Un rigoroso documentario che attraverso la musica parla del nostro Paese senza chiudere la porta al grande pubblico. Documentario, Italia2025. Durata 120 Minuti.
Un documentario girato tra le varie regioni di Italia in cui si scoprono diverse tradizioni popolari. Espandi ▽
Dalla Liguria alla Calabria, dalle Marche alla Sicilia, una storia fatta di frammenti che catturano diverse realtà italiane attraverso gli strumenti musicali che appartengono a ognuna di esse. Cos’è un paese, una cultura, quando ne si va a cercare il nucleo più tangibile? La risposta dei fratelli De Serio è un rigoroso documentario in undici tappe, sparpagliate per le varie regioni italiane, che guarda in particolare alla musica, al canto e agli strumenti che lo rendono possibile per raggiungere una dimensione autentica del folklore e della ricerca etnografica. Ricco in suggestioni e riscoperte, il film parla di noi senza però distogliere lo sguardo dagli oggetti e dalle tradizioni che hanno segnato la nostra storia, restando mirabilmente concreto. La magia più grande del film, che di per sé non sarebbe fuori posto nei dipartimenti di musicologia internazionali, è che riesce a non chiudere la porta a un pubblico più ampio. Recensione ❯
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Un racconto d'infanzia ipercinetico con un'estetica viva, originale e salutare per il nostro cinema. Drammatico, Italia, Svizzera, Francia2025. Durata 105 Minuti.
Una bambina fa amicizia con due coetanee che le insegneranno cosa significa veramente l'infanzia. Espandi ▽
1997, estate in una soporifera e residenziale Ferrara. La piccola Linda, di otto anni, si trasferisce al seguito della madre Eva. Qui incontra Azzurra e Marta, due sorelle spesso lasciate a loro stesse dalla madre, divisa tra il ruolo di infermiera e la passione per la fabbricazione di bambole, e da un padre distante. Finora hanno potuto contare sul fedele cane e su Carlino, il babysitter queer che si occupa di loro, ma con l’aggiunta di Linda formano una banda di ragazzine che in movimento perpetuo esplorano il quartiere, il mondo, e la possibilità di diventare grandi. Racconto d’infanzia che preme verso il suo limite estremo, il primo film a quattro mani delle sorelle Bertani è un trattato ipercinetico su un’età di passaggio. L’impianto estetico è vivo, originale e – armato di tutte le sue idiosincrasie – salutare per un cinema nazionale che ha bisogno di prospettive del genere. Il fatto che le autrici vengano dal mondo della pubblicità spiega forse perché lo stile sia già curatissimo e pienamente formato mentre la scrittura funzioni più come prova d’intento che come indagine davvero approfondita. Recensione ❯
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Un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi, che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo. Documentario, Italia2025. Durata 80 Minuti.
Un tributo al grande Alberto Sordi che, attraverso filmati di repertorio e voci autorevoli, ci accompagna in un viaggio imperdibile nella sua vita e nella sua comicità. Espandi ▽
Steve Della Casa e Caterina Taricano propongono un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi avvalendosi di un'ampia selezione di sequenze dei suoi film e delle testimonianze, sia di chi lo ha conosciuto direttamente sia di chi ha potuto incontrarlo solo sul grande o sul piccolo schermo.
Alberto Sordi viene liberato dall'invettiva morettiana per leggerne la carriera sotto una luce diversa che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo e, talvolta, anche di quella a venire.
Era tempo che questo documentario, pronto già dal 2020, e presentato all'epoca alla Festa di Roma vedesse la luce dei proiettori delle sale cinematografiche. Perché la figura di Alberto Sordi, anche senza nessuna particolare ricorrenza di date di nascita o di morte, merita di essere riletta con uno sguardo attento e competente come è quello di Della Casa e Taricano. Recensione ❯
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Una riflessione profonda e dolente sui rimossi delle famiglie della classe media italiana. Espandi ▽
La tranquilla vita quotidiana di Emilia, impiegata comunale in Calabria, è disturbata dalla diagnosi di Alzheimer fatta al marito, con cui decide di andare a trovare il figlio Antonello in Germania, per una conversazione faccia a faccia sulle condizioni di salute del padre. Antonello Scarpelli mette in scena un ritratto familiare intimo e senza retorica, alternando primissimi piani e ampi paesaggi che vanno a comporre una riflessione profonda e dolente sui rimossi delle famiglie della classe media italiana. Recensione ❯
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Una professoressa idealista arriva in un liceo di Rebibbia e affronta una classe difficile tra disagio, rabbia e speranza, cercando di conquistare la fiducia dei suoi studenti. Espandi ▽
Una professoressa di inglese un po’ terrorizzata dagli studenti, ma convinta del valore educativo fondamentale della scuola, viene assegnata a una quinta di un liceo romano a Rebibbia. La professoressa ha tre possibilità: scappare come i suoi predecessori, fregarsene o entrare in quella gabbia di leoni disarmata. Domani interrogo mette in scena la ‘normale’ vita, soprattutto scolastica, di una professoressa idealista dentro. Nel senso che non lo dà a vedere e così, come direbbero i suoi stessi studenti, non s’accolla. Non c’è una denuncia diretta delle storture del sistema scolastico, della recalcitranza degli studenti, della rigidezza dei professori. La regia di Umberto Carteni è nervosa e mobile come s’addice a un film che ha in mente un pubblico di giovani ma alterna anche momenti più statici e riflessivi grazie ai quali studia i personaggi a cui si avvicina con i primi piani. C’è a questo punto uno stupefacente meccanismo narrativo che emoziona e che consente allo spettatore di empatizzare con ognuno degli studenti di questa classe. Recensione ❯
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Mirela, 40enne bosniaca a Rimini, torna a Sarajevo e al Dom Bjelave: qui, tra amici d'infanzia, affronta il passato segnato dalla guerra. Espandi ▽
Mirela, quarantenne bosniaca, vive a Rimini con il compagno e i due figli. Spinta da un passato irrisolto, torna a Sarajevo, dove ha vissuto fino all'età di dieci anni all'orfanotrofio Dom Bjelave. Evacuata su un convoglio umanitario allo scoppio della guerra, ritrova ora gli amici d'infanzia. A 30 anni esatti dall’Accordo di Dayton per la pace in Bosnia ed Erzegovina, il documentario racconta la difficoltà della rielaborazione delle ferite della guerra. C’è un senso perenne di struggente malinconia in Dom di Massimiliano Battistella che sceglie di racchiudere in uno spazio, ancora più delimitato e in qualche modo chiuso, quello del formato 4:3, la storia di Mirela, trapiantata in Italia a 10 anni per salvarla, insieme ad altri 66 bambini, dal conflitto in atto a Sarajevo nel 1992. «Perché sono andata via, perché non ho potuto decidere io?» si chiede nel film che non può dare delle risposte se non mostrare, attraverso una storia apparentemente particolare, oltretutto di tanti anni fa, l’estrema attualità universale dell’orrore della guerra che, se non ti uccide subito, crea ferite, anche psicologiche, che possono durare tutta la vita. Recensione ❯
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Una caduta vertiginosa nel
dramma e la risalita, tenace. Una storia di resilienza, di amore per la
vita, di speranza. Documentario, Italia2025. Durata 52 Minuti.
Un documentario che esplora forza mentale e passione attraverso una storia di rinascita, di quelle che solo lo
sport sa regalare. Espandi ▽
Il documentario racconta la storia di Simone "Tartana" Fabbri, la sua scelta di confrontarsi con un IRONMAN, il suo avvicinamento umano e la sua preparazione fisica e mentale in vista dell'evento e, infine, l'evento stesso. Una storia di coraggio, rinascita e volontà di superare i propri limiti, che riesce a toccare corde profonde, anche attraverso l'ironia e la spontaneità della sua voce narrante. Recensione ❯
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Un viaggio appassionato alla scoperta della prima regista donna italiana, fra mistero, realismo e voglia di libertà. Documentario, Italia, USA2025. Durata 90 Minuti.
La storia della prima regista italiana e del lungo percorso che l'ha riportata alla luce dopo decenni di oblio. Espandi ▽
Moglie, madre e lavoratrice, la salernitana ma napoletana d'adozione Elvira Coda Notari (1875-1946) non fu solo la prima regista cinematografica italiana. Fu anche sceneggiatrice, produttrice, distributrice in un territorio e un'epoca in cui alle donne non era consentito neppure di firmare le proprie creazioni. Della sua ricca produzione - almeno 60 lungometraggi - ne sono rimasti conservati solo tre quasi completi, due brevi documentari e alcuni frammenti per un totale di 163 minuti di "visioni" che rivelano uno sguardo coraggioso, moderno, originale e autenticamente "femminista".
La ricostruzione della sua vita e straordinaria capacità di guardare e filmare il proprio mondo, attraverso importanti testimonianze di studiosi, artisti ed eredi, è al centro del documentario di Valerio Ciriaci.
Allora come oggi il lavoro di Elvira Notari riflette di passioni mai sopite, tanto coraggioso quanto scomodo, tanto moderno quanto popolare. Un tesoro troppo a lungo lasciato nell'oblio che riesce a vibrare e a illuminarsi di luce nuova. Recensione ❯
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Tekla Taidelli torna a occuparsi, senza moralismi ma con una straordinaria empatia, dei suoi personaggi perduti. Drammatico, Italia, Portogallo2025. Durata 90 Minuti.
Leo, intrappolato in lavori precari e dipendenze, incontra Jo-Jo, enigmatica e ferita. Insieme partono verso il Portogallo alla ricerca di libertà e senso. Espandi ▽
Leo ha 20 anni e una vita in bianco e nero. Le sue giornate iniziano sempre alle 6:06, tra lavori miserabili e una corsa senza fine per procurarsi la dose successiva. Ogni tentativo di cambiare, scappare, lo riporta sempre allo stesso punto: l'inizio. Finché non incontra Jo-Jo: coetanea enigmatica, parla solo francese e guida un caravan come se fosse in fuga da qualcosa. Anche lei porta un dolore profondo. Jo-Jo non è una salvezza facile ma è il caos di cui Leo ha bisogno. Lei ha i suoi demoni. In qualche modo sa vedere attraverso le crepe di Leo. Insieme partono verso il Portogallo, tra paesaggi onirici e polverosi, dove le loro anime si incontrano e parlano finalmente la stessa lingua. Recensione ❯
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Bahram, regista censurato, intraprende con la produttrice Sadaf un viaggio in Vespa per proiettare clandestinamente il suo film in Iran, sfidando il sistema. Espandi ▽
Bahram, un regista sulla quarantina che realizza film d’impegno, si vede ancora una volta proibire dalle autorità la proiezione del suo ultimo film. Cerca allora di trovare una soluzione muovendosi su una moto rosa insieme alla sua giovane produttrice dai capelli colorati. Trovare un luogo in cui poter proiettare la sua opera non sarà facile. Tutti temono il controllo delle autorità e vogliono evitare i guai. Ali Asgari e Alireza Khatami tornano a fare coppia per una vicenda che racconta con ironia la dura vita dei registi non allineati in Iran. Dopo Kafka a Teheran fa indubbiamente piacere ritrovare sugli schermi una coppia di autori che non hanno piegato il capo dinanzi alle minacce degli ayatollah. Girato in maniera semiclandestina grazie alla maggiore difficoltà di controllo governativo sul digitale questo film mostra e dimostra come il saper far uso della satira sottile possa talvolta risultare più efficace dei pamphlet con attacchi frontali e drammatici. Recensione ❯
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Giuda racconta la Passione dal suo punto di vista: lui e Gesù, legati da un destino speculare, muoiono lo stesso giorno per compiere la profezia. Espandi ▽
Giuda nasce in un bordello, figlio di una prostituta che muore al momento della sua nascita. Cresciuto senza un padre e usato e abusato dai tenutari si vendica uccidendoli e diventa il proprietario della casa di piacere. Fino a quando un giorno Gesù si reca da lui per incontrare Maddalena, sua sorella, che aveva salvato dai lapidatori. Da quel momento lascia tutto per seguire l’amico e maestro che poi tradirà. Giulio Base rilegge i Vangeli secondo una prospettiva che meritava l’approfondimento. La tesi finale del film, cioè che Gesù aveva bisogno di qualcuno che lo tradisse per compiere la propria missione fino in fondo, era già stata avanzata (on stage e sul grande schermo per la regia di Norman Jewison) da Jesus Christ Superstar. Il Giuda di Giulio Base affronta questa lettura ma vi giunge partendo da tutt’altre premesse e liberandosi da tutte le precedenti trasposizioni sullo schermo della figura di Cristo. Recensione ❯
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Una famiglia si ritrova in una villa a parlare del loro passato e dei loro ricordi. Espandi ▽
Dopo una vita passata in Italia a lavorare come domestica, la filippina Lilia si ritrova in lascito le proprietà della sua datrice di lavoro, scomparsa senza eredi. Sola in una villa enorme, riceve la visita dei fratelli minori, Manny e Rosa, con i quali condivide una storia familiare difficile e qualche disaccordo sulle circostanze del presente.
Lo slow cinema incontra temi di diaspora, migrazione e identità in questo piccolo esordio che parla di Italia e Filippine, indagando lo spazio condiviso tra i due popoli. Lo firma Liryc Dela Cruz, giovane artista all'esordio nel lungometraggio di finzione dopo alcuni corti e documentari. Recensione ❯
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Struggente riflessione sulla memoria dei luoghi e sulle implicazioni più granulari e domestiche
della diaspora iraniana. Documentario, Iran, Norvegia, Italia2025. Durata 80 Minuti.
Passato e presente si mescolano nel racconto di una ragazza fuggita dall'Iran. Espandi ▽
Dagli Stati Uniti Maryam fa installare delle telecamere nella casa dove è cresciuta, in Iran, e dove ora vivono i suoi genitori. È un modo per star loro vicina, e per tenerli d'occhio nelle difficoltà della vecchiaia. La donna aveva dovuto infatti lasciare il paese natale da giovane, in seguito alla rivoluzione islamica del 1979. Da allora non ha più fatto ritorno, e le immagini digitali e sezionate dell'abitazione sono l'unico punto di contatto con la propria storia familiare. Un legame flebile, soggetto non soltanto agli umori e alla salute dei genitori ma anche ai tumultuosi eventi esterni.
Struggente riflessione sulla memoria dei luoghi e sulle implicazioni più granulari e domestiche della diaspora iraniana, questo particolare ibrido di tecniche documentaristiche ed elementi di finzione è in linea con la grande vitalità e capacità inventiva del cinema iraniano, alla cui tradizione aggiunge una chiave formale inedita. Recensione ❯
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Negli anni '90 un bambino cresce tra segreti e lutti familiari. Da adulto, attraverso il cinema, affronta la violenza ereditaria e ricostruisce la propria identità. Espandi ▽
Negli anni Novanta un bambino cresce circondato da profondi segreti. Gli uomini della sua famiglia, compreso il padre, muoiono troppo giovani, ma lui non è ancora in grado di capire il perché. Quando scopre che il suo cognome è un marchio in città, ha l’impressione di rivedere la propria vita nei film di gangster e horror che ama, specchio della violenza che gli ha cambiato la vita. Attraverso il documentario di creazione, il regista Loris G. Nese cerca di ricostruire la propria identità utilizzando immagini d’archivio, suoi film familiari e un’animazione sperimentale. Il nuovo film di Loris G. Nese, ben strutturato con i suoi cinque capitoli e un epilogo, non vuole raccontare sociologicamente e dall’alto un fenomeno malavitoso che gli ha portato via il padre, lo zio eccetera eccetera. Il tentativo, dal basso e con il cuore in mano, è invece quello di raccontare un trauma, e con esso certamente il brodo di coltura della camorra, che ha portato il regista a non parlare mai con gli amici del genitore e di come è morto. Recensione ❯
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Un ritratto di Maurizio Nichetti, autore di un cinema artigianale, innovatore, ironicamente stralunato. Un cinema da riscoprire. Documentario, Italia2025. Durata 77 Minuti.
Un viaggio nel cuore di un cinema visionario, poetico e inconfondibile, tra fiaba, realtà e sperimentazione. Espandi ▽
Un documentario sull'animatore, mimo, attore e regista milanese Maurizio Nichetti, fra le figure più originali del cinema italiano dagli anni '70 in poi. Dagli inizi come autore nella factory di Bruno Bozzetto e come attore del Piccolo Teatro di Milano, dalle incursioni in "L'altra domenica" di Arbore all'esordio nella regia con Ratataplan, Nichetti ha costruito un percorso originale e ben riconoscibile, dando vita a un cinema sospeso tra comicità onirica, senso dell'assurdo e critica all'alienazione contemporanea, tra live action e animazione, narrazione episodica e affabulazione.
Nichetti racconta aneddoti, spiega l'approccio artigianale agli effetti speciali, rivela con innocenza la sua dolce inadeguatezza al successo, la sua presenza cartoonesca ancora prima di trasformarsi in cartoon (magico il suo personaggio muto in Ratataplan, che attraversava Milano come un folletto, o in Ho fatto Splash, che finiva per dire una parola soltanto alla fine). Recensione ❯
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