Un mosaico complesso di interviste e immagini per raccontare cos'è davvero Tijuana. In programma a 'Entre dos mundos - Festival del cinema iberoamericano' e disponibile in streaming dal 29 settembre su MYmovies ONE.
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di Giovanni Bogani
Matteo Abbondanza racconta Tijuana, l’ultimo – o il primo – paese del Messico: dopo ci sono gli Stati Uniti. Ma in mezzo c’è un muro, il muro voluto da Trump. Il muro dove ancora si infrangono i sogni di molti.
Ci vuole un po’ di tempo perché il mosaico prenda forma. Ci vuole un po’ di tempo perché tutte le interviste, tutte le parole inizino a comporre un quadro. Poi il quadro si compone. Capisci, se non altro, che la realtà a Tijuana è più complessa di quanto tu potessi immaginare. Te lo dicono le parole, le storie delle persone che vedi. Più ancora del commento, letto dalla voce fuori campo di Federico Quaranta: una voce nitida, che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare per la sua passione in molte trasmissioni.
Che immagine ne viene fuori? Per una coppia di messicani, che si sono trovati costretti a viverci, perché lei non può più ottenere il visto di ingresso negli Usa, Tjuana è una città di accoglienza, di solidarietà, dove nessuno discrimina nessuno. Forse è anche un po’ il partito preso del regista, che intervista a lungo un ragazzo americano dell’Ohio che ha scelto di vivere a Tijuana, perché “qui hanno un rapporto più forte con la morte e con la vita, qui mi hanno insegnato a vivere nel presente: negli Stati Uniti tutti pensano al futuro, ma il futuro non esiste”.