Ambientato in un mondo deserto e sospeso, racconta l'incontro tra una giovane ragazza che custodisce un uovo misterioso e un guerriero errante. Espandi ▽
In una città deserta e avvolta da una luce spettrale, una ragazzina vaga stringendo a sé un uovo che custodisce con devozione, senza conoscere davvero ciò che contiene. La sua routine silenziosa viene interrotta dall'arrivo di un enigmatico giovane soldato, che sembra sapere più di quanto voglia ammettere e che la segue. Nel paesaggio di rovine i due intraprendono un percorso di attesa e interrogazione, mentre simboli religiosi e presagi apocalittici affiorano dal fondo della città. Il mistero dell'uovo diventa il cuore di un viaggio metafisico che mette in discussione fede, memoria e identità.
L'uovo dell'angelo di Mamoru Oshii, realizzato nel 1985 e diventato negli anni un classico del cinema d'animazione d'autore, è una meditazione visiva sull'attesa e sul mistero, costruita con un rigore formale che sfiora l'ascetismo.
Il film è una delle esperienze più ipnotiche e influenti dell’animazione d’autore giapponese: un viaggio nell’inconscio collettivo che continua a stupire per la sua audacia formale e per la sua misteriosa dolcezza apocalittica. Recensione ❯
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Un giovane sbandato, Bruno Stroszek, accoglie a casa propria una prostituta, Eva. Espandi ▽
Bruno Stroszek, trombettista, dopo due anni e mezzo di prigione torna in libertà e accoglie nel suo appartamento berlinese la prostituta Eve, perseguitata da due spregevoli sensali. Soldi e lavoro scarseggiano, però, e la coppia di sfruttatori continua ad aggredirli, così con il mite anziano Scheitz emigrano in Wisconsin. Eve diventa cameriera in un drive-in, Bruno meccanico nell'officina del nipote del vecchio. Risparmiando acquistano una graziosa roulotte ma presto si ritrovano sul lastrico. La donna, allora, torna a prostituirsi, ma ciò non basta per coprire le rate del mutuo, per cui abbandona Bruno e segue i clienti camionisti, mentre la banca pignora la casa al neo-meccanico. Esasperato, il protagonista architetta con il fido Scheitz una rapina per risolvere le sue grane economiche.
Film poco noto ma forse tra i più distintivi della poetica del regista, è una scorribanda randagia e dolceamara tra la Germania e l'America per tre creature schiacciate dal tritacarne del falso benessere consumistico, sospese tra istinto di conservazione e apertura al compromesso, tra speranza e disperazione, colte da Herzog senza edulcorazioni, né pietismo ma con amara oggettività realista. Recensione ❯
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Tra kung fu, universo tarantiniano e la Roma multietnica, Mainetti si confronta alla pari con il cinema internazionale. Drammatico, Italia2025. Durata 137 Minuti.
Mei, arrivata a Roma per trovare la sorella scomparsa, incontra Marcello, un cuoco che difende il ristorante di famiglia. Tra pregiudizi e nemici spietati, scopriranno che vendetta e amore sono inseparabili. Espandi ▽
Cina, 1979. Due genitori sfuggono all'obbligo del figlio unico mettendo alla luce le bambine Yun e Mei. Mei, la secondogenita, è però costretta a nascondersi. Da grande Mei si ritrova nella Roma multietnica del quartiere Esquilino, presso il ristorante cinese La città proibita. Quel luogo è la chiave della ricerca che l'ormai giovane donna ha intrapreso per ritrovare la sorella maggiore, che è diventata una prostituta nella Città Eterna. I destini di Mei si incroceranno con quelli di Marcello. In più Annibale cerca di dare loro una mano, anche perché detesta il proprietario di La città proibita e i tentativi degli immigrati di diventare "padroni in casa sua".
Laddove Lo chiamavano Jeeg Robot giocava con l'immaginario audiovisivo dei supereroi applicato alla romanità di margine, La città proibita si muove fra il Kung Fu movie, l'universo tarantiniano e la Roma multietnica. La regia di Mainetti gestisce con destrezza le scene di azione e si confronta alla pari con i più elevati standard di professionalità del cinema internazionale, in particolar modo quello statunitense (più che quello dell'Estremo Oriente), e la fotografia di Paolo Carnera è come sempre impeccabile.
Quello che lascia purtroppo a desiderare è invece la sceneggiatura, una sorpresa essendo il team di scrittura formato dalla formidabile coppia Stefano Bises-Davide Serino, insieme allo stesso regista. Recensione ❯
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Francis Ford Coppola, in mezzo ai due primi Padrino, realizza un film con un alto livello autoriale. Drammatico, USA1974. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1974, tre nomination agli Oscar e quattro ai Golden Globe, un thriller psicologico diventato nel tempo un film di vero culto. Espandi ▽
Harry Caul è ritenuto da tutti il migliore professionista nel campo delle intercettazioni audio di tutta la West Coast. È per questa ragione che gli è stata assegnata un’operazione complessa: deve cioè riuscire a catturare una conversazione tra un uomo e una donna nell’affollata Union Square di San Francisco. Lavorando sulle registrazioni Caul scopre che i due sono amanti e che temono per la loro vita. Inizia pertanto a temere che chi gli ha chiesto di intervenire possa costituire un reale pericolo per gli intercettati.
Francis Ford Coppola, in mezzo ai due primi Padrino, realizza un film con un budget più contenuto ma con un alto livello autoriale. La scelta di Gene Hackman è di quelle vincenti. Il critico Michel Cieutat nel numero 175 della rivista “Positif” definì l’attore il ”Monsieur tout le monde” del cinema americano volendo con ciò inquadrarlo come l’uomo qualunque, l’uomo grigio su cui la macchina da presa può soffermarsi per indagare ciò che va al di là dell’apparenza. Nei gesti e sulle espressioni facciali di Harry Caul sembra che tutto possa scorrere senza che ne resti traccia e che questo status possa essere immodificabile. Fino a quando si apre una piccola crepa e la realtà esterna vi compie un’inattesa irruzione. Recensione ❯
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Allen si rifà a Sofocle e Aristofane per sperimentare generi e modi di raccontare l'amore. Commedia, USA1995. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Allen torna al grande divertimento con questo film in cui l'autobiografia torna a fare capolino. Si trova nei panni di un uomo che, convinto dalla moglie ad adottare un figlio, non resiste al bisogno di sapere chi sono i genitori naturali. Espandi ▽
Allen torna al grande divertimento con questo film in cui l'autobiografia torna a fare capolino. Si trova nei panni di un uomo che, convinto dalla moglie ad adottare un figlio, non resiste al bisogno di sapere chi sono i genitori naturali. Riesce così a scoprire la madre che fa la pornoattrice e rischia di innamorarsi proprio di lui. A commentare e, in qualche misura, a dirigere gli eventi è un coro greco con tutti i ruoli al posto giusto. La tragedia si muta in commedia ma l'uomo contemporaneo è costretto a confrontarsi con i dilemmi di sempre, sembra dire Allen. Nell'antichità era il teatro il luogo privilegiato della rappresentazione, oggi questo compito è passato al cinema e alla televisione. Recensione ❯
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Il film, girato nel '25, era originalmente muto. Nel '42 ne venne realizzata un'edizione con commento parlato. Espandi ▽
Un omino, cercatore d'oro solitario, affronta i rischi e i pericoli dell'algido Klondike per trovare la ricchezza. Incontra prima il temibile Black Larsen per poi instaurare un sodalizio con il robusto Giacomone in cui si imbatte accidentalmente cercando un rifugio in una baracca di legno. I due dovranno cercare di sopravvivere insieme alla fame e al freddo. Quando l'omino si recherà nel paese vicino ci troverà l'amore. Recensione ❯
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Basato sull'omonimo e acclamato romanzo della biologa e scrittrice tedesca Jasmin Schreiber Espandi ▽
La giovane Paula è perseguitata da un incubo ricorrente: si trova nel buio di un inospitale fondale marino insieme a un bambino che, come lei, fatica a riemergere dall'acqua. Il sogno ha un'origine ben precisa: Paula ha da poco perso il suo fratellino, annegato in mare a Trieste. Un giorno, al cimitero, fa un incontro inaspettato: un uomo anziano sta cercando di trafugare l'urna della moglie defunta e ha bisogno del suo aiuto per scavare e scappare in tempo. Quell'uomo si chiama Helmut e sarà l'improbabile compagno di avventure di Paula in un rocambolesco viaggio verso l'Italia a bordo di un camper sgangherato.
Per il suo esordio al lungometraggio la regista lussemburghese Eileen Byrne dirige un road movie dolce e malinconico ma carico di speranza, ambientato fra Germania, Austria e Südtirol e dedicato al tema dell'elaborazione del lutto.
Nonostante alcuni cliché che ricalcano gli stilemi del genere road movie, La fossa delle Marianne si dimostra un film capace di affrontare con gentilezza temi complessi come la perdita, la depressione e il senso di colpa, strappando al pubblico qualche lacrima, ma anche un sincero sorriso. Recensione ❯
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Una badante ruba i soldi ai suoi assistiti per aiutare il nipote. Quando viene scoperta si genererà il caos. Espandi ▽
Maria ama il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la “gazza” di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente.Fermamente intenzionato a non lasciare spazio alla disperazione, l’autore raddrizza la barra e dona a La gazza ladra la forma, affatto patetica o funerea, di una cronaca ordinaria. Una sorta di sfarfallamento della narrazione che svolge una sitcom marsigliese o addirittura un ‘dramma giocoso’ come quello rossiniano, mescolando elementi drammatici e buffi con esiti lieti.Coerente, morale e solare, il film risplende di vita. Circondato dai suoi indefettibili alleati, Guédiguian realizza un film su la forza dei legami, ripetendo che la lotta non è mai vana se è preziosa per qualcuno e si combatte per chi è prezioso al cuore. Recensione ❯
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Il film racconta la guerra del nazismo contro l'arte moderna. Perché, ieri come oggi, creatività e pensiero critico sono la linfa vitale della democrazia. Espandi ▽
I veri grandi nemici di Hitler erano artisti come Picasso, Chagall, Van Gogh e Matisse, bollati dal nazismo come "degenerati": le loro opere vennero ritirate dai musei tedeschi, distrutte o vendute, così come furono messe al bando la letteratura, la musica e l'architettura non in linea con il regime. A partire dalla mostra del Musée Picasso di Parigi, il documentario ripercorre questo attacco ideologico attraverso filmati rari, opere censurate e testimonianze di curatori, storici, sociologi e psicanalisti. Recensione ❯
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Un'ode comica e malinconica sulla condizione umana. Un film toccato dalla grazia, con Toni Servillo che giganteggia. Drammatico, Italia2025. Durata 131 Minuti.
Ritratto immaginario di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica alla fine del mandato. Tra dilemmi morali sulle grazie e vita privata, dovrà scegliere. Espandi ▽
Mariano De Santis, il Presidente della Repubblica, è a fine mandato; è infatti entrato nel semestre bianco. Vedovo da otto anni della moglie Aurora, ha due figli. Si trova davanti a due dilemmi morali. Il primo riguarda la richiesta di grazia per Isa Rocca che ha fatto fuori il marito nel sonno dopo essere stata a lungo maltrattata e per Cristiano Arpa, che ha ucciso la moglie malata di Alzheimer. Il secondo: non sa se firmare o no la legge sul diritto all'eutanasia.
La grazia non è un film sulla nostalgia ma sulla memoria che riaffiora nelle parole, nei pensieri, nelle cose che non si sono fatte, nel rapporto con i figli, in particolare Dorotea, dove risalta l'ottima prova di Anna Ferzetti.
Nel film si incrociano le pause del cinema di Sorrentino ma in realtà non c'è un attimo di tregua. La forma, che segna sempre l'identità della sua opera, accompagna il piacere autentico del racconto. Per questo, oltre ad essere sorretto da Toni Servillo che giganteggia, è un dramma privato, una commedia dell'assurdo, un film sentimentale. Un'ode sulla condizione umana. Allegra e triste. Comica e malinconica. Un film toccato dalla grazia. Recensione ❯
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Una moglie e madre cinquantenne abbandona la famiglia per cercare un'ultima possibilità di amore. La sua ricerca mette a dura prova i rapporti con le persone care. Espandi ▽
Eva è una consulente editoriale spagnola che sta per compiere 50 anni e un giorno per caso, durante una trasferta di lavoro a Roma e una chiacchierata con uno sceneggiatore sconosciuto, si rende conto che la sua vita matrimoniale dopo 25 anni di nozze non la soddisfa più. Semplicemente ha voglia di provare emozioni nuove e una sera ha il coraggio di comunicarlo al marito Victor.
La sua vita cambia, i suoi figli si adattano alle novità come possono e lei, senza clamori, inizia a sperimentare nuove esperienze e incontrare nuove persone tramite appuntamenti anche improbabili, fino a rincontrare lo stesso sceneggiatore che aveva conosciuto a Roma. Ma ora è tutto diverso, lei è una donna diversa, e le cose possono ancora cambiare.
È una commedia delicata e deliziosa sul cambiamento, La mia amica Eva. Con grande misura racconta la voglia di vita di una donna che all'alba dei cinquant'anni non vuole arrendersi a una vita priva di emozioni. Nora Navas è l'attrice perfetta per incarnare tutto questo e lo fa con grande equilibrio. Recensione ❯
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A Taipei, Shu-fen lotta per tenere insieme la sua famiglia, ma le iniziative delle figlie rischiano di distruggere l'equilibrio già precario. Espandi ▽
Nel mercato notturno di Taipei Shu-fen gestisce un chiosco che serve noodle: lasciata dal marito da diversi anni, sta ancora affrontando i debiti residui, faticando a gestire l’irrequieta figlia ventenne I-Ann e la piccola I-Jing di 5 anni. Mentre Shu-fen si lascia andare alla depressione, la situazione le sfugge di mano e le iniziative di I-Ann e I-Jing rischiano di compromettere ulteriormente l’equilibrio famigliare. Durante la visione di Left-Handed Girl la prima impressione potrebbe essere quella di un Florida Project in versione taiwanese, complice la presenza di Sean Baker in qualità di produttore e co-sceneggiatore. È indubbio che tornino alcuni dei temi cari al cineasta americano. Il tocco di Baker in fase di sceneggiatura si percepisce nel ritmo indiavolato e nell’attenzione a dialoghi credibili e ficcanti, tali da coinvolgere un pubblico variegato per cinefilia e capacità di attenzione. Un debutto che sa conquistare per la sincerità proposta e per l’interpretazione di un cast splendidamente assemblato. Recensione ❯
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Un viaggio nella magica dimensione della prima infanzia raccontata attraverso lo sguardo innocente, poetico e profondamente attento di una bambina di tre anni. Espandi ▽
In principio era il nulla. E Dio vide che questo era un bene: il nulla lo appagava totalmente e Dio non sentiva il bisogno di muoversi né di comunicare.
Dio, altrimenti detto "il tubo", per il modo in cui cibo e liquidi attraversano il suo corpo senza impedimenti, altri non è che la piccola, piccolissima Amélie, nei giorni della sua prima infanzia in Giappone. La sua vera nascita, intesa come l'uscita dallo stadio vegetale e da un'invidiabile stato di atarassia, avviene alla benemerita età di due anni e mezzo, nel 1970, grazie all'assaggio di un pezzetto di cioccolato bianco belga, portato nel paese del Sol Levante dalla nonna materna.
La piccola Amélie è la trasposizione fedele di quei ricordi colorati e sformati dalle iperbole, dalle metafore e dai paradossi che caratterizzano lo stile e la verve dei libri di Amélie Nothomb. Dedicato al tempo della prima infanzia, è da una prospettiva adulta che questo racconto esistenziale e irriverente, venato di profonda nostalgia, si fa apprezzare al suo meglio. Recensione ❯
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Lucia, timida e sensibile, è una ragazzina che frequenta il coro di una scuola cattolica e si trova ad affrontare i primi turbamenti e interrogativi della vita. A chi appartiene il mio corpo? Espandi ▽
Lucia ha sedici anni, è una ragazza timida, introversa, ma curiosa. Viene da un’educazione familiare e scolastica molto rigida, per cui il corpo e le sue esternazioni sono sinonimo di peccato. L’arrivo degli operai, corpi maschili finora sconosciuti, porterà scompiglio in lei e nell’istituto gestito dalle suore che frequenta. Un delicato film di formazione e, insieme, di iniziazione sessuale. Djukic firma un film suggestivo, mai volgare, molto casto nel suo raccontare anche il rapporto spesso conflittuale tra il desiderio e il rispetto delle norme religiose. Ne esce un affresco luminoso di un percorso che non ha nulla di morboso, o perverso: il film è universale perché mira a portare sullo schermo i turbamenti che tutti attraversano durante l’adolescenza, nell’esigenza di scoprire il proprio corpo e quello altrui, nelle molteplici interazioni possibili. La regista dimostra alla sua opera prima di avere uno stile originale e un controllo della materia narrativa, che non deborda e non annoia. Recensione ❯
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Un'opera prima dolorosa e convincente sull'abisso di un trauma "congelato" nel silenzio dell'età adulta. Drammatico, Belgio, Paesi Bassi2023. Durata 111 Minuti.
Un film che rifiuta ogni retorica e si pone come una voce importante nel dibattito sulla violenza di genere. Espandi ▽
Eva De Wulf è una ragazza dallo sguardo profondo e cupo, dietro cui nasconde il peso di un trauma. Si è lasciata tutto alle spalle, amici, parenti e genitori disfunzionali, un padre violento e una madre alcolizzata. L'unica che continua a frequentare è sua sorella. Ricordi di momenti spensierati di infanzia con i suoi amici ogni tanto riaffiorano, insieme a una memoria di violenza orrenda e dolorosa, impossibile da cancellare. Quando tornerà dove tutto è accaduto si ritroverà con la stessa società sorda alle sue grida di allora, e non le resterà che una decisione drammatica.
È un doloroso coming of age denso di ombre e traumi, La ragazza del ghiaccio. Segna l'esordio alla regia dell'attrice Veerle Baetens, applaudita per l'intensa performance in Alabama Monroe. Di quel film mantiene il tono asciutto e drammatico, proponendo la storia di un femminile chiuso in se stesso a protezione dopo aver subito tanto, troppo. Recensione ❯
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