The Running Man

Film 2025 | Azione, Avventura, Fantascienza, 133 min.

Regia di Edgar Wright. Un film Da vedere 2025 con Glen Powell, Katy M. O'Brian, Josh Brolin, Lee Pace, David Zayas. Cast completo Genere Azione, Avventura, Fantascienza, - Gran Bretagna, USA, 2025, durata 133 minuti. Uscita cinema giovedì 13 novembre 2025 distribuito da Eagle Pictures. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica - MYmonetro 3,13 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 13 novembre 2025

I futuristici Stati Uniti del 2025, quando il mondo è diventato una distopia. Tratto da un romanzo di Stephen King. The Running Man è 117° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 59,00 e registrato 61.338 presenze.

Consigliato sì!
3,13/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,75
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Wright firma un'opera affascinante che ci fa riflettere sulla manipolazione delle immagini. E la lotta di classe.
Recensione di Pedro Armocida
mercoledì 12 novembre 2025
Recensione di Pedro Armocida
mercoledì 12 novembre 2025

The Running Man è il programma televisivo più seguito al mondo: un reality show estremo in cui i concorrenti devono rispettare una sola regola per restare vivi: fuggire per 30 giorni, in diretta tv, braccati da killer professionisti, detti "Cacciatori", mentre il pubblico, incollato agli schermi, esulta a ogni esecuzione e la gente per strada è indotta.
Ben Richards non è un eroe. È un uomo qualunque, costretto a una scelta impossibile: entrare nel gioco per salvare la figlia malata. A convincerlo è Dan Killian, il carismatico e spietato produttore dello spettacolo, maestro nel trasformare la sofferenza in spettacolo, la paura in share, la morte in intrattenimento.

Ci siamo. Una storia immaginata in un futuro dispotico nel 2025 esce proprio nel 2025. Stephen King, con lo pseudonimo Richard Bachman, nel 1982 ha immaginato "The Running Man" (da noi "L'uomo in fuga") portato già una volta al cinema nel 1987 da Paul Michael Glaser con Arnold Schwarzenegger e il titolo italiano L'implacabile.

Ora ci pensa Edgar Wright, il regista britannico che ci ha abituato a spiazzarci con il suo ironico accostamento ai generi, a proporre la sua versione di uno dei romanzi più politici di King che ha immaginato un mondo diventato oggi molto vicino alla realtà (questo è anche l'anno di The Long Walk con cui ha dei punti di contatto che Francis Lawrence ha portato al cinema).

Wright, a suo agio anche nell'action movie ma "con juicio", omaggia King con profondo rispetto e senza alcuna vena nostalgica, distanziandosi dunque completamente dal precedente film che aveva la presenza ingombrantissima di Schwarzenegger (ma c'è comunque un omaggio con la sua effigie sui "nuovi dollari") con il pilota automatico, nell'anno in cui era stretto tra Predator e Danko, infilato in un'improbabile tuta giallo fosforescente non propriamente adatta alla mimetizzazione del personaggio, affidando ora il ruolo complesso di un uomo disperato perché non arriva, con i soldi, nemmeno a fine giornata e ha la figlia malata ma non si può permettere i farmaci, a Glenn Powell che è la scommessa davvero più grande.

Ma anche la più riuscita perché il carattere attoriale e personale dell'attore statunitense di Tutti tranne te, Top Gun - Maverick ma soprattutto del meraviglioso Hit Man - Killer per caso di Richard Linklater che, per certi e paradossali versi, fa parte dell'immaginario di questo film, ossia di un duro, con problemi di controllo della rabbia, che non lo può mai essere fino in fondo per via di quel sorriso, di quella espressione facciale, non occultabile, a tratti dolce e ingenua e anche tenera. Un uomo disperato dunque ma molto umano, non un robot. E in un mondo spersonalizzato come quello raccontato da Stephen King questo è un aspetto cruciale anche per via dell'empatia che si può creare con lo spettatore.

Certo siamo nel 2025 e abbiamo già quasi visto tutto su questi giochi mortali come insegna la saga di Hunger Games (anche qui il protagonista che corre, lotta e resiste diventa sorprendentemente l'idolo del pubblico grazie a cui gli ascolti crescono) ma ci sono alcuni elementi che parlano dell'oggi soprattutto rispetto alla manipolazione delle immagini e alla post-verità. Ma c'è anche un riferimento alla lotta di classe, con un attacco, abbastanza inedito per la sua chiarezza, ai "ricchi più merdosi" nel momento in cui si leggono scritte sui muri che incitano "a morte i dirigenti".

Nella tv (spazzatura?) che viene messa in scena, con un occhio a Quiz Show di Robert Redford soprattutto nella prima mezz'ora quando appunto vengono mostrati i vari show televisivi (ma a monte c'è sempre Quinto potere), si insinua lo humor del regista che con il programma "The Americanos" fa la parodia di "The Kardashians" e con i video incendiari dell'Apostolo (Daniel Ezra) fa il verso a quelli degli youtuber contro l'establishment e pronti a smascherare la propaganda come se ci fosse un reale spazio di contestazione sui social media. Ma c'è anche un'analisi e critica ben precisa dei meccanismi e delle scelte degli autori nella preselezione dei concorrenti nei quali individuano già i veri e propri personaggi che diventeranno.

Buona parte del film si incentra proprio sul rapporto che si crea tra il produttore onnisciente del programma, interpretato da Josh Brolin, e il giocatore di cui individua subito le straordinarie capacità di resistenza dovute anche alla disperazione. Resistenze al sistema che vengono messe in scena grazie a vari personaggi borderline in cui Wright instilla la giusta ironia e sana follia, come l'anarchico che vive nei sotterranei (William H. Macy) che fornisce al protagonista falsi documenti d'identità e un'attrezzatura utile per scomparire per 30 giorni (un po' come Q nella saga di Bond) o come il ribelle interpretato da un sempre inquietante Michael Cera che lo aiuta nel momento in cui i Cacciatori gli si stanno avvicinando troppo azionando i meccanismi da Mamma ho perso l'aereo presenti nella sua casa bunker.

È proprio questo uno degli aspetti steampunk che risulta più affascinante del libro e del film in cui il futuro è appunto vintage, retrò, digitale ma ancora molto analogico (tornano in auge le vhs che il protagonista deve ogni giorno spedire per dimostrare la sua esistenza) dove però come sempre, dalla notte dei tempi, sono le persone a decidere con leggerezza della vita e della morte degli uomini.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 18 novembre 2025
Imperior Max

(Le stelle sarebbero 4,5 su 5).THE RUNNING MAN.Come si dice? Non c?? sette senza otto con Edgar Wrigth. Dopo quella piccola e sottovalutata perla di Ultima notte a Soho torna alla regia e alla scrittura di questo film tratto dal romanzo di Stephen King e come remake de L?implacabile con Arnold Schwarzenegger, anch?esso un adattamento, ma ne conservava solo il soggetto ed era pi? votato all?azione muscolare [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 20 novembre 2025
Stefano Tevini
Duels.it

Ben Richards è stato licenziato. Di nuovo. Il motivo: l'ennesima insubordinazione. Si è esposto per i suoi compagni denunciando a un sindacalista l'effetto nocivo delle scorie radioattive prodotte dalla fabbrica per cui lavorava, il che non è saggio in un futuro dominato dal capitalismo della sorveglianza più sfrenato e allo stadio terminale. Ben Richards è ormai bollato come una persona problematica [...] Vai alla recensione »

martedì 18 novembre 2025
Rocco Moccagatta
Film TV

Deve correre parecchio il nuovo The Running Man di Edgar Wright. Non tanto per non perdere terreno rispetto a L'implacabile, il primo, liberissimo, adattamento dell'omonimo romanzo (in Italia L'uomo in fuga) di Stephen King, sotto l'alias Richard Bachman, realizzato negli anni 80 con Arnold Schwarzenegger, baracconesco carnevalone diventato (meritatamente?) piccolo cult d'epoca, ma piuttosto per non [...] Vai alla recensione »

sabato 15 novembre 2025
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Negli Stati Uniti del futuro, la tv trasmette a getto continuo programmi a premi in cui gli indigenti (la maggioranza della popolazione) possono solo sperare di vincere per cambiare le condizioni di vita. «Running Man», spettacolare variazione di guardie e ladri gestita dal mellifluo produttore Dan Killian, ha il montepremi più alto, ma ci si gioca la vita, inseguiti da un manipolo di spietati cacciatori, [...] Vai alla recensione »

sabato 15 novembre 2025
Paolo Zelati
La Voce di Mantova

"Avete centrato il punto". Con queste parole Stephen King ha "benedetto" la sceneggiatura di "The Running Man", secondo adattamento cinematografico del suo romanzo "L'uomo in fuga" (1972). Effettivamente questa versione 2025 firmata da Edgar Wright ("L'alba dei morti dementi") è piuttosto vicina alle atmosfere cupe della storia originale, anche se il regista inglese non rinuncia (come di consueto) [...] Vai alla recensione »

sabato 15 novembre 2025
Lucio D'Auria
La Gazzetta di Parma

Corri e salvati. Ne «L'uomo in fuga» (scritto nel 1982 con lo pseudonimo di Richard Bachman) Stephen King immaginava un futuro distopico governato e dominato dalla televisione. Un mondo che divideva i poveri dai ricchi, in cui giochi mortali «distraevano» il pubblico dalla brutalità delle loro esistenze. Vi ricorda qualcosa? «The running man», diretto da Edgar Wright, riporta ora al cinema il testo [...] Vai alla recensione »

sabato 15 novembre 2025
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Il romanzo di Stephen King - firmato Richard Bachman: uscì quando lo scrittore del Maine produceva più di quanto l'editoria potesse assorbire, così si spiega lo pseudonimo - non invecchia. Invecchiano le versioni cinematografiche (succede anche alle traduzioni, il passaggio da un mezzo all'altro si porta dietro sempre "qualcosa di moda", che subito diventa "un che di stantìo").

venerdì 14 novembre 2025
John Nugent
Empire

Negli ultimi anni tra cinema e tv abbiamo visto vari reality distopici, da Hunger games a Squid game. Prima c'era stato The running man. Il romanzo originale del 1982 di Richard Bachman, alias Stephen King, era ambientato nel 2025, anno in cui l'economia mondiale è in rovina e la violenza è in aumento. Un operaio partecipa a un ricco concorso televisivo in cui deve sopravvivere alla caccia di spietati [...] Vai alla recensione »

mercoledì 12 novembre 2025
Massimo Lastrucci
Cineforum

Un comandamento del decalogo dei progressisti democratici enuncia che "La verità è rivoluzionaria". Sempre. D'altronde, per questo i giornalisti di inchiesta su schermo sono personaggi positivi e modelli di riferimento. In USA ha fatto da nutrimento e messaggio di tanta letteratura popolare e del cinema antiestablishment e di impegno. The Running Man, da un libro di Stephen King di quando pubblicava [...] Vai alla recensione »

martedì 11 novembre 2025
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Stephen King non è sempre stato Stephen King. Per un periodo ha pubblicato sotto lo pseudonimo di Richard Bachman. Oltre a L'uomo in fuga, tra gli altri ha pubblicato come Bachman anche Ossessione e La lunga marcia. L'obiettivo era capire quale fosse il reale motivo del successo legato ai suoi romanzi: la firma o il contenuto del libro. Quando è stato scoperto, ha commentato che Bachman era morto di [...] Vai alla recensione »

martedì 11 novembre 2025
Federico Di Renzo
Quinlan

Quando Stephen King diede alle stampe The Running Man, in un 1982 sotto il governo Ronald Reagan, il romanzo denunciava con forza e piglio spietato la peggiore delle derive possibili di un sistema di contaminazione tra politiche della violenza e intrattenimento massmediale; lo faceva con ironia, dato che alla Casa Bianca era insediato un uomo che sull'intrattenimento, tra cinema e tv, aveva imbastito [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
martedì 14 ottobre 2025
 

Regia di Edgar Wright. Un film con Glen Powell, Josh Brolin, Lee Pace, Katy M. O'Brian, David Zayas. Da giovedì 13 novembre al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
mercoledì 2 luglio 2025
 

Regia di Edgar Wright. Un film con Glen Powell, Josh Brolin, Lee Pace, Katy M. O'Brian, David Zayas. Da giovedì 13 novembre al cinema. Guarda il trailer »

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