Mare fuori

Film 2020 | Drammatico 45 min.

Regia di Carmine Elia. Una serie con Carolina Crescentini, Ivan Franek, Chiara Primavesi, Carmine Recano, Pia Lanciotti. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2020, STAGIONI: 4 - EPISODI: 48

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Ultimo aggiornamento giovedì 18 gennaio 2024

Storie al limite che toccano argomenti delicati come la scuola, le risse, il bullismo, le minacce e gli intrighi interni a un'Istituto Penitenziario Minorile

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,09
CONSIGLIATO N.D.
Dentro un istituto minorile.
a cura della redazione
martedì 15 settembre 2020
a cura della redazione
martedì 15 settembre 2020

La serie ruota attorno alle vicende di Filippo Ferrari, un giovane della Milano bene. Il futuro promettente del ragazzo viene compromesso a causa di un errore che porta alla morte di un suo amico. L'ingresso nel penitenziario è traumatico: Filippo dovrà interfacciarsi in un ambiente totalmente nuovo e ostile, e in particolare con i giovani qui presenti. Carmine, figlio di un noto camorrista, ma che sogna un futuro onesto e fuori dalle maglie della criminalità; Ciro, anche lui membro della Camorra, ma in questo caso non penitente, bensì attivo nelle attività criminali; a completare l'insieme troviamo poi Totò, Edoardo, Pino, Gianni e Milos, ognuno con una storia a se stante, fatta di colpevolezza o rimpianto, e ognuno a diversi livelli di comprensione del proprio stato e della propria situazione. I giochi di potere all'interno del penitenziario sfruttano come leve queste differenze e presto Filippo dovrà rendersi conto che il suo differente background non lo rende diverso dagli altri.

Episodi: 10
Regia di Ivan Silvestrini.

Una grande serie popolare di formazione, piena di pathos e dai colpi di scena a ripetizione

Recensione di Claudia Catalli

Rosa Ricci deve capire se scegliere l'amore per la famiglia o quello per Carmine, e cosa farne di sentimenti come odio, rancore, rabbia. Edoardo si sveglia dal coma ed è scisso tra l'amore tra due donne, Teresa e Carmela, ma anche da pulsioni contrastanti tra amore, passione, vendetta e ambizione. Pino è sempre più pazzo di Kubra, la quale è concentrata sugli studi e sul suo futuro. Cardiotrap conoscerà meglio la vera natura di Clara e avrà modo di scoprire una new entry misteriosa, la "muta" Alina. Cucciolo sogna un posto importante nel clan Ricci, ma deve rinsaldare il rapporto con il fratello e capire se continuare a tacere la sua omosessualità. Micciarella affronta il suo passato e un nuovo evento che lo cambierà per sempre. E ancora, il Comandante avrà tanti problemi da risolvere, soprattutto quelli familiari. Intanto tra Beppe e Sofia, la nuova direttrice del carcere, sembra nascere qualcosa destinato a durare e a migliorare la vita di entrambi, ma soprattutto dell'istituto.

La forza di Mare Fuori sta nell'efficace mescolamento di diversi ingredienti e intenzioni vincenti, e la quarta stagione ne è un esempio lampante.

Primo, raccontare storie di adolescenti difficili e, insieme, degli adulti che tentano di educarli, indirizzarli, correggerli, oppure - nel caso delle famiglie criminali - riportarli sulla cattiva strada. Così facendo la serie si è garantita negli anni una trasversalità di pubblico clamorosa, abbracciando un'ampia fascia di età tra le nuove generazioni e i genitori di queste ultime. Secondo, gli adolescenti in questione vengono principalmente da Napoli e dintorni e le loro storie ricordano da vicino certe vicende di Gomorra, serie che potrebbe essere considerata 'madre' di questa, in quanto a rappresentazione di ragazzi di strada che mirano al potere criminale provando a ricalcare, o sviare, le orme paterne o materne. Terzo, il genere predominante della serie è dichiaratamente il melò, con incursioni di noir metropolitano e crime.

Ma l'occhio verso i ragazzi è più colmo di empatia che di condanna, la serie in generale punta molto sul sentimentalismo nella messa in scena dei rapporti non solo tra educatori e ragazzi, ma anche tra i ragazzi stessi. Fioccano sempre storie d'amore e scene madri melodrammatiche a Mare Fuori, e questa nuova stagione non fa eccezione. Anzi, spinge ancora di più l'accelerazione narrativo in questo senso.

Quarto, tratta di temi e storie di ispirazione universali, che hanno un respiro ben più ampio dell'istituto penitenziario: oltre al lavoro quotidiano sulla gestione delle emozioni, il lavoro sui traumi infantili e adolescenziali, il senso e la pratica della violenza, le relazioni tutte da costruire e ricostruire in modo sano. In questa quarta stagione si aggiungono temi importanti come l'elaborazione del lutto, il senso di abbandono e di perdita, la determinazione a ricostruirsi e a visualizzarsi come individui "liberi" una volta lasciato il carcere. Chi sono e cosa diventano - inizia a chiedere in sostanza la nuova stagione, segnando così uno scarto con le precedenti - i ragazzi di Mare fuori quando "fuori" ci vanno per davvero?

Quinto elemento, i colpi di scena a ripetizione. Un lavoro costante, a volte anche eccessivo, per spiazzare il pubblico in ogni modo, accaparrandosene l'attenzione e fidelizzandolo ogni episodio di più, in un crescendo di tensione emotiva che rivela un lavoro importante di regia e montaggio per determinare il ritmo della serie. Incalzante, vorticoso, perfetto per raccontare le nuove generazioni e i loro tormenti esistenziali.

Nella quarta stagione ogni episodio si chiude con un colpo di scena di quelli clamorosi, si va dal sapere chi ha sparato a chi a un coming out improvviso, dall'annuncio di un matrimonio a un omicidio annunciato, tutto raccontato con una dose importante di pathos. Perché la scrittura di Mare Fuori è semplice, lineare, mira evidentemente ad abbracciare il pubblico più ampio possibile e preferisce farsi a tratti banale che rinunciare a una fetta di spettatori. Non rinuncia però al coinvolgimento emotivo, infatti chi ama la serie in questa quarta stagione troverà pane per i suoi denti, emozioni e sorprese a non finire, che la rendono un prodotto di intrattenimento di alto livello anche quando certe battute convincono meno sulla carta, perché a interpretarle sono dei piccoli grandi attori dal talento smisurato.

Ecco l'ennesimo elemento vincente della serie, una sequela di attori giovanissimi, eppure assolutamente convincenti nei loro personaggi. Li abbiamo visti crescere negli anni, in questa stagione sembrano la versione più matura di se stessi e continuano ad emozionare il pubblico. A partire dalla coppia che rivisita in chiave contemporanea - e carceraria - il dramma romantico di Romeo e Giulietta, Carmine Di Salvo e Rosa Ricci (gli ottimi Massimiliano Caiazzo e Maria Esposito), figli di clan rivali che scoprono di amarsi e in questa stagione il loro amore incontrerà nuovi ostacoli e dovrà fare mille giri per poi far sospirare chi guarda quando "sul mare fuori" ci andranno davvero, in una notte memorabile.

Nessun happy end, in una serie romanticamente criminale non può essere prevista, né per loro né per Edoardo Conte, il Micheal Corleone di Mare Fuori interpretato da Matteo Paolillo, che dovrà fare i conti con la sua stessa avidità. Un'implacabile sete di potere, ma anche di soldi e di donne, dovendosi in questa stagione dividere tra l'amore per due donne diversissime tra loro per educazione, valore e ambizioni. C'è Artem, che dona sempre più cuore e spessore al cinofilo Pino O' Pazz, confermando il grande talento specie nelle scene di implosione interiore, come pure Domenico Cuomo, nei panni del creativo Cardiotrap che, dopo aver conosciuto meglio Clara, incontrerà una nuova ragazza misteriosa tutta da scoprire e comprendere nel suo profondo disagio. A Kubra (la sempre convincente Kyshan Clare Wilson) sono riservate le battute più incisive, nella sua determinazione a costruirsi il proprio futuro e a scegliersi la propria strada, mentre a Cucciolo (Giuseppe Pirozzi, sempre più incisivo) spetta il non facile compito di affrontare il tema dell'omosessualità nelle carceri e non solo. Micciarella - il notevole Francesco Panarella - si troverà a mettere in discussione se stesso, suo fratello e il suo passato, attraverso la ricomparsa di sua madre (Tea Falco) e un evento tragico che cambierà per sempre la sua vita. C'è poi Dobermann, Enrico Tijani, chiamato a comunicare ai giovani spettatori il valore del fallimento, specie se accostato alla voglia di recuperare e battere i propri demoni. Assisteremo a grandi ritorni, attraverso sorprendenti flashback, come per il rimpianto Ciro di Giacomo Giorgio e l'ancora poco approfondita madre dei Ricci Antonia Truppo. I demoni infestano anche le vite degli adulti, a partire dal Comandante Massimo, il carismatico Carmine Recano, che dovrà superare una traumatica esperienza insieme alla sua famiglia e affrontare il suo passato di "scugnizzo". Lui funziona sempre benissimo, riuscendo a rendere misurate anche scene eccessive e d'impatto - su tutte il confronto con Donna Wanda, l'incredibile Pia Lanciotti, mentre Raiz torna per poco a vestire i panni del capoclan Ricci -, funziona meno la storia della moglie Consuelo, risultando ordinaria nello sviluppo di una tematica che poteva essere sviscerata meglio e in modo meno superficiale /"da fiction" come lo stupro e le sue conseguenze. Come non citare la nuova coppia formata da Lucrezia Guidone e Vincenzo Ferrera, nei panni della direttrice Sofia e dell'educatore Beppe. Un'unione che fa la forza, specie perché il personaggio di Sofia è un crescendo di apertura, ascolto, comprensione, slanci emotivi, che finiscono per polverizzare del tutto la patina di oscura detestabilità che aveva nella stagione precedente (ed è anche un peccato).

Non a caso la serie viene spesso accusata di buonismo, accusa legittima che tuttavia non tiene conto del senso dichiarato di tutta l'operazione, buonista sin dalla sua progettazione. Una grande serie popolare di formazione, che lancia a chi guarda il messaggio che chiunque, se sostenuto e incoraggiato come si deve, può cambiare e aspirare a una vita migliore.

Episodi: 10
Regia di Ivan Silvestrini.

Una stagione di parricidi, amori e ambizioni sfrenate. I fan non resteranno delusi

Overview di Claudia Catalli

La terza stagione si era chiusa con un colpo di pistola e una serie di interrogativi a cui il primo episodio della nuova stagione già in apertura dà una risposta.

I primi due episodi di Mare Fuori raccolgono il testimone narrativo e stilistico delle stagioni precedenti, con un'evidente marcia in più dovuta al clamoroso successo della serie.

Rincontriamo i suoi protagonisti, ormai beniamini di un pubblico sempre più ampio, trasversale e internazionale. A partire dalla coppia di innamorati formata da Rosa Ricci e Carmine Di Salvo, rilettura contemporanea di Romeo e Giulietta tra le sbarre, appartenenti a malavitose famiglie rivali e tuttavia destinati ad amarsi follemente. La loro storia d'amore divampa in questa stagione, tra i terribili sensi di colpa per un grilletto premuto controvoglia e la costante difficoltà a gestire la contrarietà delle rispettive famiglie.

Dei tre piani narrativi della serie - il crime, la love story e la commedia di formazione - è proprio la tensione sentimentale ed erotica il collante fondamentale che tiene tutto insieme e sa conquistare il pubblico. Funziona bene anche il flashback che racconta frammenti di infanzia dei Ricci, con la new entry Antonia Truppo nei panni della tormentata madre (e come altro poteva essere la madre di Rosa, Ciro e Pietro Ricci?) ferocemente allontanata dai suoi figli dal tirannico marito. Edoardo Conte (Matteo Paolillo) è un altro dei protagonisti più amati della serie, lo si vede risvegliarsi in ospedale, dividersi a modo suo tra le due donne della sua vita (Carmela e Teresa, Giovanna Sannino e Ludovica Coscione) e dover affrontare anche lui Don Salvatore (il padre di Rosa Ricci, interpretato da Raiz), in una resa dei conti che si rivelerà fatale alla fine del secondo episodio.

Il tema del parricidio, dell'uccisione della figura paterna per ereditarne senza attese il potere sembra ricorrente, come pure l'ambizione di chi è sempre stato nelle retrovie e ora mira a comandare. Nel frattempo la vita nell'IPM continua a scorrere tra un litigio con l'inflessibile nuova direttrice Sofia Durante (Lucrezia Guidone) e l'altro. Il comandante Massimo Esposito (Carmine Recano) è sempre dalla parte dei ragazzi e fa di tutto per supportarli e mostrare loro massima complicità, come pure l'empatico Beppe (Vincenzo Ferrera) che avrà nel secondo episodio un imprevedibile colpo di scena sentimentale. Tra l'altro ormai Kubra (Kyshan Wilson) sa di essere sua figlia, e acconsente anche alla ripresa degli studi, seguita a ruota da Dobermann (Salahudin Tijani Imrana).

Il messaggio sull'importanza dell'istruzione per non perdersi torna a più riprese, come anche i tormentoni moraleggianti degli educatori sul valore delle proprie scelte e sulla possibilità di poter cambiare strada, ravvedersi, dare a se stessi e agli altri una seconda possibilità. Quanto agli altri interpreti della serie, Pino (Artem) è sempre pazzo di Kubra e spera di poter ottenere il permesso di lavorare per qualche ora in un canile, Silvia (Clotilde Esposito) continua a farsi raggirare dal fidanzato avvocato senza scrupoli (Giuseppe Tantillo), Crazy J (Clara Soccini) dovrà fronteggiare un nuovo manager e una nuova compagna di cella scontrosa e misteriosamente silenziosa. I fratelli Cucciolo e Micciarella (Francesco Panarella e Giuseppe Purozzi) si confronteranno in modo acceso sul tema dell'omofobia.

La sceneggiatura, firmata da Cristiana Farina, Maurizio Careddu, Angelo Petrella e Luca Monesi, segue e approfondisce le dinamiche relazionali delle stagioni precedenti, confezionando un prodotto inattaccabile con uno studiato climax di scene madri, battute ad effetto e colpi di scena piazzati ad arte (e di continuo) per sbalordire lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo, anche a costo di esagerare con trovate poco credibili, per cui la sospensione di incredulità è d'obbligo.

La regia di Ivan Silvestrin si conferma efficace, il ritmo è incalzante, la direzione dei giovani attori notevole, la scelta delle inquadrature interessante, impreziosita da una fotografia che sa disegnare i volti e le emozioni dei protagonisti. Due episodi sono pochi per stabilire come sarà effettivamente questa nuova stagione, ma le premesse sono valide, curiose e, per il pubblico dei fan della serie, sicuramente esaltanti.

Episodi: 12
Regia di Ivan Silvestrini.

La terza stagione raggiunge vette inedite, consegnando un efficace racconto che parla di amore, crescita, libertà e redenzione

Recensione di Silvia Guzzo

Dopo la fuga dall'IPM per fermare il matrimonio di Naditza, Carmine e Filippo si ritrovano per la prima volta distanti. Mentre Filippo vive da latitante insieme a Naditza cercando di racimolare qualche soldo per arrivare a fine giornata, Carmine torna in carcere e affronta Rosa Ricci, decisa a vendicare la morte del fratello Ciro. Nel frattempo Pino vive la sua storia d'amore con Kubra, Gianni fa i conti con il senso di colpa per l'accidentale omicidio dell'ex fidanzato di Gemma ed Edoardo decide di sposare Carmela. Mentre Gaetano sembra intenzionato a cambiare definitivamente stile di vita e a ricongiungersi con i genitori, in carcere arrivano dei nuovi personaggi: una trapper molto sicura di sé, tre ragazzi e una misteriosa educatrice.

Arrivata alla sua terza stagione, Mare fuori riconferma il suo grande successo e la buona capacità di trattare tematiche difficili, care soprattutto ai giovani.

Tra relazioni d'amore intense e passionali e sviluppi coinvolgenti, la serie torna a raggiungere le vette della prima stagione, superando gli ostacoli che avevano in parte affaticato una seconda stagione talvolta ridondante e dispersiva. La complessità dei nuovi protagonisti e l'interessante evoluzione dei personaggi già noti riescono infatti a toccare livelli di profondità inediti e accattivanti.

La terza stagione di Mare fuori è sicuramente la stagione dell'amore: molte sono le storie di passione che proseguono e nascono all'IPM, tra cui quella tra i novelli Romeo e Giulietta Carmine Di Salvo e Rosa Ricci. Sebbene i loro cognomi sembrino impedire in partenza qualsiasi forma di contatto, fra uno sguardo infuocato e una lotta appassionata, tra i due si instaura una potente tensione sessuale che porta alla nascita di un intenso legame, seppure la morte sia sempre nell'aria. Poi ci sono Pino e Kubra, Gianni e Gemma, Filippo e Naditza, Paola e Massimo.

Ma in questa stagione l'amore non riguarda solo gli amanti: si parla anche di genitori e figli, fratelli e sorelle, amici e amiche. I rapporti d'affetto familiari e amicali assumono infatti un ruolo cruciale in una stagione che più delle altre mette al centro l'importanza delle relazioni per sopravvivere all'interno di una realtà difficile, in cui nessuno si salva da solo.

Oltre agli sviluppi affettivi e interiori dei personaggi, la narrazione assume un ritmo serrato, scandito da molteplici avvenimenti dal forte impatto emotivo. Rispetto alla seconda stagione, infatti, qui la tensione è sempre alle stelle: con un minor numero di flashback che in passato, la storia prosegue senza indugi accumulando risvolti avvincenti e talvolta imprevedibili. Anche le new entry dell'IPM contribuiscono ad arricchire gli intrighi di una trama costellata da un variegato panorama di personaggi. Il trio composto da Cucciolo, Micciarella e Dobermann risulta particolarmente riuscito e conferisce alle vicende sfumature inedite, aprendo le porte a temi non ancora trattati. Ai tre è inoltre dedicato un momento di regia particolarmente efficace: i personaggi vengono infatti presentati al pubblico con un'interessante inquadratura dall'altro, che ne riprende i movimenti all'interno di una piazza di Napoli, mentre, tra scambi furtivi e abili trucchetti, derubano i passanti inconsapevoli.

Anche in questa terza stagione spicca la buona qualità della recitazione, che arriva a toccare livelli inediti: alcuni attori sono infatti migliorati e altri continuano a mostrarsi in ottima forma. Nonostante qualche drammatizzazione eccessiva - cifra stilistica costante della serie, a cui piace indugiare su risvolti particolarmente sofferti per i suoi personaggi -, la narrazione regala molti momenti coinvolgenti, che in alcuni casi riescono a essere profondamente toccanti. La buona qualità dei dialoghi contribuisce ad aumentare il forte impatto emotivo di una stagione che parla efficacemente di crescita, libertà e redenzione.

Episodi: 12
Regia di Ivan Silvestrini.

Lievemente inferiore rispetto alla stagione precedente, la serie continua comunque a funzionare e a coinvolgere

Recensione di Silvia Guzzo

Continuano le avventure e l'amicizia di Carmine e Filippo nel carcere minorile di Napoli. Dopo la morte di Ciro, Carmine si trova in coma all'ospedale ed Edoardo prende il posto dell'amico defunto alla guida del piccolo gruppo di criminali incarcerati nell'istituto di detenzione, desiderosi di vendicare l'omicidio del loro leader. Pino torna all'IPM e inizia un percorso di crescita ricco di sorprese. Nel frattempo il capo della polizia penitenziaria Massimo e la direttrice Paola si avvicinano, mentre devono affrontare alcune svolte inaspettate nelle loro vite. All'IPM arrivano anche dei nuovi detenuti: il timido e riservato Sasà ? che si vocifera aver commesso un grave crimine nonostante la giovane età ? e la granitica e rabbiosa Kubra, arrestata per aver accoltellato la madre.

Arrivata alla seconda stagione, Mare fuori si riconferma un buon prodotto di intrattenimento indirizzato agli adolescenti all'interno del panorama delle fiction italiane targate Rai.

Tuttavia, alcune dilatazioni eccessive nella narrazione e lo scarso approfondimento introspettivo di alcuni personaggi collocano la seconda stagione della serie su un livello lievemente inferiore rispetto alla precedente.

Dopo un inizio interessante, la narrazione di Mare fuori prosegue riproponendo meccanismi analoghi a quelli con cui erano stati raccontati gli eventi nella stagione precedente. Il passato dei nuovi personaggi e di quelli già conosciuti ma non ancora approfonditi, vengono infatti introdotti mediante il meccanismo del flashback, già ampiamente utilizzato nella prima stagione. Sebbene lo sguardo sul passato dei protagonisti sia bilanciato dall'evoluzione degli avvenimenti del presente, in questa seconda stagione l'impiego del flashback perde un po' della freschezza con cui si era presentato in precedenza, venendo utilizzato in modo eccessivo, a tratti ridondante.

Alcuni personaggi già noti a cui nella prima stagione era stato dato poco spazio vengono approfonditi delineando personalità e motivazioni interessanti. È il caso soprattutto di Edoardo, il successore del villain della serie Ciro. Supportato dalla buona recitazione di Matteo Paolillo, Edoardo si rivela un personaggio sfaccettato, permeato da luci e ombre ma più incline al compromesso e al quieto vivere rispetto a Ciro. Meno coinvolgenti le storie dei nuovi arrivati Kubra e Sasà, che non ricevono un adeguato approfondimento psicologico e a cui vengono attribuiti dialoghi piuttosto artificiosi. L'ottima interpretazione di Artem nei panni di Pino si riconferma anche in questa seconda stagione e il suo personaggio ha degli sviluppi interessanti, che lo pongono tra i protagonisti più riusciti della serie.

Per quanto riguarda i temi trattati, la seconda stagione di Mare fuori prosegue nel mettere in scena le difficoltà degli adolescenti che per un motivo o per un altro hanno commesso un errore: senza giustificazioni o edulcorazioni la serie riesce così a trattare in maniera credibile tematiche difficili. Nonostante le buone intenzioni, però, l'analisi psicologica di vittime e carnefici non sempre risulta sufficientemente penetrante, forse a causa della necessità di portare avanti le molte linee narrative di cui si compone la storia. Tuttavia, se si considera che Mare fuori è indirizzata soprattutto a un pubblico di adolescenti, la sua semplicità può da una parte trasmettere in maniera immediata messaggi positivi ed educativi. D'altra parte, però, ad uno sguardo più maturo alcuni snodi possono apparire superficiali e approssimativi.

Ad ogni modo, il buon ritmo degli eventi riesce anche in questa seconda stagione a tenere lo spettatore incollato allo schermo, stimolandone la curiosità grazie all'introduzione di nuovi personaggi e all'evolversi delle storie di quelli già conosciuti. Tuttavia, rispetto alla stagione precedente in alcuni punti la narrazione subisce dei rallentamenti non sempre giustificati. Probabilmente l'intento di rispettare il format di dodici episodi da un'ora l'uno per stagione ha spinto gli sceneggiatori a dilatare vicende che avrebbero potuto risolversi in un tempo inferiore. Forse, con un minor numero di episodi gli eventi raccontati avrebbero potuto essere di maggior impatto. Ciononostante la serie continua a funzionare, ma con qualche intoppo in più rispetto alla stagione precedente.

Episodi: 12
Regia di Ivan Silvestrini.

Una buona serie dal ritmo incalzante che affronta il tema della scelta

Recensione di Silvia Guzzo

Filippo e Carmine non potrebbero essere più diversi. Il primo vive a Milano in una famiglia altolocata, frequenta il conservatorio e sta per iniziare un ciclo di lezioni con un celebre insegnante di piano. Il secondo invece vive a Napoli con una famiglia di camorristi che lo costringe a delinquere e per cercare di sfuggire a una vita criminale lavora come parrucchiere in un salone di bellezza. I destini dei due ragazzi si uniscono in modo inaspettato quando entrambi vengono arrestati e detenuti nell'Istituto di Pena Minorile di Napoli - liberamente ispirato al carcere di Nisida - in attesa del processo. Qui i due adolescenti sviluppano una forte amicizia, mentre fanno i conti con le insidie di un ambiente duro, popolato da giovani criminali.

Il successo che Mare fuori ha riscontrato soprattutto tra i giovani testimonia come la serie sia riuscita a toccare le giuste corde delle nuove generazioni, raccontando, estremizzandoli, i problemi degli adolescenti, che hanno potuto immedesimarsi con i tormenti dei protagonisti.

Il buon ritmo con cui procede la narrazione, spesso carica di tensione, riesce inoltre a coinvolgere lo spettatore, stimolando la sua curiosità per l'evoluzione della storia.

Sebbene i protagonisti indiscussi di questa fiction targata Rai siano sicuramente Filippo e Carmine, Mare fuori è una serie corale, che con il passare degli episodi racconta il passato e il presente di un'ampia costellazione di personaggi. Adolescenti con una vita difficile e guardie carcerarie dedite e instancabili popolano infatti i corridoi dell'IPM di Napoli, dalle cui finestre si scorge il mare. Un mare che si fa metafora dei tumulti di una generazione di giovani adulti che per un errore o per la sfortuna di essere nati nella famiglia sbagliata si trovano costretti a un'esistenza carica di sofferenza, mentre affrontano gli ostacoli dell'adolescenza.

Infatti Mare fuori unisce il racconto della vita carceraria napoletana a una più universale descrizione delle difficoltà e degli amori che caratterizzano l'adolescenza, vissuta tanto dai giovani detenuti quanto da qualsiasi altro ragazzo o ragazza, a Napoli come a Milano. Un mix vincente, che permette alla narrazione di tenere lo spettatore incollato allo schermo per scoprire se e in che modo i protagonisti riusciranno a sopravvivere, ma concedendo anche qualche momento di sollievo e leggerezza grazie alle vicende sentimentali vissute dai personaggi.

Un altro punto a favore della fiction Rai è sicuramente la buona qualità della recitazione: tranne alcune eccezioni, gli attori risultano credibili, forse aiutati dal dialetto napoletano che conferisce naturalezza ai dialoghi. Un plauso particolare va alle buone performance di Massimiliano Caiazzo - che interpreta Carmine - e Carmine Recano, nei panni dell'appassionato comandante della polizia penitenziaria. Si fanno notare anche i giovanissimi Giacomo Giorgio e Ar Tem, che prestano il volto a due personaggi piuttosto complessi: rispettivamente, il giovane boss recluso Ciro Ricci e il suo scagnozzo Pino "O Pazzo".

Meno degni di lode gli aspetti tecnici della serie: regia, fotografia, montaggio e colonna sonora risultano puramente funzionali, senza mostrare particolari tratti di interesse. Lo stesso può dirsi delle scenografie; mentre i dialoghi solo raramente risultano artificiosi. Il più delle volte riescono infatti a toccare le corde dell'emotività, tingendosi di quando in quando di profondità.

Nel complesso Mare fuori è una buona serie, che grazie a un ritmo incalzante e a un susseguirsi di avvenimenti emotivamente coinvolgenti riesce a raccontare i problemi di una generazione. Nel ritratto di un ecosistema particolare come l'IPM di Napoli emerge infatti un tema più universale: quello della scelta. È sempre possibile scegliere? Quanto incide il contesto in cui nasciamo sulla nostra libertà di autodeterminarci? Le risposte a queste domande, sembra dirci la serie, non sono così semplici.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 25 giugno 2022
Giuseppe79

"Mare Fuori" secondo me è la serie tv italiana più bella di sempre: Intensa, cruda ed emozionante, ma la cosa che la rende unica sono i messaggi di speranza attraverso la "Non via d'uscita". Aggiungo che a differenza di tutte le altre serie tv questo sia il punto maggiore a suo favore. Un cast strepitoso che spesso va oltre quella realtà che ci spaventa.

lunedì 12 ottobre 2020
Cristiana

Ho lavorato 38 anni con i giovani in fragilità, con le persone detenute e tossicodipendenti, nell’ambito della riabilitazione, comunicazione e reinserimento socio- lavorativo. Non è facile trasporre il clima le condizioni di chi minorenne si ritrova chiuso, dentro regole,relazioni difficili...A chi è utile questa fiction, mi chiedo.

mercoledì 2 novembre 2022
Luigi Antonio

Forse gli attori e i registi italiani hanno buttato la spugna

domenica 2 ottobre 2022
Annibale Pepe

 Fiction a puntate della quale potevamo fare tranquillamente a meno. Una serie di storie che si intrecciano in salsa partenopea, declinato in una serie di stereotipi che vengono ogni tanto scongelati, come il carcere minorile, i piccoli gangster guappi di cartone, condito con un po' di tette e belle ragazze. Insomma tutto il torbido che piace a buona parte del pubblico e che a tratti inorridisce [...] Vai alla recensione »

domenica 2 ottobre 2022
Annibale Pepe

 Fiction a puntate della quale potevamo fare tranquillamente a meno. Una serie di storie che si intrecciano in salsa partenopea, declinato in una serie di stereotipi che vengono ogni tanto scongelati, come il carcere minorile, i piccoli gangster guappi di cartone, condito con un po' di tette e belle ragazze. Insomma tutto il torbido che piace a buona parte del pubblico e che a tratti inorridisce [...] Vai alla recensione »

domenica 2 ottobre 2022
Annibale Pepe

 Fiction a puntate della quale potevamo fare tranquillamente a meno. Una serie di storie che si intrecciano in salsa partenopea, declinato in una serie di stereotipi che vengono ogni tanto scongelati, come il carcere minorile, i piccoli gangster guappi di cartone, condito con un po' di tette e belle ragazze. Insomma tutto il torbido che piace a buona parte del pubblico e che a tratti inorridisce [...] Vai alla recensione »

giovedì 23 marzo 2023
ROSMERSHOLM

Due parti di Un posto al sole, uno di Gomorra (la serie), un po' di sceneggiata napoletana, un pizzico di moralismo stantio e sesso... et voilà servito un prodotto in provetta che viene spacciato per paradigma di qualità. Dopo tre anni e 36 ore di produzione, pompata oltre l'inverosimile , sono arrivati a quei 3 milioni di spettatori che fanno gridare al successo e, confortati, [...] Vai alla recensione »

domenica 18 febbraio 2024
Paola Pisani

Ho seguito,insieme a mia figlia minore le prime 3 stagioni:la prima durissima e realistica,poi,via via sempre più aperte all"ottimismo e all'amore"che salva il mondo " La quarta stagione pur essendo interpretata dai giovani attori in modo davvero convincente ed espressivo presenta problemi a livello di trama ,con lungaggini eccessive In particolare il finale con la prevedibile [...] Vai alla recensione »

mercoledì 30 settembre 2020
Mauro Francia

Non si capiscono le parole, la musica di findi é troppo alta !

mercoledì 30 settembre 2020
Mauro Francia

Non si capiscono le parole, la musica di findo é troppo alta !

giovedì 2 marzo 2023
Enzo77

La serie mi è piaciuta specie nella prima stagione, poi si è vista molto l impronta televisiva, la terza stagione mi è piaciuta ma si è dipanata su troppe storie e ha lasciato troppi punti interrogativi, troppe storie in sospeso e troppa carne a fuoco:  Come finisce tra Carmine e Rosà Cardiotrap e l altra che nn ricordo Il nome La storia tra cucciolo e milos Kubra [...] Vai alla recensione »

mercoledì 14 ottobre 2020
Grazia

 Da Oscar Si la musica che è stupenda è troppo alta. Ma il film è verista. Gli attori tutti eccezionali Naditza e Massimo Ciro e Carmine.... Meravigliosi film dovrebbe andare nelle scuole. Complimenti al cast e allo sceneggiatore.... È tutto perfetto

Frasi
appiccia nata sigarerra
Una frase di Massimo Valenti (2020) (Carmine Recano)
dalla serie Mare fuori - a cura di emanuel
NEWS
TRAILER
giovedì 18 gennaio 2024
 

Regia di Carmine Elia. Una serie con Carolina Crescentini, Ivan Franek, Chiara Primavesi, Carmine Recano, Pia Lanciotti.  Dal 1° febbraio su RaiPlay e su Rai2 in prima serata dal 14 febbraio. Guarda il trailer »

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