Progetto Lazarus

Un mix tra spionaggio e fantascienza sulla carta originale che finisce però solo per deludere

Recensione di Andrea Fornasiero


George ha un buon rapporto con la compagna, tanto che lei resta incinta e i due si sposano. Una terribile pandemia finisce però per uccidere la donna. La vita di George è rovinata finché... non si risveglia diversi mesi prima! Ancora a letto con la compagna, il suo futuro sembra roseo e nessuno ha sentito parlare di una pandemia. Che però si ripresenta implacabile finché... George non si risveglia alcuni mesi prima! Sconcertato dal ricordo di entrambe le catastrofi e dalla sua impotenza contro di essere, viene avvicinato da Archie, una agente del Progetto Lazarus, un'organizzazione segreta che può riavvolgere il tempo e cerca di scongiurare eventi più o meno apocalittici. Il mondo è all'oscuro delle loro azioni, ma alcune persone, come George, sono mutanti che sviluppano naturalmente la capacità di ricordare questi reset.

Progetto Lazarus è l'ennesima serie a base di loop temporali inseriti però in un côté di spionaggio internazionale e cospirazioni, con esiti movimentati ma non sempre convincenti.

Basta infatti osservare la struttura della stagione per notarne la dubbia lucidità: il primo episodio è dedicato a George, il secondo ad Archie, il terzo alla geniale Janet, il quarto a un altro agente mutante, Shiv. Dal quinto però questa prospettive individuali vengono abbandonate e l'azione si concentra per lo più su George, che cerca di mettere in atto un folle piano negli episodi 5 e 6. Negli ultimi due, l'azione si fa invece più corale di fronte a una nuova emergenza, che per altro non è risolta lasciandoci con un cliffhanger più confuso che efficace.

A queste idee non proprio chiarissime in fase di scrittura, si aggiungono i problemi di verosimiglianza. In una serie dove il tempo si riavvolge a comando il verosimile potrebbe essere un falso problema, ma Progetto Lazarus non è Russian Doll o Undone e al realismo magico cerca di sostituire il cinismo dello spy drama. 

Si scontra però con la limitatezza dei propri mezzi: nel secondo episodio per esempio due agenti, da soli, in un Paese straniero, lavorano a scongiurare la Terza Guerra Mondiale e architettano un colpo di Stato. La serietà dei temi e dei toni cozza così con una faciloneria improbabile, che si fa ancora più acuta quando il solo George cerca di prendere il controllo di un ordigno nucleare, da trasportare oltre confine e da far esplodere, il tutto senza alcun aiuto e anzi nascondendosi dal resto dell'organizzazione.

Sono cose che non sarebbero riuscite facilmente nemmeno a Jack Bauer in 24, ma che qui vengono messe in atto dall'ultimo arrivato tra gli agenti e - in questo caso - senza nemmeno l'aiuto del tempo che si riavvolge. Difficile dunque prendere Progetto Lazarus tanto sul serio quanto vorrebbe, ed è un peccato perché nelle scene d'azione i registi, capitanati dal tedesco Marco Kreuzpaintner (Beat), se la cavano bene con inseguimenti piuttosto vari ed elaborati e con qualche buona sparatoria.

Anche il cast è di livello: il protagonista Paapa Essiedu fa parte della Royal Shakespeare Company e ha già dimostrato le sue doti in Tv, in Gangs of London e soprattutto in I May Destroy You. Anjli Mohindra è reduce da una serie apprezzata dalla critica, Vigil, mentre il personaggio più ambiguo è interpretato da Tom Burke, che ha lavorato con Dennis Kelly, Alan Moore e recentemente David Fincher in Mank, dove metteva i panni, nientemeno, che di Orson Welles. È quello che si dice un "late boomer": un attore che arriva tardivamente al successo - lo rivedremo presto nell'attesissimo Furiosa di George Miller. La qualità degli interpreti riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi e a rendere convincenti anche le loro decisioni più estreme, ma sono il mondo tutto intorno e le azioni in cui si cimentano a fare acqua. 

Lo sceneggiatore è Joe Barton, che aveva firmato l'anglo-giapponese Giri/Haji, rispetto alla quale conferma la tendenza a creare problemi enormi per risolverli in modo troppo semplice, senza per altro replicare i diversi sprazzi di originalità che rendevano Giri/Haji sorprendente e interessante. Progetto Lazarus si inserisce invece in due sottogeneri ormai ben risaputi nella Tv di oggi, cercando un mix originale che però non si amalgama: delude infatti sia sul piano dello spionaggio sia su quello della fantascienza.