Un film visceralmente personale che esprime attraverso la leggerezza la paura della morte. Drammatico, Italia2024. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo è ricoverato in ospedale. Vive tranquillamente questa condizione fino a quando irrompe un'irrquieta compagna di reparto. Espandi ▽
Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po' ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Si sta davvero bene lì dentro e anche se qualche compagno di reparto si sente intrappolato, per lui ci si può sentire anche liberi come da nessun'altra parte. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condizione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell'incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c'è alcun riparo possibile. Recensione ❯
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La coraggiosa opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande
schermo una storia ambientata durante la pandemia. Drammatico, Italia2024. Durata 103 Minuti.
Un originale noir sentimentale, ricco di sorprese e sconvolgenti rivelazioni, in cui i ruoli di vittima e carnefice si ribaltano, dando vita a insoliti cambi di prospettiva. Espandi ▽
Quando inizia il lockdown a Roma, Luca (Riccardo Scamarcio), insegnante di filosofia del liceo, si ritrova a viverlo da solo perché la moglie Sara (Maria Chiara Giannetta), medico, vive praticamente in ospedale per fronteggiare l'emergenza. Mentre il mondo si ferma, la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda (Mariela Garriga). Quando il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa, Luca è travolto da una passione incontrollata che sconvolgerà la sua vita con conseguenze inaspettate. Durante il lockdown al protagonista del film accade qualcosa di travolgente con l'apparizione di Amanda che scatenerà una passione più pericolosa della stessa pandemia.
È in qualche modo coraggiosa l'opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande schermo una storia ambientata durante la pandemia nei confronti della quale, secondo studi recenti, è stato avviato un processo di rimozione nel discorso pubblico da una larga maggioranza di persone che, anche come meccanismo di difesa, non ne vuole più sentire parlare. Recensione ❯
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Un ritratto dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Espandi ▽
Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto. L’opera prima di Sara Petraglia convince per la sua naturalezza nel raccontare due ragazze poco più che ventenni in cerca di se stesse. Uno dei pregi maggiori dell’opera prima di Sara Petraglia – sì la figlia dello sceneggiatore Sandro e non se ne parli più – è la schiettezza, sic et simpliciter. Perché è un pregio? Perché raccontare con semplice naturalezza, senza approcci moralistici, senza giudicare, due donne di vent’anni o poco più, Bianca e Angelica, è qualcosa di inedito e, in certa misura, di scandaloso. Certo la riuscita del film, che si muove su corde che è un attimo pizzicare male, è dovuta alla naturalezza della sceneggiatura ma, soprattutto, all'adesione totale ai personaggi delle due interpreti, Tecla Insolia, sempre più sorprendente e Carlotta Gamba in un ruolo fantasmatico. Recensione ❯
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Un film a episodi per celebrare il centesimo anniversario dell'Archivio Luce. Espandi ▽
Da un progetto di Maura Cosenza è nata questa compilation di sette cortometraggi che vede impegnati nomi noti del nostro cinema impegnati nell'utilizzo originale dello sterminato materiale dell'Archivio Luce che dal 1924 raccoglie e custodisce filmati. Ne nasce un'interessante proposta alternativa che potrebbe fare da apripista a una valorizzazione originale della memoria collettiva consentendo di compiere un produttivo viaggio nel nostro tempo.
Come utilizzare materiale d'archivio in modo creativo. Istruzioni per l'uso. L'idea di Maura Cosenza si rivela vincente e spazza via qualsiasi rischio in materia. L'affidare ad Andreozzi, Bruno, Gerini, Leo, Mazzoleni, Papaleo, Sibilia consente di sviluppare sette modalità di utilizzo del materiale d'archivio che vanno dalla narrazione in prima persona al dialogo passando per altre variazioni.
Ogni regista (a volte anche protagonista o coprotagonista) ha lavorato su tematiche che sente più vicine. Recensione ❯
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Un ragazzo inizia una tesissima ricerca della sua amata nel Mid West americano, Espandi ▽
L’orto americano è basato sul romanzo omonimo a firma di Pupi Avati, che oltre alla regia cofirma anche la sceneggiatura insieme al figlio Tommaso. La vicenda narrata è misteriosa, anche perché sembra alludere ad un limite sfumato fra realtà e follia, immagini concrete e visioni fantasmagoriche dal possibile risvolto psichiatrico. La ricostruzione d’epoca è precisa ed evocativa non solo di un periodo ma anche di una dimensione magica. Ma ci sono anche aspetti stranianti che vanno al di là delle intenzioni narrative. È soprattutto la trama convoluta e raminga a lasciare perplessi, rendendo arduo per lo spettatore seguire il filo della vicenda. Avati è abilissimo nel creare atmosfere sospese, insinuare dubbi sulla verità delle immagini alle quali stiamo assistendo, e indagare il lato oscuro delle persone e delle cose. Ma L’orto americano rischia di risultare davvero troppo poco comprensibile per consentirne un vero apprezzamento, e l’incantamento passa in secondo piano rispetto al disorientamento. Recensione ❯
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Un documentario sugli attivisti di Ultima Generazione che centra l'obiettivo di mostrare le azioni del movimento. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti.
La storia e le esperienze di questo gruppo di giovani pieni di volontà e voglia di vivere. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
"A partire dal 2018 sono nati in Europa e nel mondo movimenti di resistenza civile non-violenta che lottano per ottenere dai governi interventi immediati ed efficaci per contrastare la crisi climatica in corso. Uno di questi si chiama Ultima Generazione".
La didascalia sui titoli di testa è già rivelatrice. Le azioni di Ultima Generazione hanno spesso diviso l'opinione pubblica quando, per esempio, gli attivisti si sono stesi per strada e incatenati per bloccare il traffico, hanno colorato l'acqua come quella di Fontana di Trevi a Roma, si sono incollati con le proprie mani al vetro che protegge La Primavera del Botticelli il 22 luglio 2022. Sono anche intervenuti in prima persona, per esempio, in Toscana e in Emilia- Romagna dopo le alluvioni (i cui danni sono stati stimati in circa 11 miliardi di euro) o la tromba d'aria a Jesolo. I numeri riferiti al 2023 sono inquietanti: è stato l'anno più caldo sulla terra, si sono verificati 378 eventi metereologici estremi e l'emissione dei gas serra continua ad aumentare.
Prodotto da Paolo e Ottavia Virzì e Marco Belardi, il documentario diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer mostra gli attivisti di Ultima Generazione in azione, ma racconta anche il 'dietro le quinte' e squarci della loro vita privata. Recensione ❯
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Anna e Aysè in viaggio da Trieste alla Turchia con un letto al seguito. Espandi ▽
Anna deve affidare da tempo il padre, a cui è affezionata, a una badante turca con la quale è in costante disaccordo. Il genitore invece la stimava al punto di averle lasciato in eredità il proprio letto. Anna si ritrova così ad accompagnare il letto ed Aysé in un viaggio che fa loro attraversare la penisola balcanica. Nichetti sa come catturare e far sorridere e ridere lo spettatore. Se lo può permettere grazie alla scelta di una coppia comica di nuova costituzione. Angela Finocchiaro gli offre la capacità, si direbbe quasi innata, non solo di dare quel tocco di leggerezza ironica alle battute ma anche di saper condensare in piccoli gesti pensieri che, esposti oralmente, risulterebbero complessi. Al suo fianco troviamo Serra Yilmaz con i suoi capelli azzurri e con il suo understatement costantemente efficace e pungente. Insieme hanno una chimica che innerva questa commedia on the road che fonde la risata, il sorriso e un tocco di fiabesco senza rinunciare anche a una riflessione sui tempi in cui siamo chiamati a vivere. Recensione ❯
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Un esordio sfrontato e decisamente convincente dove anche i
suoi limiti lo rendono ancora più elettrizzante. Drammatico, Italia, Gran Bretagna2024. Durata 109 Minuti.
Il racconto di formazione di un giovane che si sposta da Londra a Siena per inseguire un sogno. Espandi ▽
2015. Leonardo parte da Palermo per raggiungere la sorella a Londra per studiare business. Cambia però presto idea e si sposta a Siena per iscriversi all'Università. Diciannove sono gli anni che ha Leonardo quando decide di partire da Palermo. Diciannove sono anche gli anni che aveva il regista Giovanni Tortorici, al debutto nel lungometraggio, nel 2015. Possono esserci quindi potenziali 'frammenti' di vita vissuta in questo racconto inquieto in cui si avverte anche una distanza tra la quotidianità del protagonista e i filmati o i gruppi social dove ogni angolo del mondo sembra facilmente raggiungibile. Recensione ❯
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Un'opera misteriosa e affascinante che racconta un mondo nuovo, forse immaginario e definitivamente distopico. Drammatico, Italia, Francia, Sri Lanka2024. Durata 91 Minuti.
Un arrivo improvviso cambia la vita di Sunil. Espandi ▽
Decisa a costruirsi una nuova identità, una ex attrice di b-movie affida i due figli al loro padre e svanisce nei cantieri di una città in costruzione. Nel quartiere fatiscente dove l'uomo vive, le case si svuotano e vengono demolite dall'avanzare inesorabile della nuova città. Della donna rimangono solo le immagini di Natalik's Love, l'unico film di cui è stata protagonista.
Un film misterioso e affascinante in cui l'implosione di una famiglia va di pari passo con la demolizione dei luoghi in cui vive per dare spazio a un futuro nuovo che però rimane un distopico presente.
Giocando tra stili diversi, tra il neo-noir e il cinema del reale per intenderci, con una messa in scena che può richiamare lo spazio del cinema di Miguel Gomes (Tabu) e un po' quello di Aki Kaurismäki nelle sequenze del bar Nouveau Port, Suranga D. Katugampala dimostra di essere una voce che si inserisce perfettamente nel nuovo cinema europeo, con uno sguardo altro e diverso da quello del cinema italiano. Recensione ❯
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Il documentario racconta dei Gaznevada, band fulcro di una scena musicale punk nell'anima, ancor prima che nelle sonorità. Espandi ▽
I Gaznevada sono stati il principale gruppo italiano punk e new wave. A quasi cinquant'anni dalla loro formazione, a Bologna, nell'irripetibile fermento culturale del '77, tra case occupate, factory di fumettisti, musicisti e cineasti, radio libere e droga a fiumi, i suoi componenti Billy Blade, Andy Nevada, Marco Nevada, Bat Matic e Robert Squibb, più altri amici e collaboratori avvicendatisi nel tempo, ne raccontano la storia. Dalla fine degli anni '70 ai primi '90 e poi oltre, il gruppo racconta la musica underground in Italia dal movimentismo al reflusso, dal punk all'italo disco, alla house.
Presentato in anteprima al Festival dei Popoli, il film di Lisa Bosi recupera lo spirito dei suoi protagonisti creando un dialogo tra materiale d'archivio e riprese ex novo, a testimoniare la resistenza di una carica creativa mai domata.
Going Underground cerca dunque di cogliere lo spirito dei Gaznevada più che loro storia. Forse pecca di didascalismo, ma rende il giusto merito sia alla nebbia dei ricordi, sia alla concretezza senza tempo della musica. Recensione ❯
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Colori sgargianti e fotografia luminosa per un'opera che racconta la misoginia attraverso un'icona di seduzione. Drammatico, Italia2024. Durata 120 Minuti.
Ambientato negli anni '80 -'90 il film racconta la storia dell'agenzia di casting e produzione "Diva Futura" fondata nel 1983 da Riccardo Schicchi e Ilona Staller. Espandi ▽
Un film che ricostruisce la vicenda di un personaggio che ha rivoluzionato storia del costume italiano: Riccardo Scicchi, interpretato da Pietro Castellitto, che negli anni '80 ha fondato l'agenzia di casting e produzione "Diva Futura". Intorno a lui molte pornodive dell'epoca, fra cui Cicciolina e Moana Pozzi. Recensione ❯
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Il documentario di Francesco Fei racconta vita e opere di Pellizza da Volpedo, uno dei più grandi pittori divisionisti. Espandi ▽
Il film di Francesco Fei, Pellizza - Pittore da Volpedo è un racconto curato e approfondito sul pittore piemontese dove le testimonianze di professionisti della storia dell'arte - direttori di musei, conservatori, critici, storici - accompagnano con passione le immagini reali in bianco e nero del pittore nel suo studio, o a quelle dove l'attore Marco Federico Bombi, che veste i panni Pellizza, passeggia tra le piccole vie del suo paese, insieme alla densa lettura di Fabrizio Bentivoglio che rimette in vita pensieri e note dell'artista.
I film e documentari che trattano le vite degli artisti spesso esaltano una narrazione romanzata e un'estetica enfatizzata. In questo caso il regista si è basato sulle parole scritte da Giuseppe Pellizza nelle sue annotazioni e diari, insieme a delle fotografie che ritraevano il pittore, intellettuale barbuto dal fascino atemporale.
Il risultato è un ritratto autentico di un personaggio noto per lo stile divisionista, per gli studi che ha portato avanti in tante accademie italiane - da Milano a Firenze, a Roma fino a Bergamo, luoghi importanti per la ricerca artistica ancora oggi -, e per una grande pittura che ha rappresentato la storia italiana. Recensione ❯
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A cent'anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, Sonia Bergamasco ci accompagna in un'investigazione sull'attrice che ha cambiato il mestiere dell'attore per sempre. Espandi ▽
Che cosa si può dire di un’artista che Charlie Chaplin ha definito “la più grande che abbia mai vista”, che Lee Strasberg ha descritto come “la migliore attrice di tutti i tempi”, e di cui Marilyn Monroe e Anna Magnani hanno tenuto il ritratto sempre accanto a loro? Tanto, e mai tutto, perché raccontare la Duse fino in fondo è impossibile: anche perché lei ha fatto di tutto per non raccontarsi attraverso interviste o autobiografie. Ma Sonia Bergamasco, per cui la Duse è un’ossessione da quando la sua gigantografia la accoglieva ogni volta che si recava al Piccolo Teatro, riesce a costruire un ritratto caleidoscopico a più voci – con il rimpianto di non poter aggiungere quella dell’attrice stessa – usando come filo conduttore le lettere scritte da Eleonora e interpretate dalla stessa Bergamasco in voce fuori campo. Nel documentario Duse, The Greatest Bergamasco si mantiene fuori campo con pudore e discrezione, preferendo dare spazio alle immagini della protagonista – le foto, i ritagli di giornale, le riprese del funerale, gli spezzoni di Cenere, l’unico film da lei interpretato in età avanzata – e alle interviste fatte a chi l’ha potuta vedere in teatro (tratte da numerosi archivi audiovisivi), dal poeta Langston Hughes a Luchino Visconti, e a chi ne mantiene viva l’eredità, come le attrici Ellen Burstyn e Helen Mirren raggiunte in presenza dalla regista. Recensione ❯
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Il confronto a distanza fra due modi di stare al mondo: una comunità rurale che rifiuta la tecnologia, da un lato, la costruzione di una centrale nucleare dall'altro. Espandi ▽
Sulle Alpi italiane una famiglia di origini tedesche vive senza elettricità e senza contatti con la società. Al di là della frontiera, in Francia, è invece in costruzione un gigantesco impianto industriale che ha l’obiettivo di produrre energia attraverso la fusione atomica. Dalle parole del filosofo Alexander von Humboldt, si passa al confronto fra questi due modi opposti di vivere e stare nel mondo. Un’opera dallo sguardo antropologico, in cui il regista italiano mette a confronto e in parallelo due esperienze utopiche e cerca di farne una sintesi attraverso le sue immagini. Enrico Masi ha realizzato un film di estrema, calibrata precisione. Un’opera razionale, sospesa sull’abisso dell’incertezza.Terra incognita dichiara fin da subito di essere un film sull’umanità, sui tentativi che gli uomini e le donne mettono in atto per controllare la natura, e sé stessi. E se la contrapposizione fra due mondi e due modi di essere e affrontare l’incognita della Terra non viene risolta tocca al film stesso, alla sua forma e alla sua aura, gettare un ponte di qua e di là delle Alpi e così creare una connessione. Recensione ❯
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Un film elegante e senza tempo che disegna la parabola d'amore e di migrazione dei tre protagonisti. Drammatico, Brasile, Italia, Libano2024. Durata 93 Minuti.
Fine anni '40. A bordo di una nave diretta in Brasile si consuma una relazione ritenuta intollerabile. Espandi ▽
Ottava regia per il cineasta brasiliano Marcelo Gomes, che adatta il romanzo “Ricordi di un certo oriente" di Milton Hatoum facendone uno studio sulla gelosia, l’attrazione e le sottili dinamiche di controllo familiari e di genere. Il tutto in una forma estetica elegante e senza tempo, di un bianco e nero particolarmente evocativo, che attorno al delicato equilibrio del triangolo di protagonisti ben dipinge anche una classica parabola di migrazione e adattamento culturale. Per quanto il focus sia sempre a stretta distanza dai tre personaggi principali, dei quali Gomes osserva con granulare sensibilità il velenoso groviglio di attrazione e devozione, il contesto più ampio non si fa mai semplice sfondo Portrait of a Certain Orient mette in chiaro che il passato e la memoria continuano a guidare le nostre azioni anche quando ci illudiamo di poter fuggire a continenti di distanza. Recensione ❯
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