Anno | 2024 |
Genere | Biografico |
Produzione | Italia |
Regia di | Luca Ribuoli, Alessandra Gonnella, Giacomo Martelli |
Attori | Miriam Leone, Jonathan Silvestri, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Gina Bramhill Daisy Jelley, Ruby Kammer, Simon Merrells, Ken Duken, Ewan Horrocks, Philipp Christopher, Mark Lewis (IV), Astrid Ericsson, Julia Messina, Antonella Salvucci, Mercer Boffey, Davide Tucci, Tim Daish, Giovanni Guidelli, Francesca Agostini, Angelo Iannelli, Francesco Colella, Christoph Hulsen, Maurizio Lastrico, Giordano De Plano, Claudia Stecher, Timothy Martin, Douglas Dean, Axel Gallois, Rosanna Sapia, James McManus, Elena Ferrantini, Massimo De Santis, Anna Holmes (II), Caroline Loeb, Hélène Nardini, Massimo Rigo, Giulia Lippi, Neil McGarry, Isabella Tabarini, Davide Strava, Federico Calistri, Fabrizio Rizzolo, Rosanna Gentili, Leonardo Lidi, Angelo Libri, Grant Thompson, Elijah Knight. |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 marzo 2025
La storia degli inizi della brillante carriera di Oriana, che affronta e racconta per la prima volta la società americana degli anni Cinquanta.
CONSIGLIATO SÌ
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Milano, anni '50. Oriana Fallaci è una giovane giornalista dell'Europeo che si occupa di articoli di spettacolo. Quando riesce finalmente a farsi assegnare l'incarico di intervistare Marilyn Monroe, nonostante l'impresa fallisca, il suo modo di scriverne diventa una grande opportunità per far conoscere il mondo di Hollywood e ottenere il trasferimento a Las Vegas come inviata. Da quegli articoli trarrà il suo primo romanzo per Longanesi, "I sette peccati di Hollywood". La giovanissima Oriana intraprende così un percorso personale e professionale segnato dalla sua passione per la scrittura e dalla ricerca della verità, ma anche dai suoi legami affettivi e dalle esperienze di vita: il suo rapporto ambivalente con i genitori e la sua famiglia, l'amicizia con Giovanna Corsi, sua interprete e collaboratrice, e l'amore difficile e appassionato per il collega Alfredo Pieroni.
La miniserie, composta da 8 puntate di circa 50 minuti ciascuna, in onda su RAI 1 per quattro serate, ha origine da un cortometraggio di Alessandra Gonnella, che affianca alla regia Luca Ribuoli e Giacomo Martelli.
Si tratta di un grande investimento da parte di Minerva Pictures, che con Miss Fallaci debutta nella produzione seriale, in collaborazione con Paramount Television e Redstring. Presentata alla Festa del Cinema di Roma, la serie si conclude ottenendo un picco di 2.180.000 spettatori.
La serie ha uno stile visivo molto ricercato, con un lavoro di ricerca nella grafica e nei costumi per restituire un'immagine del personaggio e dell'epoca quanto più fedele possibile. Le scenografie, ad esempio, sono state in buona parte ricreate, riducendo così l'uso di effetti in post-produzione. La serie può contare su un grande impatto visivo, estetico e fotografico.
La sceneggiatura, che punta su un voice-over tratto dagli scritti di Fallaci e su dialoghi molto efficaci, forse accelera troppo alcuni passaggi, soprattutto nei primi episodi, dove tende a condensare molto e a portare le situazioni ad un apice dal punto di vista relazionale (intese, collaborazioni e rotture), senza però evidenziarne in modo chiaro le conseguenze logiche e narrative.
Gli episodi finali, con i flashback sulla Oriana preadolescente, il rapporto con il padre e il suo impegno nella Resistenza, sono molto intensi. In quelle puntate c'è la scelta di mantenere i dialoghi in inglese con i sottotitoli, ma ciò risulta incoerente rispetto alla parte iniziale, che è sempre doppiata, anche nelle scene con gli attori americani.
Miriam Leone ritrae la Fallaci come una giovane reporter che si fa strada nel mondo del giornalismo internazionale, partendo da una redazione quasi completamente maschile. Una donna con un approccio dinamico, intransigente e affascinante, a cui è impossibile negarsi, tagliente nel lavoro come nella vita privata. Si coglie, però, anche la fragilità e il divario tra una mente così brillante e una persona ancora acerba sul piano amoroso, sentimentale e sessuale. Un ritratto intimo, forse un po' sbilanciato sul fronte dei sentimenti, che tuttavia rende il personaggio complesso, anche se forse meno spigoloso rispetto alla scrittrice di cui si conserva memoria. Oltre a Miriam Leone, nel cast ci sono Francesca Agostini, Maurizio Lastrico e Jóhannes Haukur Jóhannesson nei panni di Orson Welles. Un cast numeroso e internazionale, bravo e ben diretto, con una selezione abbastanza riuscita nel trovare attori che potessero evocare icone come Sinatra, Shirley MacLaine e lo stesso Welles, grazie alla loro somiglianza.
Nella sceneggiatura e nell'interpretazione si percepisce l'amore per questa donna che, come Chanel (che intervista), alla fine dà priorità al proprio lavoro, sentito come un'urgenza di carattere morale. L'attrice, in alcuni passaggi sulla sua modalità di amare, fa emergere una certa maniacalità che ricorda il bel personaggio di Clara Pagani in Marilyn ha gli occhi neri.
È ben delineato il rapporto della protagonista con la scrittura, i suoi valori e il modo in cui descrive il ruolo della donna, visto dalla prospettiva di chi gioca la partita con coraggio, puntando sulle proprie forze, convinzioni, abilità intellettuali e personalità.