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Mameli era una rockstar. Arriva la miniserie che ci aiuta a comprendere dove siamo e cosa sta accadendo

Luca Lucini e Ago Panini dirigono una piccola, grande storia nazionale, dove l'inno è un canto virale e la manifestazione dell’Oregina un vero e proprio flashmob. Il 12 e il 13 febbraio su Rai 1.
di Gabriele Prosperi

Riccardo De Rinaldis Santorelli (25 anni) 31 marzo 1999, Pavia (Italia) - Ariete. Interpreta Goffredo Mameli nel film di Luca Lucini, Ago Panini Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia.
giovedì 8 febbraio 2024 - Focus

Nel panorama televisivo del 2024 la Rai si prepara a presentare una miniserie che catturerà il pubblico forse più per la scelta del soggetto che per la sua forma. Arriva il 12 e il 13 febbraio, su Rai 1, Mameli – Il ragazzo che sognò l'Italia, biopic in due puntate sceneggiata da Antonio Antonelli e Michela Straniero, diretta da Ago Panini e Luca Lucini, prodotta da Agostino Saccà per Rai Fiction e Pepito Produzioni. Con una storia risorgimentale rivisitata e adattata ai gusti contemporanei, la miniserie non solo narra la vita eroica di Goffredo Mameli, ma tenta anche di rinnovare il modo in cui il Risorgimento è rappresentato e percepito dal pubblico italiano, specialmente dai più giovani. In un momento politico dominato da un governo di destra, la scelta di raccontare una storia patriottica assume una certa rilevanza, inserendosi in un palinsesto che riflette un momento molto particolare della nostra storia. In questo panorama, la produzione e le tematiche di questa miniserie, girata tra Genova, Torino e Roma, le sue scelte narrative e il contesto storico-politico, evidenziano l’importanza di una piccola, grande storia raccontata per comprendere (o per educare a) una più grande, piccola storia nazionale.

La breve vita di un patriota italiano – La storia
La miniserie racconta la vita del giovane poeta e patriota del Risorgimento italiano, noto per aver scritto il testo de "Il Canto degli Italiani", inno nazionale del nostro paese. Un inno in realtà piuttosto controverso dal punto di vista storico e politico, diventato tale, de facto, nel secondo dopoguerra e de jure solo grazie a Mattarella nel 2017, dopo decenni di conflitti e continue alternative proposte da una o l’altra fazione politica. Divisa in due episodi, la storia segue Mameli (Riccardo de Rinaldis Santorelli) nella sua giovinezza a Genova, dove incontra la marchesina Geronima Ferretti (Barbara Venturato) e si unisce al gruppo dei rivoluzionari della Società Entelema, formata da giovani liberali, tra cui Nino Bixio (Amedeo Gullà). Mameli, con il suo carisma e il talento poetico, diventa involontariamente una delle figure di spicco del gruppo e compone qui il Canto, che sarà intonato per la prima volta durante la grande manifestazione patriottica dell’Oregina – correva l’anno 1847.

La miniserie mostra anche il suo coinvolgimento nelle rivolte del periodo, come la Prima Guerra d’Indipendenza, dove combatte a Milano e Roma accanto a personaggi come Giuseppe Garibaldi (Maurizio Lastrico) e Giuseppe Mazzini (Pierluigi Pasino). La storia tragica dell’amore di Mameli con Geronima e la sua successiva relazione con Adele Baroffio (Chiara Celotto) sono anch’esse al centro della narrazione, offrendo uno sguardo approfondito sulla vita e le passioni di questo eroe.
 


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In foto Riccardo De Rinaldis Santorelli che veste i panni di Mameli. L'attore è uno degli astri nascenti del panorama italiano, già visto in alcune serie di successo come Doc - Nelle tue mani e Non mentire

Un Mameli rockstar, Il Canto flashmob – Il racconto
La decisione di creare una miniserie televisiva sulla vita di Goffredo Mameli riflette di per sé l’intento di rendere la storia del Risorgimento più accessibile e accattivante per le nuove generazioni. Attraverso la narrazione delle gesta di Mameli e dei suoi compagni, la serie cerca di riportare in vita un periodo storico spesso considerato noioso o distante. Ma a incuriosirci è la scelta di narrare la vita di Mameli come quella della “prima rockstar della storia” – come sottolinea la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati – rivelando un approccio fresco e innovativo che mira a rendere il protagonista più vicino e riconoscibile all’audience contemporanea. Gli autori cercano così di trattare Mameli e i suoi compagni non come figure polverose del passato, ma come giovani pieni di passione, ideali e desiderio di cambiamento. La serie si concentra non solo sugli eventi storici, ma anche sulle relazioni personali, le passioni e le lotte interiori dei protagonisti, rendendo la storia più avvincente e umana, al punto di riconoscere nella manifestazione dell’Oregina un vero e proprio flashmob – come afferma Luca Lucini – del passato, in cui Il Canto degli Italiani, ormai virale all’epoca, venne per la prima volta cantato all’unisono.

Tuttavia, il rischio di una possibile distorsione o semplificazione della storia al fine di intrattenere il giovane pubblico non è dietro l’angolo, è anzi sotto i riflettori: se da un lato la miniserie suscita interesse e curiosità nei confronti della storia nazionale, dall’altro presenta una visione idealizzata o romanzata dei fatti storici, potremmo dire “trappeggiante” per rimanere negli stessi intenti formali, trascurando aspetti complessi e controversi del periodo del Risorgimento. Inoltre, la decisione di trasmettere la serie su Rai 1 e in prima serata, subito dopo Sanremo, e contestualmente ad altre produzioni che sembrano rispecchiare una linea editoriale orientata a valorizzare aspetti storici e culturali tradizionali, solleva non pochi interrogativi sul ruolo della televisione pubblica nel promuovere una narrazione unilaterale o parziale della storia nazionale.
 


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In foto una scena della miniserie che racconta due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali.

Dal rock al trap – Storia o Racconto?
Da che parte stare, allora? Da un lato abbiamo una storia che viene raccontata, giustamente, in virtù della sua importanza storica, e dall’altro, altrettanto giustamente, il racconto proposto è più accattivante, “aggiustato” ai gusti contemporanei in virtù di una sua maggior accessibilità.
Quanto però questo fine stilistico può portare a una visione distorta o manipolata della storia da parte del pubblico, anziché promuovere una comprensione critica e approfondita degli eventi passati? La creazione di una miniserie accattivante sulla vita di Goffredo Mameli rappresenta il tentativo di avvicinare le nuove generazioni alla storia del Risorgimento italiano o la volontà di trasmettere un momento storico specifico e idealizzato alle nuove generazioni?

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia è una miniserie assolutamente imperdibile per comprendere dove siamo e cosa sta accadendo. E lo è a prescindere dalla sua accuratezza storica e dalla sua qualità stilistica, esattamente come ogni canzone trap proposta a Sanremo.


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