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Eternity, un triangolo amoroso nell'aldilà

David Freyne dirige una commedia leggera che tocca temi molto profondi. Al cinema.
di Pedro Armocida

Eternity

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Elizabeth Olsen (Elizabeth Chase Olsen) (36 anni) 16 febbraio 1989, Sherman Oaks (California - USA) - Acquario. Interpreta Joan nel film di David Freyne Eternity. Al cinema da giovedì 4 dicembre 2025.
sabato 6 dicembre 2025 - Focus

Un triangolo amoroso pure nell’aldilà? Possibile? Sì perché la sceneggiatura di Eternity, scritta da Patrick Cunnane (inserita nel 2022 nella “The Black List” delle migliori sceneggiature non prodotte quell’anno) a cui si è aggiunto lo stesso regista David Freyne, immagina che dopo la morte la vita, diciamo così, non è finita, anzi è tutto molto reale con un treno che ti porta in una sorta di centro congressi di smistamento in stile Mad Men anni ’60 (anche per la pubblicità) con la faccia e il corpo dell’età esatta in cui sei stato più felice. Poi, con molta calma, arriva il tuo Consulente dell’Aldilà che, in una settimana (ma il tempo stringe…), ti aiuta a decidere in quale mondo vivere per l’eternità. L’unica clausola è che non ci sarà mai più la possibilità di cambiare idea. 

Il primo ad arrivare in questa dimensione è Larry che si è appena strozzato con uno dei suoi amati pretzel, e che lascia l’amata moglie Joan, purtroppo malata terminale di cancro, con cui è sposato da decenni. Il suo sé più giovane, interpretato da Miles Teller, è proprio quello di quando ha conosciuto Joan e dunque la volontà di aspettarla è ancora più forte. Accanto a lui la Consulente Anna, una esplosiva Da'Vine Joy Randolph, che gli spiega come funziona quella prima settimana nell’aldilà e cerca di consigliargli un aldilà eterno a lui congeniale tra i tanti possibili che vengono proposti da venditori insistenti quanto basta. C’è quello per sempre in spiaggia, quello senza uomini per donne che non ne possono più, quello libero da tutte le convenzioni anche di genere dello Studio 54, quello in montagna e così via.
Poi Joan arriva (è interpretata da Elizabeth Olsen), anche lei nella stessa felice età, e tutto sembra ricomporsi. Se non fosse per il fatto che nell’aldilà, ad aspettarla, c’è anche il suo primo marito (Callum Turner) morto nella guerra di Corea. Ora per il suo Consulente dell’Aldilà Ryan (John Early), le cose si fanno più complicate perché Joan deve decidere con chi vuole trascorrere l’eternità, se con il secondo marito con cui ha condiviso tutta una vita felice ma abbastanza monotona oppure con il primo che sembrava prospettarle un futuro mancato un po’ più passionale.

Nessuno di loro aveva considerato un triangolo di questo tipo anche nell’aldilà. E neppure lo spettatore che si trova di fronte a un’assoluta novità, quella di veder aggiornato, in questo modo così originale, il classico triangolo amoroso che tante storie ha contribuito a portare al cinema. 


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Naturalmente il tono di Eternity è da commedia leggera ma i temi che tocca sono molto profondi e propongono questioni che toccano la vita delle persone tra cui la ricerca della felicità attraverso l’amore. Più difficile se si è in tre. Il film più recente (ma c’è anche la quinta stagione appena uscita di Stranger Things) che si poggia tutto, anche geometricamente con il rettangolo del campo da tennis, sul triangolo è Challengers di Luca Guadagnino. Ma la storia del cinema è costellata da ménage à trois – andando a ritroso si arriva al celebre Scandalo a Filadelfia di George Cukor e a titoli meno immediati come La collezionista di Éric Rohmer – che hanno fatto la fortuna di intere saghe, come quella di Bridget Jones, oppure hanno impresso un ricordo indelebile nell’immaginario collettivo come Jules et Jim di François Truffaut a cui in qualche modo rimanda anche The Dreamers di Bernardo Bertolucci, già autore di un triangolo ‘semplice’, perché non connotato dall’amore ma solo dal sesso, in Novecento con Stefania Casini stretta tra Robert De Niro e Gérard Depardieu. Ma quello che potremmo definire un vero e proprio sottogenere della commedia romantica, è declinato in tanti modi eterogenei come in La sposa cadavere di Tim Burton, Y tu mamá también di Alfonso Cuarón, Ferro 3 - La casa vuota di Kim Ki Duk, Vicky Cristina Barcelona, il recente titolo di successo Tutti tranne te di Will Gluck.
Certamente non c’era ancora stato un suo innesto nell’aldilà che è pure quasi un altro genere molto frequentato da Hollywood, basti pensare a La vita è meravigliosa da Frank Capra.
L’idea che la questione amorosa, con la sua complessa triangolazione di sentimenti e di aspettative, non ci abbandoni nemmeno dopo la vita, è molto affascinante anche se un po’ angosciante. Ed Eternity su questo, alla fine, è estremamente chiaro.


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