L'opera prima di Grazia Tricarico dimostra di aver fatto propria la lezione del grande cinema. E Jacqueline Fuchs offre tutta se stessa. Drammatico, Italia, Svizzera2023. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sulla possibile separazione di corpo e pensiero. Un film sulla liberazione che ha come protagonista una bodybuilder. Espandi ▽
Mona è una body builder che ha superato i cinquant'anni ma ha ancora un corpo che le può permettere di essere ammessa al Concorso Miss Body Universo. L'allenamento a cui deve sottoporsi è molto duro ma altrettanto complesso è il rapporto con se stessa e le proprie pulsioni. In particolare dopo l'incontro con un ragazzo che ne è attratto.
Grazia Tricarico, in questa sua opera prima, dimostra di avere fatto propria la lezione del grande cinema. È un film complesso come può esserlo (vedi il titolo) un'odissea interiore in cui il mare da solcare diventa un lago svizzero in cui l'inquinamento può costituire un pericolo analogo all'abuso di steroidi non clinicamente controllati. Jacqueline Fuchs, body builder elvetica cinquantaduenne ancora in attività, ha offerto tutta se stessa alla macchina da presa.
Tricarico si assume l'impegno di entrare in questo mondo compiendo delle scelte estetiche estremamente consapevoli e raffinate. Ogni inquadratura, così come ogni location, è studiata nei minimi particolari al fine di creare un mood in cui, in alcune situazioni, anche lo sdoppiarsi con una voce interiore trova una propria collocazione significante. Recensione ❯
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Questa è la storia di Borromini, un uomo che si priva di tutto per inseguire un sogno, che si fa tutt'uno con la sua arte. E della sua sfida artistica con Bernini. Espandi ▽
Le controversie tra grandi personalità sono sempre esistite. Se poi i soggetti sono due artisti allora la sfida si fa più interessante. Basta giungere al barocco, per seguire le vicende e le azioni di due grandi personalità: Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680). Un architetto e uno scultore in gara nella Roma più attiva di sempre dal punto di vista culturale. Una città dove vige il potere in particolare di tre papi che, per più di quarant'anni, si sono susseguiti lasciando tracce importanti alle loro spalle. La Roma di Urbano VIII, Innocenzo X e Alessandro VII rappresenta lo scenario più vivido dal punto di vista culturale del periodo.
Il film di Giovanni Troilo racconta questa storia focalizzandosi sulla personalità dei due artisti, concentrando l'attenzione sulle diverse peculiarità che li hanno poi resi immortali, trattando fragilità e punti forza, enfatizzandone tormenti e talento.
Borromini qui è il più spalleggiato anche dai critici, studiosi e appassionati che intervengono durante la narrazione, rendendo i codici visivi più chiari e poetici. Simbologie e misteri, equilibri e drammaticità, pieni e vuoti, triangoli, quadrati e croci: la narrazione è composta da immagini di opere e architetture speciali. Recensione ❯
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Un film particolare e autoironico che ispira simpatia, malgrado un eccesso di finali. Thriller, Italia2023. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una regista vive costantemente tra realtà e fantasia fino a decidere di commettere un gesto estremo per tornare sul set. Espandi ▽
La regista Louiselle Caterini, specializzata in film gialli, sta cercando di superare il trauma d'essere stata tenuta segregata da uno sconosciuto col volto nascosto da una maschera da mostro di Frankenstein. Inoltre, è anche in difficoltà perché il suo ultimo film è stato un flop. Al suo produttore cerca di proporre spunti e idee, che vediamo sullo schermo sotto forma di brevi episodi.
Pierfrancesco Campanella, tra le cui regie si può ricordare almeno Bugie rosse, un curioso thriller di una trentina d'anni fa, realizza un film particolare nel quale il gioco metacinematografico è composito, complesso e multiforme, con i richiami al leggendario produttore Alfredo Bini e al maestro Marco Ferreri.
Come in tutti i film a episodi, la qualità è variabile e non mancano schematismi e semplificazioni, ma si può apprezzare la ricerca di una diversità nei toni, che vanno dal simbolismo quasi surreale del primo episodio, ai rimandi al giallo all'italiana del secondo episodio (con una squadra a fungere da arma da taglio), al complottismo satanista alla Rosemary's Baby del terzo episodio (risolto in modo un po' sbrigativo), alla svolta horror del quarto episodio e alla commedia nera dell'ultimo episodio. Recensione ❯
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L'eredità del grande attore e regista italiano Massimo Troisi alla vigilia del suo settantesimo compleanno. Espandi ▽
Testimonianze e brani di repertorio, nel documentario del regista partenopeo, si alternano ai ricordi dei tanti artisti che hanno condiviso il percorso di Massimo Troisi, dalla sua infanzia a San Giorgio a Cremano, fino alla nomination agli Oscar per il suo ultimo lavoro, Il Postino. La voce narrante è quella dello scrittore Maurizio De Giovanni. Recensione ❯
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Un esordio autoriale e divulgativo che è pura emanazione dei codici etici ed estetici della sua autrice. Drammatico, Italia2023. Durata 118 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra. Espandi ▽
Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. C’è ancora domani è l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona. Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale. L’aspetto più sorprendente del film è che, di fatto, è un horror, ma raccontato attraverso il filtro gentile della sensibilità di Paola Cortellesi, nel suo stile riconoscibilmente “leggero” che riassume ciò che abbiamo finora appreso di lei: la capacità di parlare di cose serissime rendendole appetibili, il rispetto della propria e altrui dignità. Recensione ❯
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Tartaglia aggiorna la storia sulla struttura del film precedente ma il risultato è più fiacco e meno originale. Commedia, Italia2023. Durata 93 Minuti.
Dopo le rocambolesche e divertentissime disavventure in "La valigia sul letto", torna la sgangherata banda di antieroi. Espandi ▽
Ancora a ruota libera, tredici anni dopo La valigia sul letto. Da Salemme a Tartaglia, prosegue una tradizione della commedia partenopea che guarda all’improvvisazione come forma di libertà in cui, a partire dal canovaccio, esplodono gag verbali e sketch che si basano anche sulla variazione minima della stessa situazione, come la Fiat 127 con le bottiglie d’acqua.
Il trio Biagio-Izzo-Maurizio-Casagrande-Eduardo Tartaglia riaggiorna la storia sulla struttura del film precedente, sul modello di una pièce teatrale fatta di colpi di scena, apparizioni improvvise e tracce di una componente sentimentale stavolta più accentuata come nel caso del rapporto tra Antimo e il figlio Camillo. Il risultato però è più fiacco proprio perché la commedia non si riesce a integrare con il poliziesco. C’è di nuovo la valigia sul letto fa fatica a frenare le molte battute che spesso mancano il bersaglio e non riesce davvero a rinnovare un repertorio stanco e in debito d’ossigeno come, per esempio, nell’inquadratura dei boss che lavorano a maglia. Recensione ❯
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Le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci, alle prese con le carriere delle più grandi star del cinema italiano, per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del nostro showbiz. Espandi ▽
La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l’attività degli agenti della CMA. Le loro vicende personali alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi) per i quali sono manager, amici e confidenti. Sky porta in Italia un grande esempio di originalità narrativa europea. Dix pour cent (Chiami il mio agente!, ideata da Fanny Herrer) è andato in onda per France 2 nel lontano 2015, e per ben quattro stagioni ha mostrato il dietro le quinte del sistema produttivo, di scouting e di gestione della maestranza cinematografica e televisiva francese. L'operazione svolta da Sky e Palomar è difficile e perciò, a discolpa di alcune pecche, doveva essere raffinata: da un lato è necessario mantenere l’intento narrativo, quello di raccontare il mondo dello show business europeo, le sue incrinature, i complessi processi di definizione della celebrity di un divo o di una diva. Ciò non giustifica l’assenza, quasi totale, di intervento sulla narrazione: le storie sono esattamente le stesse; gli intrecci che uniscono il racconto dietro le quinte con le vite dei volti noti italiani chiamati a partecipare non si svincolano mai dalla struttura originale. Dall’altro lato però, l’Italia conta una storia cinematografica e caratteristiche uniche, che rendono così l’operazione di rilocazione oggettivamente squisita. Recensione ❯
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La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l'attività degli agenti della CMA. Le vicende personali di Lea (Sara Drago), Gabriele (Maurizio Lastrico), Vittorio (Michele Di Mauro) ed Elvira (Marzia Ubaldi) si intrecciano a quelle delle assistenti Monica (Sara Lazzaro), Pierpaolo (Francesco Russo), Camilla (Paola Buratto) e Sofia (Kaze), alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi): Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Matilde De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti, per i quali sono manager, amici e confidenti. Recensione ❯
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Il film crea connessioni tra il cinema di propaganda fascista dei "telefoni bianchi" e le nuove costruzioni urbanistiche in Egitto. Espandi ▽
Una donna si eccita al telefono ascoltando una seducente voce maschile che promuove la vendita di nuovi appartamenti e un ventriloquo, interpretato dall'artista Diego Marcon, racconta delle freddure. A queste scene si alternano degli spot pubblicitari per complessi residenziali di lusso. Il titolo Capital fa riferimento al colossale progetto di una nuova capitale egiziana pianificata fin dagli anni '70. Permeato da un registro satirico, il film mette in relazione il cinema di propaganda fascista dei "telefoni bianchi" con le nuove costruzioni urbanistiche in Egitto. Recensione ❯
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Un documentario on the road alla ricerca della Cura: incontri, visioni e utopie di chi ha bisogno di cura e di chi con la cura ci lavora. Espandi ▽
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste.
Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro.
Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto. Recensione ❯
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Un ottimo lavoro di ricerca che si fonde alle riprese amatoriali per indagare sull'essenza della Corsa degli Zingari. Documentario, Italia2023. Durata 56 Minuti.
In un piccolo paesino dell'Abruzzo sopravvive un rito crudele al limite della sopportabilità, la Corsa degli Zingari. Espandi ▽
A Pacentro, un comune dell'Abruzzo, ogni anno alla prima domenica di settembre si rinnova la tradizione della Corsa degli Zingari, una competizione che vede i partecipanti scendere da una montagna a piedi nudi su percorsi di terra e sassi per raggiungere la Chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. Alcuni vi partecipano da decenni. Altri la affrontano per la prima volta. Ognuno con una propria motivazione.
Un documentario che approfondisce il senso di una tradizione che unisce sacro e profano. Zazzara riesce, con un ottimo lavoro di fusione tra riprese amatoriali anche datate e uno sguardo che sa come cogliere le motivazioni profonde di ogni partecipante, ad offrircene un'immagine che ce ne restituisce l'essenza.
Le testimonianze che Zazzara ha raccolto (utilizzando la tecnica del posizionare tutti in uno spazio neutro e nella stessa collocazione) offrono un'amplissima varietà di motivazioni. Recensione ❯
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Un uomo che vive in Italia da anni senza documenti e una donna pugliese si incontrano in Umbria. Scoppia l'amore ma non sanno se rimanere nel paese. Espandi ▽
Daniela, originaria di una famiglia borghese della Puglia, ha un passato legato all’alcolismo. Fouad, originario di Casablanca e figlio di un Imam, vive in Italia da dieci anni senza che gli sia stato dato una documentazione regolare. I due si incontrano in Umbria in modo casuale e nasce tra loro una relazione che attiva sentimenti di un’amicizia che si potrebbe trasformare in amore.
Adriano Valerio prosegue la sua riflessione sugli incontri tra persone il cui avvenire è incerto così come il loro passato. Torna anche a riflettere sulle modalità con cui l’emigrazione influisce su tutti gli aspetti della vita.
Se in Banat il suo protagonista lasciava l’Italia per cercare una realizzazione professionale in Romania, qui Fouad ha compiuto il percorso più classico che Valerio va a cercare di indagare con le armi proprie del documentario. Recensione ❯
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Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian. Espandi ▽
Il musical voluto da Red Canzian su Casanova, dopo i sold out registrati in tutte le sue repliche, approda sul grande schermo nella sua integralità con una particolare cura per il suono con il surround 5.1.
Trasferire l'emozione dello spettacolo dal vivo sul grande schermo non è mai un'impresa facile. Canzian e i suoi collaboratori l'hanno affrontata con tutta la dedizione necessaria. Il lavoro di Riccardo Guernieri alla regia cinematografica è stato indubbiamente facilitato da un elemento che non è dato spesso di ritrovare. Quando si assiste ad un musical può succedere di accorgersi (anche se non si è musicologi) se i brani cantati siano stati scritti da un compositore o da un cantante.
Mentre il primo scrive ogni parte pensando ai diversi personaggi adattandosi alla loro psicologia, il cantante rischia di adattare ogni intervento al proprio modo di concepire l'esibizione canora. Red Canzian sfugge completamente a questa tentazione che neppure lo ha sfiorato. Recensione ❯
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