La storia dei Chambers, una famiglia eccentrica che insegue sogni ambiziosi e apparentemente irrealizzabili. Su Apple TV+.
di Gabriele Prosperi
1969, periferia di Los Angeles. Dopo un periodo in prigione, Hampton Chambers torna a casa con un'invenzione sotto il braccio (un trapano a punta autoaffilante) e l'ambizione di cambiare vita. Vuole riconquistare la fiducia della moglie Astoria e dei due figli adolescenti, Einstein e Harrison, ma ad accoglierlo trova freddezza, sospetto e una quotidianità che si è già riassestata senza di lui. Hampton si muove, così, come un anti-eroe da commedia morale, barcamenandosi tra buoni propositi e vecchie abitudini criminali che riemergono con prepotenza.
Government Cheese sceglie l'assurdo, la fantasia, l'iperbole. Una scelta che potrebbe apparire liberatoria, ma che in questo caso si traduce più in un'esibizione virtuosistica che in una visione solida. Il risultato è un racconto che ondeggia tra mille suggestioni senza mai affondare davvero il colpo: si passa da riferimenti alla morale biblica, abbozzata qua e là, a quelli politici, sempre solo sussurrati e mai veramente articolati.
A dominare è il pastiche: ironia, nostalgia, stramberia, riferimenti cinefili, tutto assemblato con leggerezza e, parrebbe, una certa superbia compositiva.