Un omaggio accorato a Monica Vitti, attraversato da una brezza leggera e da un sottile alito di speranza. Commedia, Italia2023. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna sta perdendo la memoria. Ricostruisce così la sua vita ispirandosi ai film con Monica Vitti. Espandi ▽
Mi fanno male i capelli è il commovente omaggio di Roberta Torre ad una grande attrice, Monica Vitti, che come la protagonista di Alba Rohrwacher ha sofferto di una forma di demenza, perdendosi a sé e al suo pubblico, il quale tuttavia conserva il privilegio di ritrovarla attraverso le sue interpretazioni. È un film sperimentale e accorato, doloroso fin dal titolo (che è una celebre battuta cinematografica della Vitti) eppure attraversato da una brezza leggera, da un sottile alito di speranza. È il ricordo tenero ed elegante di un’artista immortale, ma anche una lettera d’amore a tutti coloro che ogni giorno scordano qualcosa, ma per cui giocare ancora una volta con i ricordi che riaffiorano può voler dire sentirsi di nuovo felici. Alba Rohrwacher fa un lavoro di mimesi straordinario, aiutata anche da una notevole somiglianza fisica con la Vitti, e presta il suo modo di recitare con tutto il corpo a questa metamorfosi, mentre Filippo Timi presta uno strazio profondo e irrinunciabile al suo Edoardo, facendosi assenza per consentire alla presenza di Monica di rivendicare quel po’ di territorio che ancora riconosce. Recensione ❯
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Bilanciata e precisa, un'opera che entra dentro per pungolare a lungo. Azione, Commedia - Finlandia, Italia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
I conducenti più economici nel settore dei carri funebri. Espandi ▽
Risto e Arto sono vicini di casa ma non potrebbero essere più lontani di così. La ruota gira per entrambi nel modo più inaspettato quando Risto si ritrova schiacciato dai debiti e ad Arto viene diagnostica una condizione più unica che rara, cioè l'essere dotato di solo il 15% del cervello. Da vicini di casa, Risto e Arto, divengono così una strana coppia di becchini che deve svolgere il lavoro sporco per un'attività illegale molto particolare.
Teemu Nikki continua a macinare film e serie tv senza arretrare di un passo nella costruzione della sua poetica. La morte è un problema dei vivi srotola perfettamente questa formula, forse rinunciando ad un pizzico di troppo di vivace umorismo come della partecipazione più diretta, ancorandosi più all'uomo senza cuore Risto che all'uomo senza cervello Arto.
C'è, insomma, tanta più speculazione in La morte è un problema dei vivi di quanto si possa afferrare distrattamente, e se la cornice intagliata da Nikki è così attraente e fuorviante, tanto meglio perché tutto questo ti entra dentro per poi pungolarti a lungo. Recensione ❯
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Un originale noir di provincia. Con un'ottima prova di Colangeli ad amplificare la dimensione oscura. Commedia nera, Italia2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un revenge movie sulle fake news di paese, guidato da un testardo Don Chisciotte di provincia. Espandi ▽
Novembre 2015. A Castelrotto non sembra succedere mai nulla fino a quando scompare Rambaldi, un venditore ambulante. La polizia avvia le indagini e a interessarsi del caso c'è anche Ottone Piersanti, un ex cronista locale e maestro elementare in pensione. Il caso della scomparsa lo spinge a riprendere la penna in mano ed occuparsi del caso. A Castelrotto arriva per collaborare anche una giovane reporter stagista, Mina, di cui s'invaghisce l'agente della polizia locale. Il piano dell'uomo è evidente: vuole manipolare il racconto di questa scomparsa per accusare le persone che sono stati responsabili di un dramma familiare che lo ha profondamente segnato.
A volte Castelrotto ha un passo incerto come nella parte processuale, ma riesce ad essere anche decisamente originale nel parallelismo tra dimensione reale e visionaria e a portare su piste narrative che sembrano abbandonate e poi riprese.
Giorgio Colangeli diventa certamente determinante per amplificare la dimensione oscura, e la sua recitazione sottolinea prevalentemente le reazioni istintive, i demoni inquieti con cui convive il suo personaggio e che contribuisce a dare a Castelrotto una forma non lineare, dove gli umori e la dimensione torbida contano hanno maggiore importanza di una scrittura definita. Recensione ❯
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De Angelis rivendica con ambizione e coraggio il soccorso come valore fondante dell'identità italiana. Drammatico, Italia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo. Espandi ▽
1940, Seconda Guerra Mondiale. Salvatore Todaro è un comandante della Marina Militare con un destino inscritto nel nome, a capo del sommergibile Cappellini nonostante un incidente gli abbia provocato forti dolori alla schiena che lo autorizzerebbero ad accettare la pensione di invalidità (come la moglie Rina, stanca di saperlo lontano e in pericolo, vorrebbe che facesse). Ma il comandante Todaro non sa stare lontano dai flutti. Durante la sua ennesima missione avvista una nave belga che, malgrado il Belgio sia formalmente neutrale, attacca il sommergibile italiano. Il comandante e la sua squadra rispondono al fuoco e affondano la nave. Ma Todaro decide di mettere in salvo i naufraghi, agganciandoli al suo sommergibile per trascinarli verso il porto neutrale e sicuro di Santa Maria delle Azzorre, e accettando il rischio di navigare in emersione fino a destinazione: perché la legge del mare per lui conta di più della legge della guerra. Recensione ❯
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Marcelo crede di prendere il posto del suo defunto mentore. Ma in università arriva un nuovo candidato. Espandi ▽
Marcelo è un professore dell'Università pubblica di Buenos Aires impegnato nell'insegnamento della filosofia. Un giorno viene a mancare il suo mentore, il professor Caselli, e la sua cattedra diventa vacante. Tra una gaffes e l'altra, scoprirà che c'è un altro collega che come lui ambisce a ottenerla: il "famoso" Rafael Sujarchuk, noto sia in ambito accademico che mediatico, per la sua relazione con una nota attrice. Mentre i due si contendono la cattedra, la situazione sociopolitica del Paese degenera e la forza del pensiero dovrà necessariamente trasformarsi in azione.
Il regista sa come mettere in scena le altalene di potere dello spietato mondo accademico, dove non contano solo la preparazione o i titoli per "arrivare". Marcelo, interpretato dal convincente e titanico Marcelo Subiotto, lo imparerà a sue spese, in quello che non vuole essere un film di denuncia, bensì una commedia con spunti di ilarità dichiaratamente chapliniani.
Si potrebbe quasi definire una commedia neorealista, tanto risulta efficace l'impronta di verosimiglianza nel racconto del reale, nel tratteggiare l'approccio individualista di chi pensa solo a se stesso e alla propria carriera, come l'approccio collettivo di chi invece percepisce l'università come una collettività. Recensione ❯
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Il pregevole film di Gergolet indaga nella psicologia di una vittima e di un aggressore che potenzialmente si trovano a ruoli ribaltati. Drammatico, Italia2022. Durata 112 Minuti.
Il film vede protagonista una vedova in cerca di vendetta per la morte del marito. Un dramma anche ambientale, perchè il vero "cattivo" sembra essere l'amianto. Espandi ▽
Angela fa parte del personale sanitario di un ospedale triestino. Un giorno scopre che è ricoverato in terapia intensiva Francesco Gorian amico in età giovanile e poi datore di lavoro di suo marito Andrea, morto per esposizione all'amianto. Lo stesso è accaduto al consorte dell'amica Elena che ora sta a sua volta subendo l'attacco dello stesso male. Il figlio di Gorian chiede ad Angela di fare da badante al padre. Angela accetta.
Un film dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita a causa dell'amianto in cui si affrontano dinamiche psicologiche di notevole spessore.
Le dinamiche che si instaurano tra le dramatis personae di questo, va sottolineato, pregevole esordio vanno oltre la denuncia di una malversazione consapevole e criminale che ha causato e causa approssimativamente e globalmente più di 100.000 decessi ogni anno. Perché ciò che in parallelo interessa ad Ivan Gergolet è indagare nella psicologia di una vittima e di un aggressore che potenzialmente si trovano a ruoli ribaltati. Recensione ❯
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Un documentario originale, nella sua inquietudine e libertà, che segue il vissuto della regista. Documentario, Italia2023. Durata 77 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza inizia un percorso religioso che la porterà in un universo poetico. Espandi ▽
In occasione dell'esposizione della Sindone a Torino, la regista Irene Dorigotti torna a indossare la divisa da scout, che ha frequentato dagli otto ai vent'anni, prima di iniziare la formazione come antropologa. Da lì parte un nuovo viaggio fatto di incontri, rivelazioni, scoperte. È una ricerca che segue l'istinto e il destino nella realizzazione di un documentario sul concetto di 'sacro' che la porta tra le indistinte voci del Messico, la caotica quotidianità delle strade del Vietnam, i templi di Angkor Wat in Cambogia fino a una spiaggia della Sardegna.
"Cosa stai facendo?". La richiesta del padre di Irene fa partire tutta una serie di domande senza risposte di Across, un documentario che segue prima di tutto lo sguardo, lo spirito della cineasta in questo lungometraggio che aveva vinto il Premio Solinas nel 2017.
Negli sguardi in macchina di Irene Dorigotti c'è un dialogo continuo, fatto di silenzi e di improvvise rivelazioni, quelle di un cinema che cerca la strada sotto gli occhi dello spettatore e, nella sua originalità, diventa di colpo aereo e composto essenzialmente di aria e di acqua. Recensione ❯
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Una tragedia arcaica a forte tasso simbolico che pesca la verità umana nel mare di Sicilia e nel suo malessere. Drammatico, Italia2023. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un ragazzo cresciuto da tre prostitute amiche della madre. Espandi ▽
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore. Emma Dante lo ha fatto di nuovo, ha pescato nel ‘mare di Sicilia’ e nel suo ‘malessere’ la verità umana, quella in carne e sangue, mai astratta e mai triviale. La vulcanica regista ha costruito negli anni un’opera imponente fra teatro, lirica e letteratura, abitata da nonne, zie, mamme sovente sottomesse agli uomini. Per Emma Dante il teatro e il cinema sono mezzi per esorcizzare la loro scomparsa e per denunciare le loro vite sacrificate. Recensione ❯
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Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte
impatto. Drammatico, Italia2023. Durata 127 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Stefano Sollima conclude la trilogia romana iniziata con A.C.A.B nel 2012 e proseguita con Suburra nel 2015. Espandi ▽
Dopo essersi affermato anche all'estero come un tecnico dalle mani sicure, capace di dirigere buoni action muscolari, Stefano Sollima torna nella sua Roma. Ne aveva esplorato il sottobosco più oscuro in film come Acab e Suburra, oltre che nella serie che lo ha lanciato, Romanzo criminale. Ma in questa storia di bassa malavita, tra vecchi gangster malmessi e forze dell'ordine corrotte, sullo sfondo di una città in fiamme a un soffio dal post-apocalittico, Sollima trova una delle sue opere più compiute e mature. L'azione senza il cuore e la testa conta poco, e rispetto anche a quanto fatto in passato Adagio beneficia enormemente di un rapporto diverso con il luogo che racconta: è forse la prima volta che si va oltre un certo sensazionalismo sulla Roma in rovina, che sembra sempre sottintendere un facile commento sociale solo perché di moda a livello nazionale. Recensione ❯
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Un ritratto d'osservazione quotidiana che conferma la sensibile ricerca cinematografica del suo autore. Documentario, Italia2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Gigi è un vigile di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida sotto un treno. Non è la prima volta. Comincia un'indagine su questa inspiegabile serie di suicidi. Espandi ▽
Alessandro Comodin prosegue nel suo lavoro di ricerca cinematografica sensibile e percettiva, ai confini tra il documentario, la finzione e la semplice realtà. Erano i tratti dei fortunati film precedenti e tornano oggi nel curioso Gigi la legge, un ritratto d'osservazione quotidiana attorno alla figura di un poliziotto di provincia. Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall'ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un'atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell'auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina. Recensione ❯
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Un cinema che cerca strade diverse. Porta in secondo piano la cronaca per fare spazio ai turbamenti dell'adolescenza. Drammatico, Italia2023. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro. Espandi ▽
Dopo un lungo processo e 22 mesi di prigione, Veronica torna in libertà; è stata infatti scagionata dall'accusa di aver ucciso la madre e il suo amante. Rivede la sua migliore amica Giada e, proprio nella sua prima sera fuori dal carcere, va con lei in discoteca. Sui social escono subito le foto. La ragazza cerca di tornare a vivere una vita normale ma quello che le è successo a ha lasciato dei segni che non si possono cancellare. Ha infatti spesso i giornalisti e i fotografi che la assediano ogni volta che la vedono ed è continuamente osservata se non pedinata, come il giorno in cui è andata al cimitero alla tomba della madre. Assieme a Giada ripercorre tutto quello che è accaduto prima e durante la sera della tragedia, dal rapporto conflittuale con la madre che era spesso severa nei suoi confronti e la svalutava per il suo aspetto fisico, al legame con un padre affettuoso ma assente, fino all'incontro con i ragazzi olandesi della squadra di beach volley che hanno pernottato all'hotel e che lei e Giada hanno frequentato proprio poco prima l'omicidio all'Hotel Holiday. Recensione ❯
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Storia d'Italia all'epoca della tossicodipendenza e di Carlo Rivolta, il giornalista che capì tutto ma non riuscì
a starne alla larga. Espandi ▽
Negli Anni Settanta si diffonde il consumo e il commercio di eroina in Italia. Il giovane giornalista Carlo Rivolta è fra i primi a indagare e raccontare il fenomeno. Finirà ben presto anche lui risucchiato nel vortice dell'eroina, diventando a suo modo testimone e simbolo di un’epoca. Nel documentario La generazione perduta (premiato con il Nastro d’Argento), il regista Marco Turco torna di nuovo agli anni 70, il decennio più presente nella sua filmografia, la stagione di grandi conflitti e contraddizioni dopo la rivoluzione mancata del '68. Alternando testimonianze di tossicodipendenti riprese da materiale d'archivio, interviste a persone vicine a Rivolta e le parole dello stesso protagonista, tratte dai suoi articoli e diari, e lette dalla voce di Claudio Santamaria , si delinea un ritratto denso e problematico che non scade nell'agiografia ma scava nell'animo tormentato e scisso di un uomo, consapevole della morte precoce che lo attende. Recensione ❯
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Brava e precisa, Calabria ci mostra quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. Documentario, Italia2022. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Esmeralda Calabria sfida i preconcetti per restituire dignità alla memoria e con coraggio squarcia un velo sull'Albania, uno dei Paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. Espandi ▽
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è andato via: Redi scappa dall'Albania nel 1997 per sfuggire ai disordini scoppiati in tutto il paese e raggiunge il fratello Ekland in Italia, dove si diplomerà al Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ekland, musicista del Teatro dell'Opera di Tirana, aveva lasciato clandestinamente l'Albania qualche anno prima. Meteli Hasa e Afe¨rdita Hasko Hasa, i genitori di Redi ed Ekland, primo ballerino dell'Opera di Tirana lui, insegnante di violoncello all'Accademia Musicale di Tirana lei, ora vivono in Puglia.
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è rimasto: Bojken Lako, figlio di Bujar Lako, l'attore più importante del cinema albanese, scrive, dirige e produce programmi radio e tv. Irini Qirjako, Irena Saraci, Sabahet Vishnja e le altre, tutte componenti del Coro Jehona, il più importante gruppo di musica tradizionale albanese, si esibiscono nel paese e in giro per l'Europa.
Redi Hasa, con il suo violoncello e le sue musiche, ci guida alla scoperta di quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. C'è tutta l'Albania dentro questo film, un paese dove ancora qualcuno parla a bassa voce e, come nel finale obliquo e inquieto, qualcuno ancora si chiede chi è entrato a casa sua. Recensione ❯
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Un film sul ricordo e sui rimpianti, in cui l'intimità discreta ma partecipe di Bigoni trova corrispondenze col cinema di Soldini. Drammatico, Italia2022. Durata 83 Minuti.
I limiti di un amore, l'esaurirsi del tempo a disposizione, la fine. Cinque stanze si infila nei meandri della vita di una coppia e ne svela le fragilità, giocando con il tempo e con gli spazi. Espandi ▽
K, un uomo ormai prossimo alla pensione, sta leggendo una lettera che gli ha scritto la moglie Lara, gravemente malata, prima di andarsene di casa. I due sono stati sposati per circa trent'anni. All'inizio della loro relazione si sono amati intensamente ma la morte della loro figlia di quattro anni ha condizionato per sempre la loro vita. Da quel momento K si è allontanato da Lara. Negli ultimi sei mesi poi l'uomo ha iniziato una nuova relazione con Silvia. Non si rende conto del suo stato di salute. Quando accade, è già troppo tardi.
Cinque stanze oltrepassa la sua innegabile organizzazione dello spazio della scena e, attraverso la fotografia di Italo Petriccione, racconta molto dei suoi personaggi attraverso i primi piani, i silenzi.
Da parte di Bigoni, c'è una cura esemplare nel disegnare gli stati d'animo 'provvisori quasi d'amore' che avvicinano i suoi protagonisti a quelli del cinema di Soldini. Qui non hanno la possibilità di fuga, di provare a reinventarsi una vita. Ma nel finale, proprio nell'ultima stanza, il film respira e trasforma la sua rabbia in tenera malinconia. Recensione ❯
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Ritratto intimo e pubblico di Dario Bellezza che diventa il mosaico collettivo di una storia italiana irripetibile. Documentario, Italia2023. Durata 78 Minuti.
Il ritratto di un poeta "maledetto" e di una stagione culturale irripetibile, nell'Italia del secondo Novecento. Espandi ▽
Dario Bellezza, poeta italiano del secondo Novecento, morì di Aids il 31 marzo 1996. 27 anni dopo viene ricordato e celebrato in un documentario che, attraverso le testimonianze di amici, ammiratori ed esperti, ne racconta la vita, il lavoro e gli amori ricostruendo anche la straordinaria scena poetica e artistica della Roma anni '60 e '70, la tremenda stagione dell'Aids, la «Sodoma» notturna degli omosessuali spinti prima a nascondersi e poi via via a mostrarsi sempre più e a rivendicare il proprio piacere. A emergere dal film è un uomo orgoglioso e solo, capace di parole potenti e di sentimenti fragili, di impudicizia e di timidezza, autore di una vita tormentata, povera, triste. Bellissima.
Il ritratto di una grande figura della cultura italiana del secolo scorso diventa il mosaico collettivo di una storia italiana irripetibile, segnata dalla grandezza dei suoi protagonisti e perseguitata da un cupo sentimento di morte.
La figura stessa di Bellezza, vanitosa e tragica, resiste a ogni tentativo di santificazione, imprigionata, come si sente dire, in un «teatro dal quale era impossibile uscire» e condannata, come diceva lui stesso fin da giovane, da un sentimento di cupio dissolvi, di angoscia e di morte. «Credo che l'unica speranza sia Dio. Ma siccome non ci credo...». Recensione ❯
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