Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Clarence Fuller |
Attori | Hopper Penn, Dylan Penn, Zoë Bleu Sidel, Wass Stevens, Cree Kawa Jahlil T Hall, Rosanna Arquette, Shannan Wilson, Da'Jour Jones, Drew Moore, David Pridemore, Peter Patrikios, Matthew DeLuca, Jeff Arelus, Voshon Mills. |
Uscita | giovedì 11 maggio 2023 |
Distribuzione | Nori Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,90 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 10 maggio 2023
La storia di una relazione senza futuro, raccontata con uno stile da produzione indie americana d'altri tempi, tra paesaggi urbani crudi e atmosfere malinconiche. In Italia al Box Office Signs of Love ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 10,9 mila euro e 4,8 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
|
Frankie ha trent'anni, vive a Port Richmond, quartiere povero di Philadelphia, fa lo spacciatore e mantiene la sorella alcolizzata Patty e il nipote Sean, quindicenne che tratta come un fratello minore. Senza madre, affezionato al padre tossicomane che si sforza di incontrare una volta la settimana, Frankie sembra dare una svolta alla sua vita quando incontra Jane, studentessa muta e benestante. Nonostante l'ostacolo della comunicazione e della diversa estrazione sociale, i due trovano il modo di capirsi e amarsi, anche se la relazione non impedirà a Jane di seguire la propria strada e a Frankie di precipitare in una spirale di autodistruzione. La redenzione, quando arriverà, avrà un sapore diverso dall'amore.
La storia di una relazione senza futuro, raccontata con uno stile da produzione indie americana d'altri tempi, tra paesaggi urbani crudi e atmosfere malinconiche.
Il regista di Signs of Love, l'esordiente nel lungo Clarence Fuller, sembra non essersi accorto del tempo passato nell'ultimo decennio. Il suo film, immerso nella luce bassa e calda di una tipica periferia urbana americana filmata (è Philadelphia ma se fosse Los Angeles nulla cambierebbe), ha il tono melenso ed estetizzante di un prodotto da Sundance d'inizio decennio scorso, quando l'incontro di realismo sporco, indie rock e sguardo estatico sui personaggi ha dato vita, se non a un genere vero e proprio, a una tendenza, un mood, qualcosa tra l'umanesimo di Van Sant, lo sberleffo rabbioso di Korine e l'uso delle luci e dei movimenti di macchina di un Malick maldigerito.
In questo senso, il protagonista del film, Frankie, è il perfetto modello dell'eroe indie, insignificante criminale con l'aria fragile e abbattuta, ladro e spacciatore per necessità e tara familiare, che proprio alla famiglia - al padre tossico e alla sorella alcolizzata - deve il fatto che la sua vita è in un vicolo cieco. Un angelo caduto, insomma, che nel corso della vicenda prova a rialzarsi senza troppa convinzione, sollevandosi e poi ricadendo da altezze non così vertiginose... A interpretarlo, con un eccesso di attitudine e atteggiamento, è Hopper Penn, figlio di Sean, affiancato nella parte di Patty dalla sorella Dylan (già in vista in Una vita in fuga, proprio a fianco del padre) e in quella di Jean da Zoë Bleu Sidel, anche lei figlia d'arte (di Rosanna Arquette, presente in un piccolo ruolo) e ballerina prestata al cinema.
La convergenza di figure familiari fuori e dentro il set è forse l'unico aspetto interessante di Signs of Love, dal momento che il fallimento del sangue che impedisce a Frankie e Jane di vivere il loro amore (prima della barriera sociale, a dividerli sono il disastroso contesto familiare di lui e il diniego piccolo-borghese dei genitori di lei) è accentuato dai veri legami di parentela tra gli interpreti, senza contare che il nome del nipote del protagonista, figlio della sorella, è stranamente Sean...
Come già in Una vita in fuga, dove il legame padre e figli passava dal regista agli interpreti (tra i quali figurava lo stesso Hopper Penn), anche qui una strana forma di narcisismo s'impossessa del film, tra l'indulgenza verso i personaggi e la gigioneria attoriale, nonostante la paternità del lavoro sia tutta di Clarence Fuller, regista e anche sceneggiatura (e lui per fortuna con un grande del passato condivide solo il cognome...).
È comunque soprattutto la regia, edulcorata e anonima, a rendere inerme il film, che procede alternando momenti di estasi con sottofondo folk-rock (ma essendo in un contesto urbano degradato c'è spazio anche per il rap) a lunghe scene di dialogo in campo e controcampo, senza mai dare profondità al ritratto banalizzato dei personaggi, alle loro motivazioni, ai loro pensieri.
Tutto è impostato ed esibito, in Signs of Love, a cominciare dalla recitazione forzata degli interpreti (in particolare di Zoë Bleu Sidel, che accentua la sordità di Jane dandole immotivate movenze da danzatrice), come se i sentimenti espressi fossero quelli di un melodramma a forti tinte, quando invece ci si trova semplicemente di fronte a un dramma familiare annacquato.
Periferia di Philadelphia. Miseria, degrado. Vive lì il 30enne Frankie, il padre tossico, la madre morta. Spaccia per mantenere la sorella alcolista e il nipote 15enne. Incontra Jane, studentessa muta di famiglia bene. Scocca la scintilla d'amore, per Frankie potrebbe essere la svolta. L'opera prima di Clarence Fuller è un mélo che mette in fila lungo elenco di sciagure e fa di tutto per catturare [...] Vai alla recensione »
Lo statunitense Fuller apre il suo primo lungo con un prelievo schietto da Van Sant: sotto un cavalcavia, degli skater sfrecciano sulla tavola, inquadrati dalla cintola in giù. Su di loro si posa lo sguardo bastonato di Frankie (Hopper Jack Penn), fulcro di un film che è su più livelli un affare di famiglie: da quella disfunzionale del regista - ispirato dal proprio vissuto a mettere in scena la dolente [...] Vai alla recensione »
Una madre assente e un padre tossico. Un nipote di cui si prende cura come se fosse un fratello e una sorella che ha perso la bussola dell'esistenza. Frankie (Hopper Jack Penn, figlio di Sean Penn e Robin Wright) è un ragazzo come tanti a Port Richmond, Philadelphia. Cresciuto in un sobborgo difficile dove la tossicodipendenza e la criminalità sono la norma e i sogni non esistono.
Non è assurdo riferirsi a questo grintoso ed emotivo dramma urbano come a un "affare di famiglia". Perché parla di droga, spaccio e dipendenza, ma soprattutto di come questo pesa su un quartiere (Fishtown, a Filadelfia) e su una famiglia che ci vive. E poi i protagonisti del film sono due dei figli di Sean Penn e Robin Wright, Dylan e Hopper, e Rosanna Arquette e sua figlia, Zoë Bleu Sidel.
Arriva in sala grazie a Nori Film in collaborazione con Fice, Signs of love, Premio Corbucci di Alice nella Città 2022 e opera prima di Clarence Fullerm, regista, sceneggiatore, fondatore della sua società di produzione Somewhere Entertainment. Attivo con successo nel campo dei video musicali nel mondo della moda, grazie al pluri-premiato Corto Moltedo, Clarence Fullerm ha varcato la soglia del cinema. Por [...] Vai alla recensione »
Nel difficile sobborgo di Port Richmond, a Philadelphia, dove è la legge della strada a governare, il trentenne Frankie sogna una vita migliore anche per il nipote adolescente, figlio della sorella maggiore alcolizzata. Ma non è facile sfuggire alle trappole della microcriminalità e dell'abuso di sostanze in cui è già caduto anche suo padre. Quando Frankie incontra Jane, una ragazza sorda proveniente [...] Vai alla recensione »
Frankie è un ventenne come tanti, cresciuto nell'incuria selvaggia della banlieue newyorkese. Il regista indie Clarence Fuller, alla sua opera prima, ce lo presenta come un James Dean che non ce l'ha fatta, ed è rimasto fino ad ora accartocciato all'ombra di uno skate park. Fuma continuamente, lo sguardo malinconico rivolto ai ragazzi che corrono sulle biciclette.
Con il suo debutto alla regia di un lungometraggio, dal titolo Signs of Love, il regista Clarence Fuller racconta una storia d'amore dove il sentimento si oppone al dolore e al disagio esistenziali che la vita può provocare. Il film, presentato in Concorso ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, ha conquistato tutti con la sua ruvida dolcezza, aggiudicandosi [...] Vai alla recensione »
Giudicare un disastro come Signs of Love, presentato in concorso nella sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma, è facile. Cercare di parlarne decisamente meno. Purché, ovviamente, si riesca a mantenere (o almeno a recuperare) la pazienza davanti a questa disarticolata storia di redenzione con protagonista Hopper Penn, figlio dell'attore Sean che qui si diletta in un'ora e quaranta [...] Vai alla recensione »
Ci sono Hopper e Dylan Penn, figli di Sean Penn e Robin Wright e poi c'è Zoe Blue Sidel e anche sua madre, Patricia Arquette, e trattandosi di una storia che parla soprattutto di ferite famigliari il cast di Signs of Love, scritto e diretto da Clarence Fuller, non può che essere un elemento di curiosità. Il film è stato presentato in anteprima ad Alice nella Città, la kermesse dedicata ai giovanissimi [...] Vai alla recensione »
Facile sarebbe avviarsi a speculare sulle sovrapposizioni tra realtà e finzione per un film come Signs of Love, opera prima di Clarence Fuller che vede in due dei ruoli principali Hopper e Dylan Penn, figlio e figlia di Sean Penn e di Robin Wright. Non c'è nulla (e ci mancherebbe) di autobiografico, anche perché il film appartiene a tutt'altro autore che nulla ha a che fare con la famiglia Penn, ma [...] Vai alla recensione »