualcuno che lo ama, e non essere solo il vigilante superforte da chiamare quando ci si sente in pericolo.

Harlem è l'altra grande protagonista di Luke Cage, un quartiere dove hai vissuto anche tu.
Esatto, oggi puoi trovarti Starbucks dietro ogni angolo di Harlem, puoi imbatterti addirittura in un supermercato bio, ma è sempre la stessa Harlem. Ho vissuto per alcuni anni a pochi isolati da dove effettuiamo le riprese e l'ho vista evolversi subendo un processo di gentrificazione evidente, ma in questo luogo il tempo, a ben vedere, è immutato: ci sono ancora i locali leggendari come il Cotton Club e l'Apollo Theater. Per questo, anche se la serie è ambientata 3-4 decenni dopo i fumetti di riferimento, la sua magia è rimasta intatta, il suo spirito è sempre lo stesso e gli argomenti che tocchiamo - come il razzismo - restano ancora validi.

Quale sarebbe la soddisfazione più grande che potresti trarre dalla partecipazione a questa serie?
Le serie televisive hanno sempre più influenza sulla realtà e sugli spettatori che le seguono. C'è una larga parte di pubblico che ha una conoscenza delle minoranze solo attraverso cinema e tv: non interagisce con persone della comunità Lgbt, o di altre religioni, e tantomeno con americani di origine africana o portoricana e così via. Sarebbe bello che potessimo aiutare il pubblico a conoscere e capire - per esempio - appartenenti alla comunità nera attraverso personaggi realistici.


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In foto una scena della serie tv.
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Nella seconda stagione ci si concentra molto sull'evoluzione personale di Luke Cage e sui suoi rapporti con gli altri.
Ricordiamoci che, a differenza di Matt Murdock, il quale vive due vite contraddistinte, Luke Cage non ha un alter ego segreto; tutti sanno chi è, e questo ha delle conseguenze sulla sua vita privata. Si crea una frattura tra due realtà che spesso si rivelano inconciliabili, è il pegno da pagare rispetto ai supereroi celebri come Superman che hanno deciso di crearsi due identità distinte. Vedrete che ci saranno delle conseguenze sulle sue relazioni per questa scelta.

Daredevil fu girato in gran segreto, come mantenete il riserbo sulle storie?
Sembra di lavorare alla CIA. Ti danno il copione destinato a te, ma il rilascio è collegato a un sistema intricatissimo di e-mail, inoltre vengono tolte le parti degli altri. Questo, naturalmente, a volte le rende le cose piuttosto difficili, soprattutto se hai la necessità di approfondire il percorso della tuo personaggio. Ma con le serie televisive è sempre così, basta solo abituarsi.

Luke Cage è una delle serie che ha favorito il propagarsi del fenomeno del binge watching?
Evidentemente sì. Ormai è un fenomeno comune, non solo ristretto ai fissati delle serie TV che si murano in casa tutto il weekend. Oggi capita normalmente che ci si riesca a fermare solo quando sai che il giorno dopo devi svegliarti presto per andare in ufficio!


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